L’Istituto Poligrafico “stampa” nove giorni di eventi

Roma – Per nove giorni, dal 3 all’11 luglio, la Regia Officina Carta Valori, poi Istituto Poligrafico, nel cuore di Parioli, apre per la prima volta le proprie porte alla cittadinanza, per ospitare una serie di eventi di varie tipologie. Arte, cinema, musica, moda, e proiezioni astronomiche, si avvicenderanno nei 54 mila mq della sua sede storica al numero 10 di Piazza Giuseppe Verdi, prima del cambio di destinazione d’uso in albergo di lusso.

Lo sfarzo delle scalinate marmoree e degli stucchi dei soffitti, in tardo stile umbertiano, un tempo luogo degli uffici e dei saloni, sono stati aperti per le serate di clubbing. Nell’ambito del Mese della Cultura Internazionale e dell’Estate Romana, la serata inaugurale, Paris Rockin’ Festival, realizzata con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia, dell’Institut Français in Italia e del Comune di Roma, ha visto avvicendarsi dj francesi alla consolle. Negli stessi ambienti, si terranno anche le prossime serate di musica elettronica, questa volta all’italiana, e poi la festa celebrativa di AltaRoma AltaModa 2015, e la serata finale con un’orchestra da 17 elementi che proporrà musica anni ’20.

In notturna, l’arco stellare ricopre i soffitti, grazie a dei telescopi collegati a dei proiettori. Le proiezioni seguiranno con il Kino, una rassegna cinematografica, quali Metropolis di Fritz Lang, The Lack dei Masbedo, tra gli altri. Sempre la videografia, assieme alla fotografia, è il medium prediletto anche da Guido Gazzilli e Tommaso Cassinis. Lo stesso immobile storico è servito da set e soggetto protagonista per le loro riprese. Nell’area destinata al ballo, sono state installate delle gigantografie di Gazzilli. Le proiezioni nate dalla collaborazione dei due, invece, abitano un altro luogo del palazzo: immagini e suoni decontestualizzati si perdono in spazi inabitati, e sono capaci di rievocare le attività del passato, immaginando il funzionamento della fabbrica e pensando a ciò che ne sarà dopo questa serie di eventi.

Un considerevole stacco dallo sfarzo, è rappresentato dai locali delle stamperie, svuotati dai macchinari sin dal 2010, anno in cui il Poligrafico è stato spostato in via Salaria. Questo esemplare di archeologia industriale ospita le opere di più di 30 artisti contemporanei, romani e internazionali, con un programma di laboratori a corollario. Tra i romani possiamo trovare Matteo Nasini, Giacomo Lion, Leonardo Petrucci e Guido Gazzilli. Sicuramente significativo è stato l’intervento del gallerista Carlo Pratis, che nell’aprile 2013 ha inaugurato Operativa Arte Contemporanea, una piattaforma per lo sviluppo di giovani artisti della Capitale, da lui selezionati. Del resto, Pratis si pone come intermediario e mira a far esporre i propri artisti al di fuori del suo spazio in via del Consolato.

L’iniziativa, frutto della collaborazione delle due realtà romane Dead Poets Society e Tie Dye, con la francese We Tilt, agenzie che si occupano dell’intrattenimento notturno, attente alla sperimentazione sonora e legato al linguaggio dell’arte, è sicuramente coraggiosa. L’organizzazione non è impeccabile e dà l’idea che aver dedicato più tempo all’ideazione avrebbe accordato un risultato migliore. La componente clubbing appare preponderante e assicura la presenza di visitatori, ma gli interventi di altro genere ne risentono. In spazi urbani al limite dello sgombero, i tempi sono sempre stati stretti e l’aria d’avventura si è sempre respirata. Il prodotto finale è, ad ogni modo, buono e pur sempre a costo contenuto per il pubblico.

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