Masaniello non è tornato
Masaniello è un eroe napoletano, vissuto nella prima metà del milleseicento che fu il principale protagonista della rivolta napoletana che vide, dal 7 al 16 luglio 1647, la popolazione civile della città insorgere contro la pressione fiscale imposta dal governo del Viceré spagnolo.
Molto spesso rimane difficile separare avvenimenti davvero accaduti da quelli invece portati al mito dei racconti della gente. Quella di Masaniello non fu una rivolta antispagnola e repubblicana, sarebbe piaciuto ai romantici risorgimentali che avrebbero visto volentieri un patriota che si libera dalla dominazione di uno straniero prepotente. Le cause degli eventi del luglio del 1647 risiedono esclusivamente nella specificità politica, economica e sociale della Napoli spagnola dell’epoca.
La rivolta fu scatenata dall’esasperazione delle classi più umili verso le tasse, chiamate gabelle, imposte dai governanti sugli alimenti di necessario consumo. Famosissimo il grido con cui Masaniello sollevò il popolo il 7 luglio :«Viva ‘o Rre ‘e Spagna, mora ‘o malgoverno», come da un copione rodato si invocava il Sovrano a difesa del malgoverno e delle prevaricazioni dei sottoposti. Dopo dieci giorni di rivolta che costrinsero gli spagnoli ad accettare le rivendicazioni popolari, a causa di un comportamento sempre più dispotico e stravagante, Masaniello fu accusato di pazzia, tradito da una parte degli stessi rivoltosi ed assassinato. Nonostante la breve durata, uno scossone lo portò eccome questa piccola rivoluzione.
Osservando quello che accade alle porte di casa, con nazioni che si ribellano all’Europa e ai suoi diktat, mi sono venuti in mente eroi o meglio miti del passato. Gente che viveva e moriva per un ideale o ancora più prosaicamente per il diritto al pezzo di pane.
Ora si fa la vita allegra – social tra un tweet e l’altro – e poi al dunque non si pagano i debiti. Sono finiti da un pezzo gli eroi greci, sono morti tutti nelle ceneri dell’Olimpo; ora, seduti a capotavola ci sono solo straccioni che vogliono sembrare dei, insieme a giovani tromboni che sanno solo fare proclami.
Chissà la storia, sempre che lascino tracce, come li giudicherà. Il re è morto, viva O Rre!