Fassina & Co.

Una reunion in piena regola. Stefano Fassina mette insieme tutti gli ex Pd per fondare un nuovo partito politico. Il progetto è stato spiegato nella convention di Roma e mira a ricompattare gli ex dem quali Pippo Civati, Sergio Cofferati, ma anche Sel e Rifondazione Comunista. Il fine? “Misurarsi con una prospettiva di governo”.

Non usa giri di parole Fassina dal palco del Palladium di Roma: “Siamo qui per fare un nuovo partito politico, chiamiamo le cose con il loro nome. Vogliamo essere, assieme ad altri, un affluente di un fiume che vuole misurarsi con una prospettiva di governo”. In prima fila gli ex personaggi di peso del Pd prima di Renzi, che hanno abbandonato la vecchia famiglia che oggi rappresenta il passato ma che è stata lasciata “con dolore”. Pippo Civati, Sergio Cofferati, Monica Gregori, ma come detto anche Sel e Rifondazione Comunista. Spazio soprattutto alle allusioni poetiche, quelle che sanno emozionare gli animi per disegnare il futuro di un movimento che, non è ancora nato, ma ha già le idee chiare. Fassina è sicuro di riuscire a percorrere una strada “certo in salita” e di raggiungere “l’isola che non c’è”. Impossibile, almeno per lui, “rassegnarsi alla dittatura del presente” che sarebbe “la vera sconfitta”. Inutile individuare il dittatore: il segretario del Pd, Matteo Renzi, il “più abile interprete” di una sinistra “rassegnata e subalterna”.

Insomma, parole non certo al miele per l’ex capo di partito. Ma non poteva essere diversamente perché il movimento politico, anzi partito per usare le parole dello stesso ex viceministro dell’Economia del governo Letta, nasce proprio con l’idea di porsi come alternativa al Partito democratico renziano. Il filo conduttore è sempre lo stesso: il Pd ha cambiato volto, non è più quello di un tempo. “Il partito ha smesso di guardare nella nostra stessa direzione”, oppure rincara Sergio Cofferati: “Il Pd ha cambiato natura e quando le differenze non vengono rispettate il problema è posto e andando oltre si rischia di perdere credibilità”. In fieri l’alleanza con Sel è cosa fatta perché “da sempre disponibile ad un cammino insieme”. Dalla stessa Sinistra ecologia e libertà arrivano parole chiare: “Noi ci siamo”, come rassicura Nicola Frantoianni. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Paolo Ferrero per Rifondazione che saluta la partenza di una “costituente di sinistra”. Sui tempi fa un po’ di chiarezza Pippo Civati indicando nel prossimo autunno la partenza effettiva del soggetto unitario, esprimendo l’auspicio che il segretario possa essere donna e giovane.

Intenti e proclami che, però, dovranno necessariamente scontrarsi con la realtà. E il primo test credibile sono le amministrative 2016: il partito della sinistra – in attesa di capire quale sarà il vero nome – potrebbe debuttare. Milano, piazza importante tra le tante a livello nazionale, sarà un banco di prova duro ma sfidante. Ipotizzare un’alleanza con il Pd per un fronte compatto anti centrodestra è plausibile. Ma prima bisognerà aspettare di capire su quale candidato la sinistra punterà per il post Pisapia. Dopo le vacanze d’agosto, sia chiaro.

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