Sanità in Lombardia, l’iter della nuova riforma

Inizia in Consiglio Regionale della Lombardia l’iter che porterà a quella che viene definita “l’Evoluzione del sistema Sanitario e Sociosanitario lombardo”. Il disegno di legge ha subito un percorso abbastanza turbolento, non tanto nel confronto con l’opposizione ma all’interno della stessa maggioranza di Maroni in cui si sono contrapposti l’asse Lega/ NCD a quello di Forza Italia. E in effetti “l’insolita alleanza” ha reso i lavori che hanno portato alla definizione del testo abbastanza complicati creando non poche tensioni tra i big dei vari schieramenti.

Ma cosa cambia per i cittadini? Cosa c’era prima e cosa ci sarà dopo? Il sistema attuale disegnato nel 1997 dall’allora presidente Formigoni prevedeva 15 Aziende Sanitarie Locali (ASL) sostanzialmente identificabili con le province Lombarde che ibridamente  erogano servizi, ma anche svolgono funzioni di controllo, programmazione e accreditamenti, oltre ad esercitare le funzioni di tutela della salute pubblica e prevenzione sui luoghi di lavoro. Al di sotto delle ASL ci sono le Aziende Ospedaliere, che erogano sostanzialmente tutte le prestazioni ai cittadini. Il mondo del sociosanitario è scisso, sempre di competenza delle ASL,  i cui indirizzi sono affidati ad altro assessorato e altro Assessore.

Il nuovo disegno di legge prevede invece un nuovo modello organizzativo che sostanzialmente scinda le funzioni di controllo e programmazione dall’erogazione dei servizi. Ed è così che nascono le Agenzie per la Tutela della Salute (ATS) il cui unico scopo è appunto la programmazione ed il controllo dei servizi erogati sul territorio in cui insiste. Non ci sarà più una divisione su base provinciale, ma si è cercato di analizzare le aree per flussi d’utenza in modo da poter meglio rispondere alle esigenze del territorio. Le Aziende Ospedaliere spariranno per lasciare il posto alle Aziende Sociosanitarie Territoriali (ASST) che raggrupperanno più aziende ospedaliere al fine di ottenere una maggiore integrazione territoriale. Così tutte le prestazioni, anche quelle prima erogate dalle ASL, passeranno in capo alle ASST scindendo completamente chi controlla da chi eroga servizi.

Una novità fondamentale è anche il cambiamento di rimborso delle prestazioni per i pazienti cronici; ad essi verrà attribuito un budget per la “presa in carico” superando il precedente sistema di rimborso di singole prestazioni, permettendo, oltre ai risparmi, la possibilità di programmare in maniera più completa il percorso terapeutico del malato.

Ora la palla passa all’aula consiliare e ai precari equilibri di maggioranza. Il grosso della partita che ancora si dovrà giocare sarà sulla divisione territoriale delle AST anche dovuta alla resistenza dei singoli campanilismi dei consiglieri regionali e dei territori provinciali. Tutte le questioni fino ad oggi aperte dovranno trovare soluzioni nelle lunghe maratone che da qui a fine mese monopolizzeranno l’attività dell’amministrazione regionale.

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