Palla di neve (Film, 1995)
Palla di neve è un film insolito nella produzione di Maurizio Nichetti – regista, interprete, sceneggiatore e produttore innovativo del nostro cinema – prima di tutto perché non vede la sua interpretazione (solo un rapido cammeo nelle vesti di marinaio) e poi perché è un tradizionale film per bambini. Nichetti inserisce alcuni elementi della sua poetica, perché la storia di Nessi viene ripensata in senso fumettistico, come se fosse un cartoon interpretato da attori. Paolo Villaggio è Billy, il vecchio attore imbarcato sulla nave da crociere che perde il libretto della pensione nella bocca di un gigantesco delfino beluga e fa di tutto per recuperarli. Alessandro Haber è Marcov, un cattivo da fumetto, un perfido mercante d’armi con una gamba metallica che sembra la macchina di 007.
Il trafficante vuol catturare il beluga per usarlo come siluro radiocomandato e far scoppiare una guerra. L’esordiente Fabiano Vagnarelli è il bambino che diventa amico del comico, dà il nome a Palla di Neve e cerca di salvare la vita all’amico delfino. Leo Gullotta è il furbo greco Sidik che organizza escursioni per turisti sull’isola di Santorini, diventa amico di Billy e gli affitta una capanna in riva al mare. Anna Falchi è la bella e ingenua addestratrice del beluga che capisce di essere stata sfruttata a fini malefici e risolve la situazione. Monica Bellucci è la madre del bambino. Non si vede molto. Nichetti è regista castigato e per famiglie, pur disponendo di due attrici sexy le utilizza in funzione cartone animato per bambini. Palla di Neve è il vero protagonista, un delfino nelle riprese in campo lungo e senza attori, un fantoccio costruito da Jason McCameron nei primi piani e quando fa salire sul dorso uno stralunato Villaggio. Tra il comico e il delfino si stringe un legame fortissimo, comunicano tra loro, si cercano e condividono le difficoltà, al punto che Billy decide di restare in Grecia insieme al bambino e al suo amico beluga.
Palla di neve gode di una straordinaria fotografia insulare di Cristiano Pogany, che sfrutta a dovere le bellezze di Santorini, tra scogliere, tramonti e mare fantastico. Ottima la musica da cinema d’avventura per ragazzi di Carlo Siliotto. Sufficienti gli effetti speciali, anche se il trucco del delfino è presto scoperto. Sceneggiatura abbastanza prevedibile, ma il tono da fiaba e da racconto per bambini non permette grandi evoluzioni. Scontato il lieto fine e la morte del cattivo. Gli attori sono molto bravi, soprattutto la parte maschile, in prima fila Paolo Villaggio, in un ruolo diverso dal solito Fantozzi, e il cattivissimo Haber, che presta il volto a una versione moderna di Capitan Uncino, senza dimenticare un surreale Gullotta. Anna Falchi e Monica Bellucci sono due presenze decorative. Dong Mei Xiao è più funzionale alla storia come donna del cattivo che subisce le angherie di un uomo volubile. Fabiano Vagnarelli è un bambino spontaneo, ma non è certo un attore. Il film è raccontato come un lungo flashback dalla voce narrante di Paolo Villaggio, per l’occasione alter ego di Nichetti nei panni del protagonista. Il regista s’intravede per un attimo nei panni di un marinaio a bordo della nave.
La critica. Paolo Mereghetti (una stella e mezzo) non ama il film: “Nichetti accetta una regia alimentare per il produttore Ciro Ippolito, ma non dà l’impressione di essersi molto sforzato per dirigere questa stracca favoletta ecologica”. Marco Giusti (Stracult): “Eroico tentativo di combattere lo strapotere americano natalizio del cinema per bambini. Un sotto-Flipper all’italiana. Cast supertrash da urlo, risultati tiepidi. Per Nichetti, regista di opere più personali e più adatte ai suoi toni, un viaggio nel trash italiano più profondo”. Faccio solo notare che il critico romano vede Monica Bellucci in un ruolo da cattiva, mentre la bionda Falchi sarebbe dalla parte dei buoni. Non l’ha visto. Morando Morandini concede due stelle, senza motivare, confermate da Pino Farinotti che stronca: “Tentativo di produzione importante e famigliare per grandi incassi. Rimane un Nichetti a disagio, il corpo strepitoso della Falchi, un Villaggio sempre più patetico e il magnifico mare greco”. Anna Falchi è sempre vestita con una papalina da maschiaccio e con comodi maglioni, che si toglie solo per una breve sequenza finale quando si tuffa in mare per salvare Palla di Neve. Villaggio è bravissimo e per niente patetico. A noi è piaciuto. Una fiaba, scritta come un racconto d’avventura per ragazzi, che mette in scena il solito scontro tra buoni e cattivi, sceneggiata con gusto e fotografata con buona tecnica e molta poesia.
Due parole sul regista. Maurizio Nichetti (Milano, 1948) comincia negli anni Settanta dal mondo del cartone animato, con Bruno Bozzetto, sceneggiando alcune avventure del signor Rossi e firmando il soggetto dello straordinario Allegro non troppo (1977), di cui è anche interprete. Innovatore della commedia che proviene dal teatro, un mimo che realizza pellicole intrise di comicità clownesca e surreale. Ratataplan (1979) è un film muto tutto basato su gag strampalate confezionate per sfruttare un’espressione buffa e ingenua. Nichetti gira e interpreta pellicole che sono cartoon coloratissimi con personaggi umani, veste come un clown, indossa abiti multicolori, ridicoli cappelli, pantaloni larghi e corti. Possiamo dire che come regista di commedie inventa una sorta di realismo fantastico, confermato da Ho fatto splash! (1980) e Ladri di saponette (1989). Domani si balla (1982) è una battuta di arresto, di minor successo, ma la poetica non cambia; Il Bi e il Ba (1985), invece, è un film confezionato sul personaggio di Nino Frassica. Nichetti critica la televisione, gli spot pubblicitari che massacrano film e programmi, ma soprattutto ironizza sulle contraddizioni della società contemporanea. Volere volare (1991) è ancora più sperimentale, rappresenta la consacrazione del realismo fantastico, perché per metà è girato utilizzando un cartone animato (diretto da Guido Manuli). Nichetti perfeziona la sua poetica in Stefano quantestorie (1993) – dove racconta le sei possibili vite di un carabiniere – Luna e l’altra (1996) – un film sul sogno che prende il posto della realtà – e Honolulu baby (2000), confermandosi tra i registi più originali della nuova generazione. La crisi del cinema italiano colpisce anche lui, perché da anni non esce un suo film. Nichetti lavora per la televisione, rifugio terminale del nostro cinema di genere. Ricordiamo: Mammamia! (2003 – 2004), Le avventure di Neve & Gliz (2005), Dottor Clown (2008), Agata e Ulisse (2011).
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Regia: Maurizio Nichetti. Soggetto: Emilio Nessi (tratto dalla serie di romanzi Palla di Neve). Sceneggiatura. Gianni Romoli, Maurizio Nichetti, Ciro Ippolito. Fotografia. Cristiano Pogany. Montaggio: Rita Rossi. Effetti Speciali: Jason McCameron. Musiche: Carlo Siliotto. Scenografia: Lorenzo Baraldi. Produttori: Fulvio Lucisano per Italian International Film, Ciro Ippolito per Eurolux, Rai Cinema. Distribuzione: Italian International Film. Durata. 95’. Genere: Avventura, Fiaba per ragazzi. Interpreti: Paolo Villaggio (Bolly Bolla), Fabiano Vagnarelli (Theo), Alessandro Haber (Marcov), Leo Gullotta (Sidik), Monica Bellucci (Melina), Anna Falchi (Elena), Luis Molteni, Federico Pacifici, Angelo Orlando, Dong Mei Xiao, Osvaldo Salvi, Néstor Garay, Enrico Grazioli, Roberto Della Casa, Maurizio Nichetti (cammeo).
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]