Rassegna stampa estera
La Crisi Greca e l’Accordo sul Nucleare iraniano sono “LE” notizie che in questi giorni hanno occupato, e preoccupato, i media internazionali. Ma anche il nostro Paese, nel suo piccolo, ha fatto parlare di se. L’ “attore” principale in queste è il nostro Premier , che se sul fronte interno non sembra passarsela proprio benissimo, in campo internazionale, aiutato dal Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e da Lady Pesc, Federica Mogherini, si sta creando uno spazio degno di rispetto. Forse non tanto in Europa, dove il gigante Germania e la spesso indisponente Francia (ma per questo forse onnipresente) la fanno ancora da padrone, ma sicuramente sulla sponda Sud del Mediterraneo, fino verso Oriente. Ovviamente alzando il livello di guardia per la nostra sicurezza: onori ed oneri vanno di pari passo. Opposizione, riforme, sicurezza interna e internazionale, diplomazia, questi gli argomenti analizzati nell’ultima settimana.
Sempre in modo gradevolmente ironico, Philippe Ridet racconta del mesto ritorno a casa dei “pro-Tsipras italiani”, tutti con i sintomi di chi si risveglia dopo una pesante sbornia. “Li avevamo lasciati il 5 Luglio ad Atene, pieni di speranza e trionfanti dopo la vittoria dei no al referendum organizzato dal Primo Ministro Greco Alexis Tsipras. Da Beppe grillo, il non-leader del Movimento 5 Stelle, alla sinistra della sinistra di Nichi Vendola (SEL) a Stefano Fassina, passando per una frangia di Forza Italia (destra), avevano tutti deciso di arrivare fino in Grecia. Solo la Lega Nord si era astenuta dal viaggio. Che avessero come referente l’Imperatore Federico Barbarossa, Antonio Gramsci, Silvio Berlusconi o il Pianeta Gaia, tutti hanno visto nella persona del Primo Ministro il nuovo eroe o il loro punto di riferimento per dire no all’Europa, all’Euro, alla Germania e all’austerità. Da Piazza Syntagma, ad Atene, avevano, o pensavano aver, inviato un messaggio diretto a Palazzo Chigi dove risiede il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che vuole apparire il primo della classe nell’eurozona.” Fino a qui analisi lucida, c’è tutto, anche la leggera presa in giro per il comportamento di Renzi, non proprio limpido negli ultimi tempi per quello che riguarda i rapporti con Tsipras. Ma non è finita, Ridet prosegue con queste parole:”Li ritroviamo otto giorni dopo, suonati, delusi, traditi. Accettando le condizioni del summit dell’eurozona all’alba di Lunedì a Bruxelles, Tsipras ha rovinato parte delle loro speranze.”
Anche Sputnik International riporta le reazioni suscitate dall’accordo dell’Eurogruppo, soprattutto le pesanti critiche dei Partiti di opposizione. Il titolo del pezzo è esplicito: “I Partiti dell’opposizione stroncano l’accordo sul debito greco”(Italy’s Opposition Parties Slam Eurogroup’s Agreement on Greek Debt”. Vengono ripresi i commenti dei vari protagonisti come quello di Giuseppe Piero ‘Beppe’ Grillo (si, è citato con il nome per esteso… ndr). “ Il fondatore e leader del Partito Politico M5S (chi della redazione di Sputnik ha scritto il pezzo dovrebbe sapere che non è un Partito, ndr), ha descritto l’approccio dell’Eurogruppo nell’affrontare la soluzione della crisi del debito greco come una ‘strategia del terrore’. Secondo lui, i leader europei cercano le dimissioni del Primo Ministro Greco Alexis Tsipras (…) Proseguono citando Salvini, che ha etichettato il vertice una “pagliacciata” e Calderoli che parla di “colpo di stato” per concludere con l’affermazione di Stefania Prestigiacomo “membro del partito politico di centrodestra Popolo delle Libertà, che ha detto che la proposta dei leader della zona euro di creare un fondo speciale di beni greci rappresentava un pericoloso precedente per il futuro dell’Europa”. Ma se queste affermazioni forse possono colpire poco Matteo Renzi, che sembra non preoccuparsene più di tanto (in fondo l’opposizione è opposizione per questo), quello che deve preoccuparlo sono le riforme più scottanti che proprio quella opposizione può frenare. Senza contare i pericoli che vengono dall’interno del “suo” PD.
James Politi sul Financial Times torna sulla riforma della giustizia. Nel titolo del suo articolo Matteo Renzi attempts to reform Italy justice system” la parola “attempt” (tenta, cerca di) mostra quanta incertezza ci sia sull’esito di questa impresa. “E’ metà pomeriggio di un torrido giorno d’estate in un ufficio del tribunale civile di Roma – a pochi isolati dal Vaticano – e Francesco Mannino, il giudice siciliano che preside la sua unità operativa, spiega come il notoriamente sistema giuridico bizantino italiano si stia lentamente liberando dagli intasamenti. Mannino che ha ancora a che fare con frustranti e frivoli casi, come quello per la lotta per 180 euro di due ex soci di un garage e che si trova sulla sua scrivania quella mattina, che costano tempo e migliaia di euro in spese legali. Ma si è impegnato a far si che ogni azione legale che passa per la sua corte non venga risolta in più di tre anni, cosa notevole per gli standard italiani (…) Mannino è in prima linea per quanto riguarda il tentativo del Primo Ministro italiano Matteo Renzi, di rivedere il sistema giuridico italiano – in parte per rendere il Paese più attraente per gli investitori stranieri”. Nota dolente, gli investitori stranieri, che a ragione si pongono molti dubbi sul da farsi in Italia. In loro favore si parla di “unità specializzate”, anche se finora la loro portata è stata molto limitata e un diplomatico dell’UE a Roma ha detto che finora aveva notato pochi cambiamenti nella dinamica della giustizia italiana. “I tentativi di Renzi vengono acclamati dalle organizzazioni internazionali come Il Fondo Monetario e molti diplomatici stranieri a Roma, che da tempo lamentano lo stato della giustizia italiana.” Ma, precisa Politi, alcuni dirigenti sono scettici sul fatto che sia veramente in corso un cambiamento, come Fabio Petroni di Terravision, una compagnia di autobus britannica, che è stato inghiottito in travagli legali italiani per un decennio, e per il quale c’è molto di più da fare, nonostante la ‘buona volontà’ del Governo. ‘A meno che non ci sia una rivoluzione in questo Paese, è molto difficile che le cose cambino’, dice disincantato”.
Tante le notizie sulle dichiarazioni di amicizia del nostro Governo al Presidente egiziano Sissi rilasciate dopo l’attentato al nostro consolato. La radio belga RTBF titola la notizia Matteo Renzi se dit ‘fier’ d’etre l’ami du Prèsident égyptien Sissi, così come l’egiziano El Watan afferma che “l’Italia promette di aiutare Il Cairo nella lotta al terrorismo” e l’algerino L’Expression riporta le parole di Renzi che afferma “in questo momento l’Egitto non potrà essere salvato che dalla sua leadership (di Al Sissi, ndr), ma precisa anche quanto fosse importante che “la legge egiziana si aprisse alla libertà di stampa”. Anche l’agenzia sudafricana APA si sofferma sulle parole di Renzi che vede in Sissi “l’unico capace di salvare l’Egitto. Importante la delicatissima visita di Gentiloni in Libano, come sottolinea L’Orient le Jour, visita improntata sul terrorismo e sullo scambio di informazioni e coordinamento per far fronte gli attentati che hanno cominciato a colpire l’Italia, come è accaduto in Egitto. Ma non solo, la situazione in Libano è esplosiva, le elezioni del capo di Stato sono una priorità dopo 415 giorni di vacanza del posto così come lo sono gli aiuti al Paese che accusa molto il colpo inferto dalla crisi siriana.
Un articolo ci ha colpito in modo particolare, quello scritto da Theodore Karasik, analista specializzato nella zona del Golfo, su Al Arabia che, dopo la scia degli attentati in Egitto si chiede: “perché ora l’Isis ha scelto l’Italia?” Nella prima parte della sua analisi Karasik ripercorre gli attentati degli ultimi mesi, in Egitto, Francia, Tunisia, Kwait e sul reclutamento dell’Isis che attira sempre più disincantati Fratelli musulmani. Poi si chiede “Perché l’Italia?”. Karasik ricorda la visita ufficiale di Al-Sissi a Roma lo scorso Novembre, il suo incontro con Papa Francesco e soprattutto le parole del Premier Matteo Renzi che “ha affermato con forza che il Paese voleva costruire rapporti solidi con l’Egitto per quanto riguardava la difesa per via della minaccia che arriva dagli estremisti islamici (…) Renzi ha affermato che ‘il Mediterraneo non è la frontiera ma il cuore dell’Europa, e l’Egitto doveva essere considerato un partner strategico con il quale affrontare i problemi della zona”, c’è poi la questione Libia-Italia e i suoi rifugiati, l’aiuto che l’Italia da all’Egitto nel monitorare la situazione libica attraverso la sua Intelligence, inoltre Theodore Karasik ricorda poi il terrificante video sull’uccisione dei Copti, messaggio inviato alla “Nazione della Croce”. Criticabile o no, questo articolo da spunti sui quali riflettere. Siamo un obbiettivo, ci sono elementi sufficienti,sembra chiaro.
Philippe Ridet, Les pr-Tsipras italiens ont la gueule de bois, Le Monde, 13 Luglio 2015; Sputnik International, Italy’s Opposition Parties Slam Eurogroup’s Agreement on Greek Debt, 13 Luglio 2015; James Politi, Matteo Renzi attempts to reform Italy justice system, Financial Times, 12 Luglio 2015; Khalil Fleyhane, La visite, aujourd’hui, du Ministre italien del AE axée sur le terrorisme, L’Orien le Jour, 14 Luglio 2015; El Watan, L’Italie promet d’aider le Caire à lutter contre le terrorisme, 14 Luglio 2015; L’Expression, Renzi ‘fier’ d’etre l’’ami’ de Sissi, 13 Luglio 2015; Belga per RTBF, Matteo Renzi se dit ‘fier’ d’etre ami du president égyptien Sissi, 12 Luglio 2015; APA, Sissi est le seul capable de sauver l’Egypte, déclare le Premier Ministre italien, 12 Luglio 2015; Theodore Karasik, The Egypt bombing wave: Why did ISIS now pick Italy?, Al Arabiya, 12 Luglio 2015.