New York, l’Aeroporto LaGuardia cambia look

Finalmente il progetto per il rinnovamento dell’Aeroporto LaGuardia è stato finalizzato e annunciato pubblicamente dal Governatore di New York Andrew Cuomo e il suo Vice Joe Biden. Si procederà per fasi – durante le quali il funzionamento dell’aeroporto del Queens rimarrà pressoché invariato – per abbattere completamente la struttura e collegare tra loro i 4 terminal frammentari in un nuovo, unico terminal, con sistemi di controllo più efficienti, negozi, ristoranti, un hotel e facilitazioni a livello di trasporti. La trasformazione sanerà la situazione oramai divenuta insostenibile.

Tutte le ragioni giocano a favore dell’approvazione da parte del CdA dell’Autorità Portuale di New York e del New Jersey – che possiedono l’Aeroporto e finanzieranno il 50% delle spese -,che ogni probabilità sarà accordata. Si prevede che i lavori inizino nel 2016 nel terminal centrale con una spesa di 4 milioni di dollari e 18 mesi di lavoro, per poi procede con i terminal in gestione alla Delta Airlines più ad Est, il terminal A, ultimato entro il 2021.

Bill De Blasio, il Sindaco della Città, si dichiara favorevole: “Portare l’Aeroporto LaGuardia nel 21esimo è risulta essere fondamentale affinché New York rimanga competitiva. Questa è la porta d’entrata alla Città e alla regione per milioni di turisti e affari.” L’aeroporto, nonostante le modifiche operate, poteva essere all’avanguardia negli anni ’40 e ’50, ma non certo oggi. I servizi, decisamente inadeguati rispetto a un traffico di passeggeri sempre in crescita (l’anno scorso si è raggiunto il picco di 117 milioni), era arrivato a costituire la vergogna dell’area.

Con somma gioia, diciamo Addio al terminal centrale dai soffitti bassi e scarsamente illuminati, e dai ristretti corridoi. Ci libereremo pure del neon verde squallido “Welcome to LaGuardia Airport”, con gli altrettanto squallidi punti cheese burger, pizzeria e Dunkin’ Donuts. Benvenute amenità: negozi, ristoranti, sala conferenze, albergo da 200 camere. Le pulizie, le comunicazioni, il Wi-Fi verranno, il check-in e la sicurezza verrano di gran lunga migliorati, con l’installazione di controlli di sicurezza aeroportuale post-11 settembre.

Passerelle pedonali, che uniranno i gate, saranno sufficientemente alte per permettere il transito dei velivoli appena sotto delle stesse. Oltre agli autobus, treni e traghetti ad alta velocità partiranno dall’esistente Marine Air Terminal – di cui tuttavia non si conosce ancora il destino strutturale. La superficie aeroportuale aumenterà del 240% e l’intero edificio sarà avvicinato di 180 metri alla Grand Central Parkway, ossia l’anello d’asfalto attorno al terminal centrale. Sono previsti garage, in modo da aumentare le opzioni di parcheggio, assieme a un’area di sosta e al raggruppamento delle dieci agenzie di noleggio auto, in modo da ridurre il traffico sulle strade locali.

La Guardia Gateway Partners (LGP) realizzerà il progetto disegnato dai tre studi d’architettura vincitori, che hanno lavorato in collaborazione: Dattner Architects, PRESENT Architecture, e SHoP Architects. Considerando che appena il 70% dei voli transitanti per LaGuardia viaggiano in orario, i cambiamenti contribuiranno non solo a livello estetico, ma soprattutto allevieranno il traffico da ritardi cronici nei cieli della Grande Mela. Questa partnership pubblico-privata suona vincente, dopo i primi tentativi che risalgono all’aprile del 2010.

Global Gateway Alliance si occuperà anche degli ammodernamenti relativi agli aeroporti JFK, al Republic, e Stewart; nessuno di questi cambiamenti sarà tanto significativo quanto quelli che interesseranno LaGuardia, il più vicino aeroporto metropolitano al centro dell’Isola di Manhattan, con appena 8 miglia di distanza dallo stesso. Al momento, La Guardia porta 16 milioni di dollari annualmente alla regione, generando all’incirca 121mila fonti d’occupazione e 5,9 milioni annuali di stipendi. Con il nuovo intervento saranno create ulteriori 8mila posizioni temporanee e 18mila permanenti.

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

L’Europa di Erasmo

successivo

#greenitaly

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *