Ai posteriori l’ardua sentenza
La natura è crudele; anni fa andavo a pesca di salmoni in Scozia accompagnata da gentiluomini di ogni età e, mentre osservavo quei poveri pesci stremati risalire la corrente, mi chiedevo perché la natura avesse loro condannato a quella stancante soluzione della loro vita. Arrivavano per deporre le uova e si trovavano a dover affrontare rapide al contrario, orsi e uomini e donne in assetto da pesca che li aspettavano al varco. E i pochi che, deo gratias la stirpe è salva, riuscivano ad arrivare a meta avevamo appena il tempo di salutare i futuri figlioli che già scoppiavano.
Un po’ la stessa natura perfida lo fa con gli uomini; non obbligandoli a risalire torrenti per riprodursi ma obbligandoli a sentirsi indispensabili e dando loro l’incarico di risalire di poltrona in poltrona fino a quella più in alto. Loro però, al contrario dei poveri cari salmoni, non lo fanno per la specie ma per la specialità, cioè per rimanere importanti, quelli che contano, quelli che “senza come si farebbe”?
Penso a quel gruppetto di ex cavalierati, quelli che a un certo punto della loro esistenza hanno subito il richiamo del Cavaliere come i salmoni quello del torrente; quelli che hanno lasciato le lor lussuose case e le loro lussuose carriere per servire il popolo. Tutta gente con i soldi perché all’epoca Forza Italia voleva solo gente così, i morti di fame li prendevano gli altri, loro solo morti di fama.
Ma il risultato però è che ora questi signori, sbattendo l’uscio in faccia a un ex cavaliere (comandato a loro dire da una parte anatomica che appartiene al genere femminile, incapace ormai di salvare il mondo), loro, insieme, tra un insulto e l’altro che fanno? La natura impone loro di salvarlo questo mondo infame e quindi alleanze liberali dopo quelle libertine, compagnucci di poltrona dopo la merenda. La patria lo chiese, scriveranno i libri di storia. Ma forse con un po’ di fortuna i libri di storia non avranno di che scrivere.
Ai posteri o meglio ai posteriori l’ardua sentenza.
