Lombardia, Referendum sull’autonomia
La Lega di Salvini ha di fatto accantonato quel federalismo populista, marchio che fu distintivo della lega bossiana. Per anni la parola d’ordine fu “padania libera” dove il Nord si sarebbe dovuto rendere indipendente dallo stato nazionale. Oggi le cose sono cambiate, la Lega ha puntato tutto su No-Europa e No-immigrati abbandonando la secessione quale idea cardine d’ispirazione al leghismo.
Ma questa necessità e voglia di indipendenza non è del tutto svanita. Roberto Maroni, Governatore della Lombardia ha lanciato per la prossima primavera un Referendum consultivo per chiedere ai cittadini lombardi se ritengono che la loro Regione debba o meno guadagnate più autonomia rispetto a Roma. La provocazione, sostenuta da tutta la maggioranza di centrodestra, nasce dall’insofferenza verso i continui e ripetuti tagli lineari del governo Renzi, che per il solo 2014, ha visto sottrarre alla regione 970 milioni di euro.
La rivendicazione dell’ex ministro dell’interno è quella di poter mantenere più risorse sul territorio per poter meglio rispondere alle esigenze che il territorio richiede. Ciò anche alla luce del fatto che i dati economici della Lombardia segnano una ripresa molto più vigorosa che nel resto della penisola, ma che purtroppo non è possibile pienamente sostenere con risorse adeguate. A dar ragione a Maroni ci sono anche i numeri sui trasferimenti che lo Stato restituisce alle Regioni. La Lombardia è il fanalino di coda dei trasferimenti: alle casse lombarde ritorna il 68% delle tasse versate (Veneto e Piemonte ricevono rispettivamente il 74 e 83%), mentre la stragrande maggioranza delle Regioni, specialmente quelle a statuto speciale e quelle del sud, ricevono ben oltre il 100%.
Inoltre tutti gli indicatori definiscono la Lombardia come la Regione più virtuosa. Un recente studio commissionato da Confcomercio, rivela che se tutte le regioni applicassero gli standard di Regione Lombardia, lo Stato risparmierebbe ogni anno circa 23 miliardi di euro che salirebbero a 83 se gli standard fossero applicati anche all’amministrazione centrale. Insomma tante buone ragioni per chiedere che la Lombardia possa fare da sola più cose.
L’idea di federalismo lombardo ha recentemente avuto una migliore definizione dopo la pubblicazione del saggio del Vicegovernatore e Assessore alla Salute Mario Mantovani in quota Forza Italia. La sua idea è quella di un federalismo di merito: le Regioni che sanno ben amministrare la “cosa pubblica” devono essere messe nelle condizioni di muoversi più agilmente tra i vincoli imposti da Roma, mentre chi sperpera denaro pubblico deve essere obbligatoriamente guidato dalla mano dello Stato.
Se i risultati del Referendum dovessero mostrare una evidente sofferenza verso il neocentralismo renziano, il governo non potrà chiudere gli occhi di fronte alle richieste dei cittadini e dovrà sicuramente rivedere la riforma del Titolo V della Costituzione. Di fronte a rivendicazioni di merito e dall’ormai svuotato contenuto ideologico, sarà difficile tirarsi indietro.