Piano Nazionale di riforma delle professioni
Con la Direttiva 2013/55/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 novembre 2013 (recante modifica della Direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali del Regolamento UE n. 1024/2012 relativo alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno “Regolamento IMI”) sono entrate in vigore le nuove norme europee sul riconoscimento delle qualifiche professionali, con l’introduzione di molti elementi di novità rispetto alla legislazione europea esistente fino a quel momento.
Le novità: tessera professionale europea che consente al possessore, e valida per alcune professioni, di circolare liberamente in Europa; accesso parziale, possibilità per il professionista di esercitare la propria attività in un altro Stato UE nel settore corrispondente a quello per il quale è in possesso della qualifica professionale nello Stato membro di origine; tirocini professionali, estensione della direttiva 2005/36/CE anche ai possessori di diplomi che abbiano svolto il tirocinio per l’accesso alla professione in un Paese diverso da quello in cui hanno conseguito il titolo di studio; prestazione temporanea ed occasionale, riduzione ad un anno dell’esperienza professionale da documentare nell’ipotesi che si provenga da uno Stato membro che non regolamenta la professione per la quale si richiede la prestazione temporanea ed occasionale in uno Stato membro in cui la professione è, invece, regolamentata -; diritto di stabilimento, anche nel caso dello “stabilimento” l’esperienze del richiedente qualora provenga da un Paese che non regolamenta la professione è stata ridotta ad un anno ; requisiti minimi di formazione delle professioni settoriali di medico, infermiere, odontoiatra, veterinario, ostetrica, farmacista ed architetto che sono stati rivisitati anche in termini di conoscenze, competenze ed abilità in coerenza con gli sviluppi a livello europeo del Processo di Bologna e dell’EQF – European Qualification Framework; quadro comune di formazione, insieme comune di conoscenze, capacità e competenze necessarie per l’esercizio di una professione, così da consentire il riconoscimento automatico delle professioni inserite in questo quadro; esercizio di trasparenza e screening delle professioni regolamentate, si introduce un procedimento di trasparenza con il quale ogni Stato membro dovrà esaminare tutta la propria regolamentazione delle professioni per verificare che non sia discriminatoria; aggiornamento di conoscenze ed abilità professionali settoriali; aggiornamento liste di attività; conoscenze linguistiche; etc.
E ricordiamo che l’ambito di competenza della Direttiva 2013/55/UE rientra tra le azioni del “Single Market Act I” considerate prioritarie per lo sviluppo del Mercato Interno Ue (che consente ai cittadini ed alle imprese di circolare oltre che, ai cittadini, di esercitare la propria professione, attività commerciali, di studiare o di godere della propria pensione liberamente nei 28 Paesi della UE), in quanto stimolano l’economia e promuovono l’occupazione, incrementando la libera circolazione nella UE, la competizione e la concorrenza interne, elevando, contemporaneamente, così, la qualità delle prestazioni/servizi offerti (in ambito commerciale/professionale), che doveva essere recepita dagli Stati membri e che avevano due anni di tempo a disposizione per introdurre il nuovo regime negli Ordinamenti Nazionali.
Nel rispetto, anche, del “Programma Nazionale di Riforma” (PNR), che definisce, annualmente, gli interventi da adottare, per rispettare quanto delineato nella “Strategia Europa 2020”, per raggiungere, cioè, gli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione, sostenibilità e sviluppo. In applicazione di questa Direttiva, è stato predisposto dalla UE e reso noto dal Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, recentemente, il “Piano Nazionale di Riforma delle Professioni”.
Sono prese in esame le professioni regolamentate relative al “cluster 1”. Si tratta di 47 professioni e sono incluse alcune che riguardano i servizi alle imprese; industria; costruzioni; settore immobiliare; trasporto; commercio al dettaglio, all’ingrosso; etc; per le quali sono state predisposte schede analitiche contenenti l’indicazione degli obiettivi della regolamentazione e un’analisi dell’adeguatezza delle misure e delle azioni intraprese o da intraprendere oltre alle criticità emerse.
Il “Piano” è stato realizzato in collaborazione con l’ISFOL e le Regioni, sentiti gli Ordini, i Collegi e le Associazioni di Categoria in applicazione delle Direttiva 2013/55/UE ed ha l’obiettivo di prendere in esame la riduzione o la modifica delle regolamentazioni delle professioni che è, spesso, la causa maggiore d’intralcio alla mobilità dei professionisti nell’Unione Europea e, quindi, d’impedimento allo sviluppo di nuove opportunità lavorative nel campo delle libere professioni, stimolando la competitività.