Il ritorno di Finarte
Tra le ceneri ancora calde, si stira le ali la fenice Finarte, pronta a spiccare il volo fiammeggiante. Avete inteso bene: la storica casa d’aste italiana, fallita nel 2011, torna alla ribalta. Sei soci hanno rilevato il marchio l’anno scorso, inaugurando al pubblico nel marzo 2015 una sede milanese in via Brera 8; la prima asta, tutta italiana, è prevista a ottobre. Nido a Milano, ma sguardo che abbraccia l’orizzonte internazionale. Difatti, con i suoi cinque dipartimenti, il pulcino cercherà di rintracciare linee aree di continuità rispetto al significativo precedente che il nome, nato nel 1959, impone, ma, adeguandosi al mercato dell’arte odierno, le virate sono promesse.
“Nel contemporaneo, l’Italian Sale si fa a Londra. Noi vorremmo essere in grado di servire i collezionisti e il mercato italiano avendo un canale che opera dall’Italia stessa” dichiara il Presidente Giancarlo Meschi. Ed è da quest’affermazione che ha il via la missione di Finarte: inserire il proprio segmento all’interno di quella fascia di mercato intermedia, posizionata tra Sotheby’s e Christie’s, e una serie di soggetti molto piccoli. Tanto in Italia, quanto all’estero, il gioco è condotto dai leader anglosassoni indiscussi; Finarte si prende la rivincita.
La prima asta presenterà 250 lotti d’arte italiana, dai fondi oro del XIII secolo al contemporaneo, così da aprire una visione sull’offerta della casa d’aste, accompagnata da un catalogo particolarmente curato, con singole schede relative ad artisti e movimenti. A fronte dell’Arte Antica, dell’Arte Povera, e della Metafisica, battute con particolare apprezzamento, Finarte esplorerà il design italiano, gli artisti italiani contemporanei storicizzati e non, movimenti moderni come l’Arte Optical, l’Arte Cinetica, e Corrente, sfruttando le potenzialità di vendita di beni ancora a basso costo.
Le ricerche di mercato dei mesi passati hanno permesso l’individuazione di cinque dipartimenti: Arte Moderna e Contemporanea, Dipinti del XIX secolo (in particolare Macchiaioli), Dipinti Antichi, Arte Extra-europea, e Fotografia. Quello di Arte Extra-europea si concentra soprattutto sull’arte asiatica e africana, dall’India (la regione del Mekon) all’area himalayana (Nepal e Tibet) fino ad arrivare all’Africa Subsahariana; un particolare occhio di riguardo sarà rivolto ai pezzi scultorei provenienti dal continente africano. La selezione e i delicati controlli qualità saranno condotti da capi dipartimento specializzati nelle rispettive materie di studio.
Al consulto specialistico, si affiancheranno le immancabili capacità ed esperienze di vendita dei soci fondatori della SpA: Diego Piacentini, Senior Vicepresidente di Amazon International, Rolando Polli, ex-Chairman Mc Kinsey&Co, Giancarlo Meschi ex-Amministratore Apple Italia, Attilio Meoli, Finarte per l’intero decennio 1984-1994, Marco Faieta già responsabile di grandi commesse ingegneristiche per il Gruppo Finsider, e Simona Valsecchi, fiscalista con incarichi negli Organi di Controllo di alcuni fondi di investimento.
Il rilancio avverrà su grande scala. Dopo le due aste in programma per l’anno venturo (dove l’arte europea non mancherà), il piano di sviluppo arriverà alla quotazione di titoli in borsa, al fine di avere a disposizione risorse da destinare a operazioni a livello internazionale. Per la casa d’asta che – con la prima digitalizzazione integrale di un catalogo – nel 2000 aveva iniziato un’attività di vendita online in tutti i settori del collezionismo, dai gioielli ai dipinti, dai libri alle stampe, dagli oggetti d’antiquariato all’arte moderna e contemporanea, rilevante sarà il canale online. L’asta in sala sarà certo fondamentale, per quanto un’attenzione particolare verrà rivolta alle possibilità aperte dal bid online.
La consulenza, la valutazione e il management finanziario di fondi privati e d’impresa, torneranno a essere fondamentali per il brand Finarte, quello della prima società al mondo a operare finanziamenti in un campo che non aveva alcun credito presso le istituzioni bancarie. Londra l’ha conosciuta nel 1993, anno dello sbarco Oltremanica con l’apertura di una sede di rappresentanza – ci sono oggi tutti i presupposti perché la gloriosa Finarte divenga un degno competitor per le tanto amate Italian Sale.