Esuberi Alitalia, in aiuto i fondi UE

Le trasformazioni del mercato internazionale, in un contesto globalizzato, spesso comportano delle conseguenze negative per quelle aziende che faticano a seguirne il ritmo vorticoso. È ciò che sta accadendo già da tempo alla compagnia aerea di bandiera Alitalia, che di recente ha subito il licenziamento di 1250 lavoratori: il maggior numero di esuberi si è registrato nella regione Lazio, dove nel periodo 2008-2013 sono stati persi ben 38mila posti di lavoro.

Questa situazione di allarme è imputabile a un progressivo rallentamento nella crescita del traffico aereo in Europa, contrastato dai grandi risultati ottenuti da aree extra-UE, in particolare il Medio Oriente con gli scali intercontinentali di Doha, Abu Dhabi e Dubai. Se infatti l’aumento di passeggeri da e verso l’Italia viene gestito da colossi economici provenienti da tali aree geografiche, a farne le spese è proprio il nostro vettore nazionale Alitalia. Tali cambiamenti hanno portato a una lenta diminuzione del numero di passeggeri nel 2014, con un calo del 3,6% rispetto al 2013 e del 6,4% rispetto al 2012.

Ma è sin dal 2009, con la privatizzazione aziendale, che Alitalia soffre di ingenti e costanti perdite economiche, che hanno portato alla partnership di “salvataggio” con la compagnia aerea Etihad degli Emirati Arabi. Nelle scorse settimane, la Commissione europea ha deciso di stanziare 1,4 milioni di euro per sostenere 184 ex dipendenti Alitalia nella ricerca di un nuovo lavoro, utilizzando le risorse del Fondo Europeo di adeguamento alla Globalizzazione (FEG).

Tali aiuti finanziari forniranno supporto al personale licenziato nell’affrontare le difficoltà legate al reinserimento nel mondo del lavoro: il programma di sostegno prevede un bilancio di competenze, un training formativo con supporto nella ricerca di nuove aziende, oltre a un bonus mobilità per frequentare corsi di formazione professionale e incentivi all’assunzione.

IL FEG, attivo dal 2007, è stato creato appositamente per sostenere le aziende che provano ad adeguarsi alle conseguenze del commercio globale. Fin dal suo avvio, ha contribuito al ricollocamento professionale di oltre 130mila lavoratori, con un investimento di 550 milioni di euro. Per il periodo 2014-2020 ha subito un lieve ritocco strutturale, ampliando il suo campo di intervento a favore di lavoratori autonomi e giovani in cerca di nuova occupazione.

Marianne Thyssen, Commissaria UE per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori: «Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione è un segno concreto della solidarietà europea. A causa della globalizzazione, molti settori e attività industriali in Europa stanno attraversando una fase di grandi cambiamenti strutturali. Attraverso questo Fondo, stiamo sostenendo la transizione dei lavoratori ex Alitalia verso nuovi posti di lavoro. I risultati mostrano un incoraggiante tasso di ricollocamento pari a quasi il 50% tra i lavoratori che hanno beneficiato di questa forma di assistenza personalizzata e mirata».

Il costo complessivo del pacchetto sarà pari a circa 2,3 milioni di euro, di cui il FEG erogherà 1,4 milioni; i rimanenti 900mila euro saranno a carico di fonti nazionali. La proposta sarà sottoposta all’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio dei ministri della UE.

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

ComproOro, specchio dei tempi

successivo

Aspirante vedovo (Film, 2013)

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *