I sette e mezzo Re di Roma
Vittorio Casamonica è morto. Scritto così per la maggior parte dei viventi sarebbe solo un necrologio come tanti; invece no. Lui era un Re di Roma. Ed ha avuto i funerali adatti al suo rango; una carrozza che mi sono chiesta se l’hanno trovata a Cinecittà, cavalli neri e petali di rose che cadevano dal cielo gettati da un angelo travestito da elicottero. Mancava il cavallo nero ad aprire il corteo, quello senza sella che non sarà mai più montato, in lutto anche lui a vita. E poi il re è morto al momento giusto, in agosto quando tutti sono in ferie e certe robe son più facili, anche bloccare un quartiere intero.
Certo è che la banda degli uomini che vivono a loro insaputa, cioè il nostro Interior Minister e il Prefetto e tutto il cocuzzaro non ne sapevano nulla e si sono incazzati come poche volte. Poffarbacco avrà pensato Anghelino: poffarbacco che cadavere! Cullato dalle onde del mar gli deve esser andata di traverso una vongola sapendo cosa era successo.
Il povero parroco allarga le braccia: cosa doveva fare? Non si nega un sacramento a un timorato di Dio. “Hai conquistato Roma ora conquisterai il mondo”, si leggeva nei manifesti. E le note della colonna sonora de Il Padrino accompagnavano il tutto. Perché stupirsi mi chiedo io è perché mai la Welby si è risentita? A suo marito la stessa parrocchia negò il funerale; ma come può pretendere che Dio accetti uno che vuole l’eutanasia? Meglio un bravo delinquente che però va a messa e soprattutto fa offerte.
I Casamonica sono una famiglia di origine Sinti trasformatasi, come dice la Procura antimafia, in un gruppo criminale da mille affiliati. Sono comparsi anche nell’inchiesta di Mafia Capitale. Spesso oggetto di indagini e retate, nel 2013 per loro anche una brutta storia che ha coinvolto un magistrato, Roberto Staffa, accusato di aver preteso favori sessuali dalla moglie di Consiglio Casamonica per liberare il marito. Insomma di tutto di più. E allora sfarzo lacrime e petali di rosa.
In Italia funziona così; le cose accadano, i boss muoiono, i ministri ignorano. E a Totò gli fanno un baffo perché la morte – in Italia, aggiungo io – è ‘na livella. il Re è morto abbasso il Re.