Roma, il nostro tormento

Un’estate strana, questa; nemmeno un tormentone musicale tipo Vamos a la Plaja dei miei tempi oppure Macarena oppure Cuore Sole Amore, insomma; invece dei tormentoni ci sono stati i tormenti. Un caldo asfissiante ha rilasciato negatività ovunque anche se in alcune parti della nostra Italia si è palesato più che in altre. Penso ai tanti bidè all’aria aperta fatti da accaldati turisti in fontane rinascimentali; oppure bagni notturni alla faccia di Bernini e Borromini. Che dire poi dei pediluvi ovunque, sotto scritte in quattro lingue che lo vietavano? Insomma parlo della città più maltrattata d’Italia, Roma.

La sporca Roma, la nauseabonda Roma, quella città che non ha più identità, che viene profanata ogni giorno da turisti ignobili che incidono le loro iniziali su pietre millenarie, testimoniando la loro squallida esistenza con un gesto che dovrebbe comportare il taglio della mano. Io ho sempre sostenuto che a Roma si dovrebbe dare un pass speciale ai turisti; prima di ottenerlo dovrebbero dimostrare di esserne all’altezza, di saper rispettare la città e i suoi tesori. Troppo difficile, forse troppo fascista? Meglio allora la democratica abitudine di lasciare che questa gentaglia mangi seduta le loro frittate unte sulle scalinate di Piazza di Spagna oppure bivacchi davanti al Pantheon.

Noi romani non abbiamo nemmeno una Giunta; abbiamo un tipo discutibile che continua ad asserire di essere uno onesto, uno che non ha squadra, che ha fatto più guai lui di dieci Alemanno, uno che ha un ego gigantesco. Allora che vogliamo fare? Se loro, gli addetti ai lavori, non riescono a mandarlo via, perché non ci proviamo noi semplici cittadini? Mandiamo mille duemila tremila diecimila centomila email, fax e lettere scrivendo solo vattene; lo prenderà in considerazione? Oppure sarà per lui uno schiaffo tale da cominciare a fare davvero il suo lavoro? Penso con ansia al prossimo Giubileo e mi sembra che Francesco stavolta ci abbia fatto un vero scherzo da prete, chissà se sopravviveremo.

Siamo comunque tutti a rischio serial killer, ma non di esserne vittime, ma di diventarlo. La città è finita, andate e non tornate mai più.

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

Funerali di un capoclan

successivo

Polder cinesi, verso un disastro ecologico

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *