Droghe 2.0

Il traffico della droga è un impero che nel mondo può contare su 25 milioni di tossicodipendenti e 200mila persone che assumono droghe almeno una volta all’anno, per un giro d’affari globale di 320 miliardi di dollari (Dati Onu). In Italia i dipendenti sono oltre 438mila, per un fatturato del narcotraffico stimato intorno ai 24 miliardi di euro. Ma se la cannabis continua a essere la sostanza più usata, anche nel nostro Paese cresce il consumo di droghe sintetiche prodotte in laboratorio, come quelle cucinate da Walter e Jesse: ecstasy, anfetamine, metanfetamine, LSD. Non solo: combinazioni nuove di molecole entrano ogni anno nel mercato, in una rincorsa continua da parte di polizia e ministero della Salute all’aggiornamento delle tabelle delle sostanze stupefacenti per identificarle e curare i sintomi inaspettati che producono.

Un fenomeno di nicchia, qualcuno si ostina ad affermare. Riservato ai giovanissimi e confinato in ristrette cerchie di “psiconauti” che sperimentano nei rave o a domicilio e poi condividono esperienze nei forum. “Anche la cocaina è stata un fenomeno di nicchia per decenni in Italia”, dice il dottor Paolo Tagliaro dell’Università di Verona che per il Dipartimento Politiche Antidroga ha condotto una ricerca sulle nuove droghe.Circa 54 mila ragazzi, stando alle stime, si fanno “alla cieca”: per uno su quattro prendere una pasticca o bere un liquido di cui si ignora il contenuto è la prassi e non consola che in oltre la metà dei casi si tratti di un miscuglio di erbe ignote, visto che non pochi prodotti “naturali” fanno male.

“Metà della casistica da noi riscontrata riguarda persone sopra i 35 anni”, ricorda invece il dottor Carlo Locatelli del Centro Antiveleni di Pavia. Mentre l’Italia non ha ancora deciso se rilanciare o conservare il Dipartimento Politiche Antidroga teenager, studenti e professionisti in cerca di evasione a basso rischio (sul fronte legale) scoprono sempre più numerosi il fascino del “buy-chemicals” on line. Un mercato diventato fonte di concorrenza per le organizzazioni criminali, in grado di sfuggire al loro controllo. Le droghe sono ormai sostanze associate automaticamente al sabato notte, alla vita da discoteca. L’opinione pubblica ha le idee molto chiare su questo argomento: nelle discoteche e nei luoghi di divertimento giovanile viene fatto uso e abuso di stupefacenti, di sostanze che deformano la realtà.

Le organizzazioni criminali che gestiscono il business delle pasticche sintetizzano sostanze che non sono ancora inserite nell’elenco degli stupefacenti vietati dalla legge, così la tabella deve essere continuamente aggiornata. Vi è inoltre un vasto numero di  spacciatori  “fai da te” che giocano al piccolo chimico e confezionano mix di droghe “su misura”.  “Sapere cosa c’è in una pasticca è quasi impossibile, lancia l’allarme il capo della Squadra mobile, il vicequestore aggiunto, Massimiliano Ortolan. E proprio per questo l’assunzione di quelle droghe sintetiche è sempre più pericolosa.”

Eppure la diffusione delle “pillole della felicità” è in costante ascesa e tocca ragazzi e ragazze sempre più giovani. “Si comincia anche a 13 o 14 anni”, ha confermato la responsabile del Dipartimento delle dipendenze dell’Ass 4, Maria Maisto, tanto che l’Azienda ha avviato una collaborazione con la Neuropsichiatria infantile. “È difficile fare l’identikit di questi ragazzi – ammette Sabrina Molinaro, dell’Ifc-CNR, responsabile dello studio . Non hanno voti più bassi, non arrivano da uno specifico ceto sociale, non fanno più assenze a scuola: sono più spesso maschi vicini alla maggiore età, in media hanno meno interessi rispetto agli altri, ma non c’è nulla che possa aiutare davvero a intercettarli. Tanti mixano la pillola nuova di cui non si sa nulla con altre sostanze: il poli-abuso è sempre più comune, in sostanza molti prendono quel che trovano”.

Mandar giù una droga qualsiasi è un segnale inquietante: significa non preoccuparsi più neppure dell’effetto, ma cercare emozioni a prescindere da qualsiasi considerazione. “Non c’è più alcuno stigma nel drogarsi: non viene percepito come un problema, anzi lo “sfigato” è chi rifiuta la pasticca, sottolinea Carlo Locatelli, responsabile Centro Antiveleni – CNIT (Centro Nazionale di Informazione Tossicologica) della Fondazione Maugeri di Pavia . “Purtroppo il fenomeno è fuori controllo: esistono circa 470 nuove sostanze psicoattive, in continuo aumento e per tutti i gusti. Il nome peraltro inganna: queste droghe agiscono sul sistema nervoso, ma sono tossiche anche per altri organi. I cannabinoidi sintetici, ad esempio, hanno effetti più simili alla cocaina e aumentano molto il rischio di eventi cardiovascolari”.

Sul fronte della cannabis, aumenta la diffusione dei cannabinoidi sintetici, prodotti soprattutto in Cina. Una volta spedite in Europa sotto forma di polvere, queste sostanze chimiche vengono solitamente aggiunte a materiale vegetale e imballate per essere vendute come “droghe legali”. Cambia la produzione di marijuana, con l’introduzione di tecniche di produzione intensiva in Europa, e la coltivazione di nuove piante ad alta concentrazione di Thc in Marocco.  Anche sul fronte degli oppiacei le autorità hanno segnalato la diffusione di nuovi prodotti sintetici. Mentre nel settore delle metamfetamine, sono i precursori chimici necessari per la produzione a fare la differenza, facendo registrare un aumento della purezza dei cristalli sequestrati.

Internet e social network rappresentano una piazza importante per lo spaccio delle nuove sostanze psicoattive. Nel 2014, uno studio dell’Emcdda ha individuato 651 siti web che vendevano “droghe legali” agli europei, e le ricerche condotte nel 2014 hanno identificato siti che commerciavano droghe specifiche come l’oppiaceo sintetico MT-45, a volte in partite da un chilogrammo. Il pusher 2.0 usa la messaggistica di Facebook, o anche quella di WhatsApp.  Così si concordano prezzo e luogo di scambio. E la bustina, a volte, viene consegnata a domicilio. Un servizio completo e meno rischioso rispetto allo spaccio di strada.

La politica dovrà per forza mettere mano a un adeguamento dello strutture di gestione delle tossicodipendenze, che fanno quello che possono, ma che vanno aggiornate alle nuove esigenze. E dovrebbe essere ormai una priorità un “tavolo” politico in cui si inizi un dibattito concreto, capace di voltare le spalle ai diversi lasciti ideologici, di qualunque segno.

©Futuro Europa®

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