Vendemmia 2015 in anticipo e produzione in crescita
Da circa un decennio la vendemmia in Italia non era iniziata mai così in anticipo e si prevede, inoltre, un aumento della produzione stimato intorno al 5% rispetto all’anno scorso, per un totale atteso intorno ai 44 milioni di ettolitri di ottima qualità. La prima vendemmia è avvenuta, con una settimana d’anticipo rispetto al 2014, in Franciacorta dove si raccolgono le uve bianche destinate alla produzioni di spumanti che tradizionalmente sanciscono l’avvio delle vendemmia in Italia. Le condizioni climatiche con il grande caldo hanno accelerato i processi ed anticipato la raccolta.
La vendemmia parte sempre con le uve pinot e chardonnay in un percorso che proseguirà a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si concluderà addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nebbiolo e Nerello. Lo stato fitosanitario dei vigneti è molto buono con assenza di situazioni di criticità e la qualità attesa è superiore a quella dello scorso anno. Le temperature record di luglio hanno però fatto aumentare l’impegno ed i costi dei viticoltori che per scongiurare il rischio siccità sono dovuti intervenire con mirate irrigazioni di soccorso specie nei vigneti più giovani.
La produzione Made in Italy sarà destinata, salvo sconvolgimenti dell’ultima ora, per il 40% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% ai vini da tavola. Nel primo quadrimestre del 2015 le esportazioni sono intanto aumentate del 6% in valore, con il risultato che oltre la metà del fatturato realizzato dal vino quest’anno sarà ottenuto dalle vendite sul mercato estero.
Con l’inizio della vendemmia si attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e crea occupazione per 1,25 milioni di persone. Nella vendemmia 2015, con 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole, si prevede, causa la persistente crisi, la presenza di un maggior numero di italiani, soprattutto giovani, rispetto agli extracomunitari, come confermano le richieste di lavoro.
La decisa svolta verso la qualità, nel settore vinicolo, ha messo in movimento un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale anche attraverso l’integrazione di categorie come giovani, donne e immigrati che in questo momento hanno maggiori difficoltà nell’accesso al lavoro. Oltre alle persone impegnate nelle vigne, la raccolta dell’uva attiva ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie.