Da che parte sta NCD?
Una contraddizione che sta già nel nome. Il Nuovo Centrodestra governa con la sinistra. Il partito dell’ex delfino azzurro, Angelino Alfano, vira pericolosamente sempre più nella direzione del Pd di Matteo Renzi e, almeno per alcuni, rischia una vera e propria deriva. Non ha usato mezzi termini l’ex ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo che ha lasciato il partito: “Mi ero illusa che onorasse il nome che porta, Nuovo Centrodestra” – ha commentato la De Girolamo – “e invece stanno lavorando per aggregarsi al centrosinistra”.
Una sorta di perdita di identità. Sembra passata un’eternità dai tempi in cui Alfano compariva a fianco dell’ex Cav in attesa di successione. La storia, invece, è andata diversamente e ora Ncd deve scegliere se continuare a governare con la sinistra oppure allearsi al centrodestra nelle prossime tornate amministrative. Pensare di fare entrambe le cose sarebbe piuttosto contradditorio. Ma tant’è. “Se si rivotasse domani – ha aggiunto De Girolamo – Ncd si candiderebbe con Matteo Renzi, con l’obiettivo di rimettere insieme tutte quelle forze più disparate che, a vario titolo, si autodefiniscono moderate”.
Ncd è a un bivio. Continuare a percorrere la strada filogovernativa con il rischio di diventare un altro partito (nuovo) di centrosinistra, oppure tornare nel centrodestra e arrivederci a poltrone da ministri. I parlamentari alfaniani sono 69 in totale, tra deputati e senatori. Lo scenario peggiore sarebbe il un’altra scissione tra filogovernativi e nostalgici del (vecchio) centrodestra. Davvero non ci sarebbe alcun imbarazzo ad andare a braccetto al Pd in alcuni Comuni nelle elezioni 2016 e con Forza Italia e Lega in altri? In Sicilia, ad esempio, nell’ultima tornata di amministrative il movimento di Alfano si è già presentato con il Pd.
Se non lo si vuole chiamare bivio, di certo si potrebbe definire banco di prova. Renato Schifani, Roberto Formigoni e Carlo Giovanardi non hanno nascosto il loro disappunto per questa marcia che li porta sempre più a sinistra. L’ex ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha detto che faticherebbe a gestire un Ncd allineato con il Pd. Insomma di spunti critici ce ne sono molti, forse più di quelli favorevoli a questo matrimonio politico prolungato con il premier. Nel fine settimana Matteo Renzi in un’intervista al Corriere della Sera ha ribadito come “le unioni civili si faranno” perché dobbiamo “uscire da vent’anni di scontri ideologici”. Come si comporterà il Nuovo Centrodestra, voterà a favore delle unioni?
Non è facile governare con il centrosinistra e chiamarsi Nuovo Centrodestra. Forse sarebbe più coerente, per continuare a restare nell’esecutivo, cambiare nome perché di destra e anche di centro, nel partito di Angelino, resta davvero ben poco.