Roma, con Prosperetti aria nuova a Palazzo Massimo
Francesco Prosperetti, nominato lo scorso fine febbraio dal Ministro MiBACT Dario Franceschini come Soprintendente speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’area archeologica di Roma, fa cambiare aria agli uffici della Soprintendenza a Palazzo Massimo. Prosperetti adotta l’anastilòsi, scommette sul contemporaneo e su servizi di qualità, verso l’aumento degli introiti in particolare derivanti dal Colosseo, la gallina dalle uova d’oro della Soprintendenza, l’unica soprintendenza che – con un bilancio annuo di 50 milioni di euro – non riceve contributi pubblici e che non solo è autonoma, ma anzi devolve parte dei propri utili ad altri enti culturali.
Per chi non lo conoscesse ancora, lui è l’architetto che come Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e ad interim per alcuni mesi Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, ha seguito la realizzazione del nuovo Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, dove sono custoditi i Bronzi di Riace, e si è prodigato per il piano di investimenti relativo al Parco Archeologico di Sibari. A lui Franceschini aveva promesso telefonicamente la Direzione Generale per Arte ed Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, poi finita a Federica Galloni – Prosperetti aveva addirittura presentato ricorso al TAR.
È sempre lui l’ideatore dell’anastilòsi del Tempio della Pace, di cui si è già visto e criticato l’impiego del cemento nella ricostruzione di due prime colonne. Ma si tratta di solo una delle novità che porterà il nuovo arrivato. Certo che chi ci pensava più alla pratica dell’anastilòsi, dopo i grandi cantieri alla fine degli anni ’50 presso la Villa Romana del Casale a Piazza Armerina (EN) e Villa Adriana, e gli interventi episodici successivi. Rendere leggibile il sito diventa possibile e fondamentale “quando ti ritrovi dei reperti tutti catalogati, in fila, su dei rialzi di legno, lasciati come in un magazzino all’aperto.” – come dichiara lo stesso Prosperetti.
Il Foro della Pace è situato all’interno della parte comunale dei fori, ma la gestione è statale. Il neo-funzionario MiBACT sta cercando di ottenere dalla Soprintendenza di Torino un architetto esperto in anastilòsi. Con il Comune verrà avviata una collaborazione destinata alla ricostruzione parziale della Basilica Ulpia, il più grande edificio civile della Roma antica, costruita dall’Imperatore Traiano fra il 105 e il 112 d. C.. Pure la Meta Sudans, la fontana d’età flavia a lato del Colosseo demolita negli anni ’30, verrà parzialmente ristabilita.
E tra Fori Comunali e di Fori Statali, un’unificazione s’ha da fare. Sul fronte ministeriale sta nascendo consorzio; a spaventare è il Comune Roma. Il quadrilatero disegnato da Piazza Venezia, Fori Imperiali, Colosseo, Colle Oppio, Campidoglio-Teatro di Marcello, Foro Romano, Palatino e Circo Massimo, potrà finalmente essere denominato “Area Archeologica Centrale”. Dopo la relazione presentata a fine gennaio dalla commissione paritetica MiBACT-Roma Capitale, non ci sono stati sviluppi degni di nota. Per quanto riguarda il Colosseo, la commissione si esprime favorevolmente alla recente proposta di ricostruzione dell’arena, rendendo visitabili anche gli ambienti sotterranei. La commissione auspica inoltre che il Foro romano torni ad essere gratuito per tutti i cittadini e i visitatori, e l’approvazione di una legge speciale per Roma.
“Facciamo (riferendosi alla Sua Soprintendenza) fronte a tutto il patrimonio archeologico di Roma e di Ostia grazie agli introiti del Colosseo: qui entrano 6 milioni di persone ogni anno e dobbiamo trattarle meglio sotto ogni punto di vista. Dobbiamo lavorare sulla bigliettazione, sulle membership, sui tempi, sulle code, sul fundraising che può essere fatto anche in modalità crowdfunding, vista la quantità di contatti che facciamo.” 5 milioni verranno spesi per un grande centro servizi sotterraneo a fianco del Colosseo, per il quale presto sarà lanciata una gara d’appalto.
Rispondendo alle necessità di tre fasce di visitatori, dopo la rimozione dei camion bar Colosseo, si provvederà all’installazione di distributori automatici d’acqua e all’apertura di una caffetteria, oltre all’inaugurazione di un ristorante gourmet che sorgerà sul piano alto e sulla terrazza del Museo Palatino. Oltre alla Meta Sudans, la piazza del Colosseo, inserita in un’opera di pedonalizzazione potenzialmente totale in futuro, andrà completamente ripensata. C’è l’idea di togliere la cancellata dall’Arco di Costantino, come quella di creare una struttura semisotterranea che consenta di visitare i ritrovamenti – conseguiti dai Fratelli Panella – di templi arcaici situati tra la Meta Sudans e la Via Sacra.
Parlando di arte contemporanea, il pensiero vola alle Terme di Diocleziano, che cambieranno entrata a settembre, in concomitanza con la mostra di Henry Moore. Il prossimo anno ci sarà una proposta strepitosa, che verrà annunciata sempre a settembre. “Qui l’intenzione è iniziare a fare davvero grandi numeri – con mostre che devono essere profit – e anche grazie all’arte contemporanea, appunto. Poi con il Festival Romaeuropa iniziamo a fare teatro, ad esempio quest’anno partiamo dal Planetario, che si riapre per l’occasione.”
Ma il contemporaneo toccherà forse anche il Colosseo, dove la mania di ricostruzione vorrà un’arena contemporanea, dal punto di vista architettonico e dei materiali. Verrà previsto un concorso oppure un incarico diretto all’ennesima archistar. “Dedicheremo questi due anni ancora di sponsorizzazione, per fare rilievi e studi.” Non è che si può continuare a cavarsela con un tappeto di sabbia fittizio. Occorre pensare a qualcosa che riconsegni la componente estremamente dinamica della macchina scenica, che un tempo contava un sessantina di ascensori.