Squinzi, Sindacato fattore di ritardo per la ripresa
La ripresa in Italia è molto lenta. Colpa anche del sindacato perché “è un fattore di ritardo”, macché, “a rallentare sono le imprese”. Botta e risposta alla festa milanese del Pd tra il Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi e le sigle sindacali Cgil e Uil. L’affondo del numero uno di Confindustria arriva dopo il colloquio con il Ministro alle Infrastrutture, Graziano Derio, sulla questione del lavoro a Ferragosto, diventato un caso nazionale dopo la vicenda dello stabilimento veneto della Electrolux. “Un sindacato moderno deve avere la capacità di rispondere in maniera corretta per non perdere opportunità di lavoro”.
La sfida si gioca tutta sulla velocità e i sindacati in Italia non sono un fattore che contribuisce a farla aumentare. “In un’epoca in cui l’economia si muove a una velocità supersonica – ha aggiunto Squinzi – il fatto che ci si possano mettere quasi due anni per poter scrivere un accordo specifico sulla rappresentanza, che è un fattore di democrazia, non è il modo giusto di fare le cose”. Riferendosi allo stabilimento dei frigoriferi Electrolux, Squinzi ha precisato di “essere d’accordo con Renzi” e che il sindacato “ha fatto tardare l’efficienza e l’ammodernamento del Paese”. Ma non si rinuncia al dialogo che “abbiamo tenuto aperto con questo sindacato” al fine di firmare l’accordo sulla rappresentanza che “ci è costato una fatica enorme”.
La replica alle dichiarazioni del Presidente degli industriali non tardano ad arrivare. Il leader della Uil, Carmelo Barbagallo ha parlato di “accuse generiche ai sindacati che lasciano il tempo che trovano: Confindustria con chi parla e di cosa parla?”. La responsabilità del ritardo italiano è delle imprese che “non investono in ricerca, innovazione, processi e prodotti”, ha concluso il sindacalista. A fare da eco alle posizioni della Uil c’è la Cgil che con Susanna Camusso rileva che Squinzi “continua a usare luoghi comuni” e resta “nel coro di un dibattito che ha caratterizzato anche il governo, che non riuscendo ad affrontare i problemi del Paese trova su chi scaricarli, e cioè sul lavoro”.
Confindustria fa un tifo spietato per la riforma fiscale annunciata dal governo Renzi. “L’importante adesso è trovare i modi con cui finanziare questa riduzione”, ha detto Squinzi. “Ritengo fondamentale mettere mano seriamente alla spending review”. Sul taglio della tasse sulla prima casa, resta da capire dove trovare le coperture. I Comuni dovranno in qualche modo compensare il minor gettito in entrata. A pensar male verrebbe in mente che la maniera più rapida sia quella di ritoccare, all’insù ovviamente, le aliquote Imu sulle seconde case.
C’è spazio anche per qualche consiglio su dove intervenire: “Il nostro mercato interno non sta andando, le esportazioni invece vanno molto bene. Non siamo come la Spagna, dove l’attività edilizia era il 28 per cento del Pil, non abbiamo una bolla speculativa da far scoppiare come in Spagna, ma dobbiamo rimettere mano all’edilizia, che è un settore che ha alta intensità di manodopera e ha bassissimo contenuto di importazione, quindi assolutamente virtuoso per il nostro Paese”. Ultima considerazione anche per le infrastrutture che secondo Squinzi necessiterebbero di maggiori investimenti: “Spendiamo in infrastrutture il 2,1 per cento e questo ci sta facendo accumulare ritardi di fronte agli altri Paesi europei, dobbiamo aumentare gli investimenti. L’alta velocità ha cambiato la vita e l’efficienza del Paese”.