Il peggio non finirà mai

Ci ricordiamo tutti la strage di Charlie Hebdo. Tutti erano Charlie, tutti in lutto. Erano vignette brutte che potevano anche restare solo tali, invece sono diventate simbolo di martirio. La satira, dissero, era libertà e speranza. Invece no. Comunque la si vuole pensare, la morte non è mai la soluzione.

Adesso, dopo i recenti fatti crudeli che hanno costretto il mondo a guardare un povero bimbo morto su una spiaggia, Charlie ha voluto dire la sua. Cosa esattamente non si è capito, talmente brutte le vignette che hanno raccapricciato pure i sostenitori ad oltranza. Si è persa la via di mezzo, il buon senso, la ragione. Ora deve essere tutto sopra le righe per essere captato, riportato, segnalato. Altrimenti l’indifferenza.

Questi guru-martiri hanno pubblicato una vignetta dove sovrasta un cartello pubblicitario che riporta la scritta “Promozione: due menù-bambino al prezzo di uno” e dal quale si affaccia un clown di una nota catena di fast food posizionato sulla spiaggia dove si trova riverso il corpo del povero bambino annegato. Poi hanno fatto una vignetta dove hanno scomodato Cristo che dice che i cristiani camminano sulle acque invece i musulmani affogano, insomma robetta così.

Stavolta, la satira del giornale francese sta indignando e dividendo l’opinione pubblica: decisamente, vuole dire che ci sono argomenti sui quali non si può fare satira o umorismo macabro e quello del bimbo morto è uno di questi. Come sempre c’è invece chi difende le scelte fatte dal giornale, perché esiste la libertà di espressione, la libertà di parola, la libertà di pensiero. Si è però persa traccia della libertà di compassione. E pare sia difficile da ritrovare.

©Futuro Europa®

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