Ortofrutta, boom albicocche nonostante la crisi
Nonostante la crisi del settore ortofrutticolo italiano, che perdura da alcuni anni, le albicocche stanno avendo un grande successo anche grazie alla grande innovazione varietale. Frutti comodi da mangiare, ricchi di vitamina A e C, di fibre e di potassio, stanno vivendo un periodo positivo dal punto di vista commerciale.
Per l’annata 2015 in Europa si attendono 510mila tonnellate di albicocche con una flessione del 4% rispetto al 2014. Le produzioni 2015 vedono l’Italia in calo di circa il 7% rispetto al 2014, una tendenza simile a quella della Grecia mentre per la Spagna si presuppone una crescita del 12% rispetto all’anno scorso e del 21% rispetto alla media 2009/2013. L’Italia è il quinto produttore al mondo dopo Turchia, Iran, Uzbekistan e Algeria, le regioni più importanti per la produzione che rappresentano ognuna circa il 25% della produzione nazionale sono l’Emilia-Romagna, la Campania e la Basilicata.
L’export italiano di albicocche, secondo i dati del Centro servizi ortofrutticoli, è in fase di forte crescita ed i mercati più rappresentativi rimangono i Paesi dell’Unione Europea che, nel 2014, hanno costituito il 94% del totale. Il mercato tedesco ha assorbito il 45% del totale destinato all’estero, come nel 2013, ma con un incremento del volume pari a +60%. Al secondo posto si conferma l’Austria con volumi solo di poco superiori al 2013, mentre seguono con incrementi nettamente maggiori sullo scorso anno, le spedizioni in Slovenia, Croazia e Repubblica Ceca.
Le esportazioni verso i mercati dei extraeuropei hanno coperto il 5% del totale, una quota leggermente inferiore rispetto agli anni più recenti. Tra questi primeggia la Svizzera mentre la Russia, prima dell’attuazione dell’embargo aveva assorbito quantitativi nettamente maggiori nella fase iniziale della stagione. Tra le altre destinazioni: Emirati Arabi e paesi africani (Libia ed Egitto). Nel 2014 l’Italia ha importato il 7% in più di albicocche rispetto alla stagione antecedente. La frutta è arrivata dai Paesi dell’Unione Europea, confermando la riduzione del prodotto in entrata dai Paesi nordafricani.
L’innovazione nella varietà sull’albicocco, avvenuta negli ultimi dieci anni, ha completamente rivoluzionato la tipologia del prodotto sul mercato. L’albicocco, fino a pochi anni fa, era rappresentato sul mercato da una gamma varietale con caratteristiche molto differenziate a seconda del periodo di maturazione del frutto.
Il calendario di produzione si concentrava su 4 o 5 settimane al massimo mentre ora riesce a coprire un periodo molto più ampio che si avvicina a quello delle pesche e nettarine anche se più breve nella fase tardiva.
L’aspetto estetico ha visto la totale sostituzione delle vecchie varietà di color giallo con varietà nuove di un arancione intenso e in alcuni casi con una pigmentazione rossa diffusa. Il frutto, un tempo, soffriva di scarsa resistenza alla manipolazione e al confezionamento, oggi presenta caratteristiche tali da renderlo facilmente trasportabile anche in paesi lontani.
Un buon risultato per un settore in difficoltà che sopravvive tra il calo di produzione e un minor commercio di frutta per la crisi che ha colpito le famiglie italiane e, non da sottovalutare, l’embargo russo.