Grande prima italiana per Tissot
Roma – Nel mondo dell’arte c’è grande fermento per la prima grande mostra italiana dedicata a James Tissot inaugurata ieri: una selezione di 80 opere, provenienti dal Museo d’Osay, dal Petit Palais e dal Tate di Londra, che rimarrà presso le sale del Chiostro del Bramante per essere ammirata dal pubblico.
La curatrice della mostra Cyrille Sciama, grazie alla collaborazione tra Dart, Chiostro del Bramante, Arthemisia Group e il Patrocinio dell’Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Roma, ha organizzato un percorso che si snoda tra i vari punti cardine della vita di uno dei più originali pittori dell’Ottocento. Tra le opere, che potranno essere ammirate fino al 21 Febbraio 2016, troveremo capolavori come La figlia del Capitano e La figlia del guerriero che lasciano emergere i tratti più salienti della personalità dell’artista, come la grande profondità psicologica, e il suo talento di abile colorista.
Il suo stile è inconfondibile, si muove tra influenze preraffaellite e impressionismo; i suoi quadri sono uno specchio del tempo, immortalano scene di vita sociale regalando l’opportunità di conoscere la moda che in quegli anni era in voga. Fine osservatore del suo tempo, Tissot fu uno dei pochi pittori a comprendere il potenziale della borghesia parigina, prima, e dei commercianti londinesi poi, riuscendo così a far apprezzare le sue opere e riscuotere un sempre maggiore successo.
Grazie alle doti imprenditoriali ereditate dalla famiglia seguì il mercato d’arte con attenzione; ciò lo portò a trasferirsi da Parigi, dove conobbe Degas, a Londra dove riuscì ad ottenere grande successo tra la emergente classe di commercianti. Grazie a questi nuovi mecenati, si dedicò per anni alla pittura di scena contemporanea e riuscì ad ottenere grande notorietà grazie alle caricature e vignette pubblicate da Vanity Fair.
Il suo singolare modo di dipingere scene di vita sociale e questa sua rapida ascesa, generarono non poche gelosie tra i suoi colleghi e gli fecero guadagnare le critiche di John Ruskin che definì le sue opere “ semplici fotografie della nuova società volgare”. A Londra visse insieme alla sua amante, musa e modella Kathleen Newton, una passione molto forte che traspare dalla cura con cui ella veniva raffigurata nei dipinti. Quando la Newton morì a causa della tubercolosi, Tissot abbandonò Londra per recarsi in Medio Oriente, qui affinò la sua tecnica e lo studio del colore. Per molti anni riuscì ad essere apprezzato per gli scenari sontuosi e le donne attraenti delle sue opere, ma a poco a poco la sua arte divenne impopolare; morì a Buillon nel 1902.
Una esposizione ricca di elementi, in grado di affascinare ogni appassionato di arte, di moda e sociologia.