Sangue del mio sangue (Film, 2015)

Quattro film in concorso al Festival di Venezia 2015: Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, L’attesa di Piero Messina, A Bigger Splash di Luca Guadagnino e Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio. Non essere cattivo di Claudio Caligari partecipa fuori gara, promosso da Valerio Mastandrea, ed è il vero grande film italiano che consigliamo di vedere a ogni costo. Tra gli altri bene Bellocchio (Premio della Critica Internazionale) e Gaudino (Coppa Volpi a Valeria Golino), male Guadagnino che imita l’inimitabile, senza infamia e senza lode Messina.

Per il momento siamo riusciti a vedere Sangue del mio sangue, ché in provincia non è facile recuperare film interessanti, invasi come siamo da prodotti commerciali. Per fortuna a Grosseto esiste il Cinema Stella, una sala che ricorda il passato, gestita da comune e dopolavoro ferroviario, una piccola sala d’essai, poco più grande del salotto di casa mia, dove si continuano a programmare visioni inconsuete, che vanno oltre il cinema di supereroi e il cartone animato per bambini e famiglie. È proprio in quella sala che sono in programma tra fine settembre e inizio ottobre: Sangue del mio sangue, Per amor vostro e persino Ritorno alla vita di Wim Wenders. In provincia abbiamo bisogno di luoghi idonei per fare cultura, una necessità vitale. Fa solo piacere che la Kansas City di Luciano Bianciardi l’abbia capito.

Sangue del mio sangue non è il miglior Bellocchio e non raggiunge le vette poetiche di Vincere, ma è un sentito omaggio del regista alla sua terra natale, dove da anni fa promozione culturale, gestisce un festival di cinema e manda avanti una preziosa scuola di recitazione. Bellocchio gira l’intera pellicola a Bobbio, con una stupenda fotografia notturna curata da Daniele Ciprì e un suggestivo accompagnamento musicale composto e diretto da Carlo Crivelli. Interpreti un gruppo di attori bravissimi, tutta gente che conosce bene, persino il figlio, ben calato nella parte principale.

Sangue del mio sangue sono due film in uno, con un salto temporale netto e deciso che separa le due sezioni impostando un totale cambio di prospettiva. Si passa dal film storico, stile tonaca movie alto – si pensi a Storia di una monaca di clausura di Domenico Paolella – che realizza il sogno di Bellocchio di girare la storia della monaca di Bobbio, a una commedia grottesca su corruzione e malaffare in provincia. Il filo conduttore esiste, impercettibile e lieve, sono due storie di clausura, la prima obbligata e la seconda voluta, con protagonista un vecchio conte che vuole fuggire da un mondo ormai incomprensibile. Bravissimo Roberto Herlitzka – non lo scopriamo certo noi – nei panni del conte che vaga per le strade di Bobbio come un vampiro, ancora affascinato dalla bellezza femminile. Indimenticabile il dialogo tra lui e il dentista (Bertorelli) su quanto sia cambiato il mondo e su come sia ormai diventato impossibile comprendere il cambiamento dei tempi. “Il tempo non lo fermi, è inarrestabile, persino Bobbio va avanti, persino la provincia, anche se non te ne rendi conto”.

Un film poetico, struggente, drammatico, impaginato da Bellocchio senza tanti problemi di continuità narrativa, quasi un testamento spirituale di un regista settantaseienne che ancora ha molto da dire. Il vero dramma è la mancanza di sale idonee a coinvolgere il pubblico in simili visioni.

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Regia: Marco Bellocchio: Soggetto e Sceneggiatura: Marco Bellocchio. Fotografia: Daniele Ciprì. Montaggio: Francesca Calvelli, Claudio Misantoni. Musiche: Carlo Crivelli. Scenografia: Andrea Castorina. Costumi: Daria Calvelli. Produttori: Simone Gattoni, Giuseppe Caschetto. Produttore Esecutivo: Alessio Lazzareschi. Case di Produzione: Rai Cinema, TV Svizzera. Paesi di Produzione: Italia, Francia, Svizzera. Distribuzione: 01 Distribution. Durata: 106’. Genere: Storico, Drammatico, Fantastico. Interpreti: Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Filippo Timi, Alba Rohrwacher, Federica Fracassi, Lidiya Liberman, Fausto Russo Alesi, Federica Fracassi, Alberto Cracco, Toni Bertorelli, Bruno Cariello, Ivan Franek, Elena Bellocchio, Sebastiano Filocamo, Patrizia Bettini, Alberto Bellocchio. Premio della Critica Internazionale al Festival di Venezia.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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Un Commento

  • Anch’io ho visto il film SANGUE DEL MIO SANGUE ieri sera nella sala cinematografica comunale di Sasso Marconi ( Bo ) dove , pur essendo una sala di provincia vengono proiettati film interessanti.
    Se non ricordo male hanno in programmazione PER AMOR VOSTRO.
    Cordiali saluti

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