Gli agricoltori in difesa del Made in Italy
Nelle scorse settimane si è svolta una grande manifestazione di protesta, con un presidio della Coldiretti alla frontiera tra Italia e Austria, per la salvaguardia dei nostri prodotti agroalimentari. Hanno raggiunto il Brennero agricoltori e allevatori di tutta Italia per lottare contro l’assenza di regole sull’etichettatura e per difendere l’economia e il lavoro delle campagne dai traffici di prodotti di bassa qualità che varcano le frontiere per essere, poi, spacciati come italiani.
Con l’intervento di Polizia, Carabinieri dei NAS e Guardia di Finanza sono stati fermati tir provenienti da oltre confine e controllate le merci. Sono state trovate mozzarelle perfettamente impacchettate con basilico, pomodoro e mozzarella sulla confezione, tanto per richiamare la bandiera italiana, e in più la scritta “ mozzarella fresca”. Difficile non pensare all’Italia ma in realtà il prodotto proviene dalla Polonia e, per la precisione, viene prodotto in uno stabilimento polacco da una ditta di Bolzano ed è destinato ad una ditta di Firenze: la scritta “mozzarella fresca” appare alquanto impropria visto che per arrivare a destinazione deve fare un viaggio di migliaia di chilometri.
Quello della mozzarella è uno dei tanti esempi di prodotti rinvenuti sui camion in transito al Brennero; infatti si è scoperta una notevole quantità di lattuga olandese destinata a Battipaglia, importante distretto delle verdure italiane di quarta gamma, cioè le verdure pronte per l’uso, attualmente molto usate, e di insalata fresca.
Il presidio Coldiretti ha scovato, inoltre, 20mila Kg di fagiolini freschi surgelati sfusi, in contenitori da 800 kg, pronti a finire nei minestroni italiani, ma anche latte austriaco diretto a La Spezia, cagliate tedesche dirette in Puglia, pancette fresche con marchio non identificabile, destinate ad un’industria di salumi di Verona, e porri e altre verdure, figli del sole per eccellenza, provenienti addirittura dalla Svezia e destinate ad una cooperativa in provincia di Bergamo. Per continuare con la verdura sono stati recuperati carote e cavolfiori, confezionati con i colori della bandiera italiana, diretti a Catania, con etichetta rimovibile pronte ad essere spacciate per italiane.
Le giornate al Brennero hanno confermato l’analisi condotta da Coldiretti relativa ai dati del commercio estero nel primo semestre del 2015 dove sono state riscontrate crescite del 12% per gli arrivi di carne di maiale spesso destinati a diventare prosciutti italiani, mentre le importazioni di cereali, pronti a diventare pasta e riso spacciati per Made in Italy hanno fatto registrare addirittura un vero e proprio boom (+59%), con un +77% per il grano e un +80% per il riso.
Ben definito l’incremento delle importazioni di frutta e verdura, +44%, con un aumento per il pomodoro fresco (+78%), ma in crescita anche quello concentrato (+72%). Aumentano anche gli arrivi di succo di frutta dall’estero con un +29%, spesso venduti come italiani perché sulle etichette non è obbligatorio indicare l’origine ma solo il luogo di confezionamento industriale.
In questo momento difficile per l’economia è necessario portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza, ma è altresì importante rendere trasparente anche l’indicazione dei flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero. La mancanza di regole certe sta mettendo seriamente a repentaglio il futuro dell’agricoltura italiana, sta indebolendo il nostro settore agroalimentare e, non ultimo, è a rischio la salute dei consumatori.