I ragazzi di RadioImmaginaria: “al microfono per dire quello che pensiamo”
In occasione della manifestazione FARETE 2015 organizzata a Bologna da Unindustria Bologna, tramite la prof.ssa Piera Viperini abbiamo potuto intervistare due membri di RadioImmaginaria, l’unica radio di adolescenti in Italia, realizzata, diretta e condotta da ragazzi tra gli 11 e i 17 anni. Comprende anche sedi all’estero, ma ci spiegano tutto Nicolò F. (16 anni) e Sara G. (15anni).
Radio Immaginaria, di cosa si tratta esattamente?
E’ la prima e unica radio nel suo genere nata in Europa, condotta da ragazzi dagli 11 ai 17 anni, sappiamo che la nostra generazione è sottovalutata e vogliamo dimostrare che è il contrario, che siamo e possiamo essere qualcosa di positivo che può essere proiettato nel futuro. Nata da un progetto scolastico di 5 anni fa a Castel Guelfo (BO), si è staccato ed è nata Radio Immaginaria. Un progetto che permette che noi, dagli 11 ai 17 anni, possiamo metterci davanti ad un microfono e dire quello che pensiamo, sia rispetto alla chiacchierata davanti alla macchinetta, sia rispetto ad un evento di portata mondiale, con le nostre parole però.
Quindi si tratta di un progetto europeo?
Si è scoperto con l’ultima partecipazione ad Expo, in cui siamo stati ospiti per dieci giorni del padiglione dell’Unione Europea, un progetto come il nostro nella UE non esiste.
Ma la vostra Radio ha sede solo in Italia o fate parte di un network europeo adesso?
Noi siamo anche all’estero, c’è un canale inglese da un paio di anni, e da pochi mesi anche la versione francese. Abbiamo una redazione a Londra ed una inviata in Canada a Montreal, mentre in Italia abbiamo venti redazioni.
Mi parlavate della vostra esperienza all’Expo, come è andata più dettagliatamente?
Abbiamo avuto occasione di intervistare sia il Commissario Giuseppe Sala che la Presidente Bracco, Commissari e portavoce della UE presenti al padiglione, vari giornalisti del Corriere della Sera con cui abbiamo collaborato, fra cui il critico musicale Andrea Lanfranchi.
Per fare l’attività avete una sede e varie attrezzature, come riuscite a mantenere il tutto?
All’inizio solo con un microfono per dire, e gli investimenti personali di chi ci ha creduto, abbiamo iniziato usando la piattaforma Spreaker, poi sono iniziate le collaborazioni con varie aziende. La nostra postazione mobile che vedi qui, lo Street Lab, è realizzato con BIOSTYLE , una postazione originale che sembra un fiore alimentata da pannelli solari. Adesso si sostiene con al quota annuale da parte dei ragazzi (€ 60), poi le P.A. dove abbiamo le redazioni ci offrono sedi e contributi. Nel mio comune, Castel San Pietro Terme, abbiamo a disposizione uno spazio del comune, infine ci sono donazioni da parte dei supporter, anche perché per scelta non inseriamo pubblicità nella programmazione.
Trasmettete solo via web o anche etere?
No solo su internet, e riusciamo a fare anche trasmissioni in diretta, da Castel Guelfo ad esempio, anche se la maggior parte della nostra attività al momento si basa su registrazioni in podcast, su piattaforma Spreaker.
La vostra programmazione quindi non è continua?
C’è un progetto a lungo termine che prevede che durante la giornata si possano mandare registrazioni mentre siamo impegnati a scuola, poi proseguire con la diretta, vorremmo arrivare ad una programma 7-24 con le Redazioni che inseriscono i loro flussi.
Gli argomenti trattati?
Principalmente da quello che ci piace, dalla chiacchiera sulla professoressa alle cose da adulti, notizie da telegiornale viste dalla nostra visione di adolescenti. Anche qui a FARETE cerchiamo di capire il mondo del lavoro, intervistando gli ospiti vediamo di interpretare meglio gli accadimenti mondiali.
La politica come la vedete?
Possibilmente in maniera satirica, ma abbiamo anche parlato ad esempio degli accadimenti di Charlie Hebdo, e non ci tiriamo indietro nemmeno se bisogna discutere dell’ISIS.
I nostri lettori che verranno ad ascoltare RadioImmaginaria cosa ascolteranno?
Non ci poniamo limiti o regole a quello che diciamo, non abbiamo inibizioni, quindi le nostre interviste ed i nostri servizi possono risultare pungenti e politically incorrect. L’idea è di fare una casa senza preclusioni, rispetto ai grandi temi di discussione, politici o religiosi che siano, ovviamente resta il rispetto delle regole che sono quelle di esprimersi con correttezza e professionalità. Come progetto formativo è stato riconosciuto anche dalla Regione Emilia-Romagna che riconoscendoci come “attività formativa extrascolastica” attribuisce i crediti formativi a chi fa radio per un certo numero di ore all’anno. Anche con l’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna abbiamo un progetto, il Patentino Immaginario, che ci accredita come giornalisti, in questo ambito nei prossimi mesi faremo un corso per giornalisti.
Il nome RadioImmaginaria da dove proviene?
Nasce tutto da un progetto di 5 anni fa, Aria Immaginaria, progetto delle scuole media nato contro il bullismo, poi ci si è staccati dalla scuola ed è nata la Radio. Immaginaria perché comunque si guarda verso l’alto, con speranza, verso il futuro.
Qui a FARETE avete avuto modo di svolgere interviste interessanti?
Sì, prima il Presidente Alberto Vacchi, poi Alessandro Corrente della Danfoss, il Presidente di Unindustria Giovani, Enrica Gentile. Principalmente gli abbiamo domandato perché a scuola ci viene detto, fate quello che vi sentite, poi invece ti trovi di fronte alla richiesta di esigenze specifiche. La risposta è stata una via di mezzo, fate quello che vi piace, ma con un occhio a quello che serve nella realtà. Il Presidente Alberto Vacchi ci ha raccontato che ha fatto giurisprudenza, però mi occupo di macchinari, quindi non obbligatoriamente un percorso di studi ti obbliga a seguire quella strada nella vita. Fra tutti gli eventi disponibili abbiamo scelto di partecipare a FARETE per aprire una finestra su un mondo che per noi è ancora molto lontano, quello del lavoro, le persone intervistate ci hanno dato motivi di riflessione molto importanti. La fortuna che abbiamo come ragazzi è di poter sempre dire quello che pensiamo, mentre gli adulti possono dire sempre il meglio, ma spesso non il peggio.