La grande sconfitta, in tutto, è dimenticare
Dopo il conclamato fallimento di Sindaci come Orsoni (Venezia), Doria (Genova), De Magistris (Napoli), Marino (Roma), espressione di una vacua antipolitica e virtuale antipartitismo, il rischio è che ora si passi a voler scegliere qualche Manager in grado di gestire la ripresa di città certamente difficili come la Capitale.
Visti i risultati spesso negativi ottenuti da Manager ritenuti più che validi nei loro campi di azione, talché retribuiti con stipendi faraonici, come si può ipotizzare che questi possano amministrare politicamente realtà sconosciute e mal pagate come quelle istituzionali? E ,quindi, se qualcuno accettasse una ipotesi del genere, dovremmo, maliziosamente pensare che parliamo di persone “virtualmente” autorevoli ma assolutamente inaffidabili.
La verità è che quanto sta succedendo a Roma, e non solo, indica la vera crisi della politica e dei Partiti che, malgrado l’accorato appello del Cardinale Vallini, Vescovo Vicario della nostra città, non sono ancora in grado di esprimere una classe dirigente adeguata ad interpretare le reali esigenze dei cittadini e ad individuare soluzioni possibili.
In questo senso mi tornano alla mente ,senza alcuna volontà nostalgica che non avrebbe senso, le esperienze di quei lontani Sindaci di estrazione democristiana come Rebecchini, Petrucci, Darida, che seppero gestire le Olimpiadi del 1960 a Roma con infrastrutture ancora resistenti all’usura del tempo; che vararono, fra i più accesi contrasti del PCI dell’epoca, l’attuale Raccordo Anulare; che realizzarono, a danno di interessi terrieri consolidati, la revisione del Piano Regolatore cittadino; che eliminarono la piaga dei “borghetti” romani dando vita a lungimiranti programmi di edilizia pubblica o agevolata; che per primi sperimentarono il decentramento amministrativo con la nascita delle Circoscrizioni; ecc.
Così come, per onestà morale, non posso dimenticare i Sindaci del PCI succedutisi, Argan, Petroselli, Vetere che rappresentarono degnamente efficienza, concretezza e trasparenza amministrativa. Per onore di cronaca dobbiamo anche ricordare la Giunta Rutelli che, pur fra luci ed ombre della sua attività amministrativa, seppe gestire con grande capacità il Giubileo dell’epoca. Il tutto in presenza di enormi difficoltà finanziarie del Comune, superate dalla grande fantasia amministrativa delle Giunte dell’epoca formate da politici e non certo da manager.
Basta, dunque, con il bombardamento mediatico su gli errori di Marino. Ormai li conosciamo benissimo ed è inutile piangere sul latte versato. Basta con le diatribe interna alla “famiglia” PD che, in presenza del “defunto” (politicamente) Marino tenta di procrastinare le esequie ufficiali in attesa di individuare un adeguato erede che sappia ridare lo splendore perduto ai parenti del “de cuius” (sempre politicamente parlando).
Si volti pagina. Si individuino le priorità per la ripresa della città, si rilanci la politica per scegliere amministratori autorevoli politicamente e professionalmente, capaci di affrontare le sfide che attendono il Campidoglio finalmente rinnovato elettoralmente. Smettiamola con le leadership televisive: città come quelle che andranno al voto in Primavera (Milano, Roma, Napoli) non possono basare la propria efficienza sulla presunta capacità dell’uomo o della donna soli al comando.
La politica, i Partiti, la società civile riprendano il loro ruolo così necessario in un Paese realmente democratico. I cittadini, ora più che mai, sappiano scegliere bene i propri amministratori per non ripetere gli errori del passato. In questo quadro di ferma volontà di ripresa della nostra Roma, è bene che una volta per sempre il Governo faccia la sua parte a sostegno della Capitale del nostro Paese con una efficace azione di supporto più incidente che nel passato se la si vuol rendere competitiva con le altri Capitali Europee. Sono doveri ineludibili questi che noi tutti dobbiamo onorare. “La grande sconfitta, in tutto, è dimenticare” (Louis-Ferdinand Celine).
[NdR – L’autore dell’articolo è Vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia e Membro del Bureau PPE a Bruxelles]