Per amor vostro (Film, 2015)
Giuseppe Mario Gaudino prosegue la sua indagine culturale sulla vita napoletana girando la seconda fiction in carriera, dopo Giro di lune tra terra e mare (1997) – molto premiato ma poco visto – e soprattutto dopo un buon numero di documentari di qualità, alcuni sui Campi Flegrei. Per amor vostro permette di vincere la Coppa Volpi durante la 72a Mostra del Cinema di Venezia a Valeria Golino, interprete convincente di un personaggio che molti critici hanno paragonato ai ritratti di donne portati sul grande schermo da Anna Magnani. Condividiamo. Per amor vostro non sarebbe lo stesso film se non avesse come protagonista assoluta una delle nostre migliori interpreti femminili, adesso anche apprezzata regista (Miele, 2013, ne abbiamo parlato su queste pagine), memorabile in Rain Man (1988), ma anche in Puerto Escondido (1982), Il ragazzo invisibile (2014).
Anna è una moglie che vive per la famiglia, in particolare per i tre figli – uno dei quali sordomuto – finge di non sapere che il marito è un perfido usuraio e utilizza i soldi sporchi per non far mancare niente a nessuno. Il regista racconta nel corso di alcuni flashback onirici la sua infanzia difficile, vissuta in un istituto minorile per proteggere un fratello, ma anche tutte le sue fobie: la paura dell’acqua e del vuoto, non riuscire ad avvicinarsi al mare e al balcone di casa. Anna trova lavoro in televisione e stringe amicizia con un attore (Giannini), che si dimostrerà peggiore del marito, al punto che – oberato dai debiti, dedito al vizio e al gioco – accetterà di concupire ed eliminare Anna, ma non ne sarà capace per mancanza di fegato. Anna è un personaggio complesso di donna coraggio, non del tutto positivo, in compenso realistico, persona che accetta i compromessi con la vita, viene a patti con la sua coscienza pur di aiutare gli altri e finisce per tentare il suicidio, dopo aver trovato il coraggio di denunciare il marito.
Gaudino gira un film molto ambizioso, tra sperimentalismi cromatici e un poetico bianco e nero, computer grafica e colorazione artificiale, disegni che ritraggono Anna come una santa popolare, musica napoletana e omaggi alla televisione del Quartetto Cetra, fotografia intensa e montaggio sincopato. I risultati non sono pari alle aspettative, anche se la critica apprezza e concede ben nove minuti di applausi a Venezia, forse dovuti alla convincente interpretazione di Valeria Golino. Un film che tenta di raccontare Napoli attraverso la vita e lo sguardo di Anna ma solo in parte ci riesce, confidando troppo in sperimentalismi cromatici e in una narrazione frammentaria che non contribuisce alla fluidità della storia. Finale assurdo, volutamente metaforico, ma stridente con il realismo di fondo della pellicola. In ogni caso da vedere.
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Regia: Giuseppe Mario Gaudino. Soggetto: Giuseppe Mario Gaudino. Sceneggiaturaa: Giuseppe Mario Gaudino, Isabella Sandri, Lina Sarti. Fotografia: Matteo Cocco. Montaggio: Giorgio Franchini. Musica: Epsilon Indi. Scenografia: Flaviano Barbarisi, Antonella Di Martino. Costumi: Alessandra Torella. Produttori: Giusepe Maria Gaudino, Gaetano DI Vaio, Dario Formisano. Case di Produzione: Officine Ubu, Rai Cinema. Durata: 11′. Colore: Bianco/Nero, sperimentale. Genere: Drammatico. Interpreti: Valeria Golino, Massimiliano Gallo, Adriano Giannini, Elisabetta Mirra, Edoardo Crò, Daria D’Isanto, Salvatore Cantalupo, Rosaria Di Cicco.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]