Moving Stillness (Mt. Rainier) di Bill Viola

Londra – Dopo un biennio d’attesa di rito, Blain|Southern paga l’obolo a Bill Viola (New York, 1951) con una mostra in casa al civico 4 di Hanover Square e una collaborazione con The Vinyl Factory in uno spazio a Soho che in questi mesi cerca di promuoversi come multidisciplinare, ossia il vecchio Brewer Street Car Park. In entrambi i casi, lavori risalenti all’inizio della carriera del padre della video art e raramente esposti, vengono riscoperti durante il cambio d’armadio stagionale e rispolverati. Ma concentriamoci sulla presentazione a Mayfair presso il quartier generale della galleria Blain|Southern.

Moving Stillness (Mt. Rainier), l’installazione video e sonora del 1979, in mostra per la prima volta dopo l’inaugurazione presso il Media Studio/Buffalo nell’Empire State, è l’unico pezzo di quest’esposizione che resterà aperta fino al 21 novembre. Si continua con le scelte inusuali: la superficie della galleria non è molto ampia e si sviluppa esclusivamente su un piano, eppure si è deciso di dividerla con pannelli bianchi in due spazi, uno appunto dedicato a Bill Viola e l’altro alla struttura in legno e roccia Perimeter (Entai) del 1985 ad opera del giapponese Kishio Suga, anch’essa aperta il 12 ottobre.

Si entra in un ambiente oscurato, tipico delle installazioni video, dove un’immagine in tempo reale dell’americano Mount Rainier viene proiettata su uno schermo sospeso, con tanto di audio. Il proiettore a tre canali luminosi a toni RGB – semplicemente uno rosso, uno verde, e uno blu – forma una veduta dello stratovulcano nell’omonimo parco nazionale nello Stato di Washington, che si staglia innevato contro un cielo azzurro, e con alla base una distesa verde scuro di caratteristici pini dalla corteccia bianca. Sul pavimento è posizionata una vasca d’acqua sulla quale si specchia lo schermo.

Il senso di tranquillità e d’immobilità temporale viene regolarmente interrotto, come un addetto spezza la superficie dell’acqua con una paletta. Ed è questa soluzione rudimentale e per niente tecnologica, ad aprire una condizione meditativa. I raggi luminosi allora si separano, rivelandosi per quello che sono, e fanno perdere senso alla composizione. Lentamente l’acqua si calma e un’immagine coerente torna a formarsi.

Ma qualcosa è pur successo – l’occhio del visitatore l’ha registrato. La solida immagine fissa si rivela essere fragile ed effimera, sensibile alla benché minima vibrazione. Si dispiega la coscienza spirituale attraverso lo svelamento di una natura così facile da distruggere. Viola cerca di rivelare le verità fondamentali – quali nascita, morte, esperienze umane di vita – che giacciono sotto la superficie di fenomeni evidenti.

Durante i 40 anni della Sua attività la tecnologia digitale ha fatto progressi considerevoli, d’altra parte Viola è sempre rimasto fedele alla ricerca della conoscenza di sé, e a proporla al proprio pubblico. La percezione è alla base di quest’esplorazione. Attraverso l’impiego del linguaggio interiore, l’Artista veicola pensieri soggettivi e memorie collettive, al fine di permettere ai visitatori di esperire direttamente l’opera in maniera personale.

©Futuro Europa®

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