Milano, solo “seconda Capitale”?
Per almeno tre decenni, il dibattito “Milano contro Roma, Roma contro Milano” ha tenuto banco sui giornali e nell’immaginario degli italiani. Capitale economica contro capitale politica, il fare contro il dire, il genio imprenditoriale e finanziario contro la casta dei burocrati e dell’immenso apparato di dipendenti statali. Canzoni come “A voi Romani” e “Milano e Vincenzo” di Alberto Fortis sottolineavano la popolarità quando non la popolarità del tema, Milano era “da bere” e Roma – che più corrotta, disorganizzata e oziosa non potrebbe essere – al limite da visitare.
Quanto alla cosiddetta “seconda capitale”, secondo lo scrittore Giovanni Testori, “Un nodo scorsoio” stringe l’anima di Milano, tra lavoro, affari e ricerca di dignità e sentimenti. Così uno dei figli di questa “città sconciata e però bellissima”, descriveva ieri le contraddittorie potenzialità che oggi, anche grazie all’Expo, si ripropongono ingigantite. Su questo tema è uscito nel 2013 un libro di Micol Beltramini, scrittrice classe 1978, intitolato “Perché Milano è meglio di Roma (se ci devi vivere)”. Il libro rivendica la superiorità della città meneghina su quella capitolina, contro l’assioma per cui “la cosa più bella di Milano è il treno per Roma”. A suo dire, Milano è meglio di Roma, anche per la sobria solidarietà dei suoi abitanti, mentre molti atteggiamenti anarcoidi dei romani sarebbero conseguenza della cattiva gestione pubblica della città, che non ha certo alimentato una diffusione di un senso civico tra i suoi abitanti.
Milano? “Sta ridiventando la capitale morale”. Lo ha affermato di recente il sindaco Giuliano Pisapia in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. Il sindaco ha ripercorso i tratti salienti del suo mandato alla vigilia dell’uscita del suo libro “Milano città aperta”, che ha descritto come “la vera capitale” d’Italia, evidenziando alcuni dati: il primato sul co-working, sulle start-up, sulla mobilità sostenibile come car sharing e bike sharing, ma anche sulla raccolta differenziata dei rifiuti. E poi l’avanguardia sui diritti civili, come il registro delle unioni.
La ripresa dell’Italia, quindi, secondo Pisapia ha un fulcro di base nell’area milanese che, a suo dire, sta ridiventando anche la capitale morale. I tentativi di infiltrazione, le tangenti e gli scandali restano, si è visto anche con Expo 2015, ma “l’amministrazione comunale – afferma Pisapia – non è stata toccata, nelle intercettazioni si è parlato di me come di un rompiballe”.
Un indice fondamentale della ripresa è la capacità di attrarre investimenti da fuori. La proprietà dell’area di Porta Nuova è recentemente stata acquistata quasi per intero dagli arabi, “mossa” che qualcuno ha considerato una “svendita”, ma Pisapia non è d’accordo: “I grattacieli non possono portarseli via”, afferma Pisapia. E poi: “So per certo che molti grandi gruppi attendono di vedere se l’Expo avrà successo per fare investimenti a Milano. Sono già arrivate e continueranno ad arrivare le sedi di diverse multinazionali. A tutte chiederemo quel che abbiamo chiesto per Porta Nuova: fare anche qualcosa per la città”.
La risposta a Pisapia da parte dell’ormai ex sindaco di Roma Ignazio Marino è arrivata polemicamente e subito, sempre dalle colonne del Corriere. “La competizione fra due grandi città è un fatto positivo. Sono tanto diverse, ma dalla loro diversità trovano forza e bellezza. Non siamo tutti uguali, e questo è un fatto positivo, l’importante è adoperarsi con lealtà per migliorarle. Poi, è chiaro che gli aspetti migliori di Milano si trovano nella capacità imprenditoriale mentre Roma è più attenta ai problemi culturali, artistici e turistici”.
Sarà interessante seguire questo dibattito con i nuovi “attori” che compariranno sulla scena dopo le prossime elezioni amministrative, sia a Milano che a Roma.