ERG, le Rinnovabili costrette a migrare all’estero

Erg Renew, la divisione dell’italiana Erg che si occupa di energie rinnovabili, ha sottoscritto un accordo per l’acquisizione di undici parchi eolici in Francia e di sei in Germania. L’annuncio ‘green’ è arrivato il 15 ottobre, il giorno dopo la notizia della fusione di Erg con Isab Energy, titolare dell’impianto di raffinazione-simbolo del polo petrolchimico di Priolo Gargallo, presso Siracusa, uno dei più grandi d’Europa. Lì, a Priolo, a pochi passi, c’è pure l’impianto ad energia solare più evoluto del mondo: Archimede, dedicato all’inventore siracusano primo utilizzatore degli specchi ustori, un esempio di ‘solare termodinamico a concentrazione’ fortemente voluto dal Nobel Carlo Rubbia e costruito da Enel ed Enea.

Ma i governi non eletti – almeno dagli elettori – hanno riportato l’Italia ad essere il Paese di Pulcinella, dove ‘o sole mio’ è ormai solo una canzone ed il solare, non il fotovoltaico, è emarginato. Le resistenze sono dovute al fatto che i grandi impianti del solare termodinamico a concentrazione, che sono praticamente rasoterra, impattarebbero col paesaggio: stando agli effetti del Decreto Sviluppo del 2012 e poi del Decreto Sblocca Italia del governo Renzi, non lo fanno e non lo farebbero invece le torri delle trivelle in Adriatico, Jonio, e fra poco fra le colline del Bel Paese. Messaggio chiarissimamente impresso negli investitori esteri, attratti dal via libera di Renzi ai pozzi petroliferi. E imprese come Erg, per investire in Italia, devono comprare raffinerie, mentre se vogliono investire in Rinnovabili devono andare all’estero.

Non è che quando piove la colpa sia tutta del governo: la resistenza alle Rinnovabili è articolata anche a livello locale, come dimostra la notizia, di pochi giorni fa, dell’aumento del cento per cento del canone per le imprese dell’idroelettrico operanti in Umbria. In Umbria, Erg sta acquistando proprio ora la centrale idroelettrica di Galletto a Terni dalla tedesca E.On. L’aumento del canone è stato varato sottovoce, cioè intorno ad un tavolo, senza il coinvolgimento del Consiglio regionale, dalla Giunta, durante la pausa estiva. Un esempio fra i tanti. Spazi angusti quindi, e allora Erg ha investito in Rinnovabili in giro per l’Europa.

I dettagli dell’operazione: l’Edoardo Raffinerie Garrone primo operatore con Erg Renew dell’eolico in Italia, ha acquisito i campi eolici da un fondo gestito da Impax Asset Management Group. Si tratta di undici impianti in Francia, con una capacità installata di 124 Mw, e di sei in Germania, con una capacità installata di 82 Mw. In tutto, 206 Mw. Gli impianti sono recenti, essendo entrati in esercizio tra il 2009 e il 2014 in Francia e fra il 2004 e il 2014 in Germania. La produzione media annua prevista è di 410 Gwh. Con l’ulteriore apporto degli impianti in costruzione in Polonia e capaci di 40 Mw, la produzione da Rinnovabili di Erg Renew raggiungerà entro il 2015 i 629 Mw di impianti installati all’estero, pari al 37 per cento dell’ 1,7 Gw installati in totale dalla società italiana. Dal punto di vista economico, il costo dell’acquisizione è di 297 milioni di euro, i parchi sono già interamente finanziati tramite project financing ed il margine operativo loro atteso sarà, per il 2016, 30 milioni di euro.

Dalle acquisizioni di ERG è atteso l’effetto della crescita del valore della quotazione del titolo in borsa: azionisti e investitori avranno modo di valutare la strategia di lungo periodo di una azienda italiana che si sta segnalando agli operatori come major delle Rinnovabili in Europa. Una strategia attuata in un contesto favorevole, con il settore Rinnovabili destinato alla crescita ovunque; tranne che nell’Italia dei governi non eletti e delle Regioni ridotte al silenzio dal decreto Sblocca Italia. Dal mare verso le spiagge ed il suolo italiano sono infatti in crescita gli sbarchi di un nuovo tipo di immigrati, le imprese del petrolio, in difficoltà nel resto del mondo e accolte a braccia aperte da Renzi con la rimozione del limite delle acque territoriali e con royalties a livelli minimi nel mondo. La società delle Rinnovabili dei Garrone, invece, subisce in Patria lo stesso ostracismo di imprese, tecnici, scoperte e brevetti italiani di straordinario valore nel settore delle Rinnovabili costrette all’espatrio dalle non-politiche energetiche dei nostri ultimi governi e accolte a braccia aperte all’estero. Per restare al Termodinamico a Concentrazione, Rubbia per esempio se n’è andato in Spagna, le aziende di Anest lavorano a grandi campi solari in Giappone, in Cina, nei Paesi arabi.

Tutto questo toglie valore, uno straordinario valore, al Paese; non certo alle imprese. Nonostante le resistenze dovute a idee e investimenti ormai obsoleti, nel mondo un cambiamento è in atto, sta prendendo il via un fenomeno economico di straordinaria importanza: lo spostamento massiccio di investimenti dal settore delle energie fossili a quello delle energie rinnovabili. Ancora una volta, come sempre più spesso sta accadendo negli anni successivi alla crisi, in quella che è una straordinaria e delicata fase di ridefinizione dei settori produttivi in chiave di sostenibilità e di lungo termine, sono le imprese, ed in particolare alcune imprese italiane, a tracciare la strada: nell’energia come nell’agroalimentare o nel manifatturiero. Imprese di valore in un Paese spesso indegno dei suoi figli.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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