Rassegna stampa estera

“Il vecchio e il migrante che viene dal mare”, non è il titolo di un romanzo, ma quello di una storia siciliana di volontariato, raccontata da France24. Una bella storia di volontariato che funziona e che ha contribuito a disinnescare molte tensioni nella Regione. Ma se localmente c’è chi cerca di dare un senso alla vita di chi staziona in attesa di una seconda possibilità, Bloomberg Business riporta il monito del nostro Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che vede i principi europei minacciati dalla crisi dei migranti a causa “della risposta inadeguata dell’Unione sulla questione”, vista l’affidabilità dell’Unione sulla ricollocazione dei 40.000 migranti accolti da Italia e Grecia diventati poco più di 500 (Corriere della Sera 28 Ottobre 2015), le preoccupazioni sono lecite. The Wall Street Journal ha pubblicato un articolo di Alberto Saravalle, che analizza l’importanza delle riforme fatte fino a qui dal Governo Renzi, ma esorta a fare di più per le riforme giuridiche se si vuole veramente rilanciare gli investimenti. L’inefficienza del nostro sistema giudiziario è uno dei maggiori deterrenti agli investimenti esteri. Eric Joszef riporta della fiammata di critiche sollevate dl Premier per aver alzato il tetto del pagamento in contanti. C’è anche un giallo: Caroline Bright su Mondafrique parla delle accuse lanciate da Tripoli all’Italia per “esecuzione in suolo libico di un importante trafficante di uomini, Salah al-Makhtout” e si chiede: “cosa è successo veramente quel  venerdì 25 Settembre?”

Leggiamo su France24:“Quando Carmo e Giuseppe si sono incontrati in una casa di riposo di Catania, la coppia improbabile ha immediatamente legato. Carmo,22 anni, aveva lasciato la sua Gambia alla ricerca di una vita migliore in Europa, Giuseppe, 92 anni, stava concludendo la sua lunga vita ai piedi dell’Etna. Entrambi avevano vissuto a Tripoli, in Libia: Giuseppe da giovane durante il breve impero italiano, Carmo come migrante senza un soldo in mezzo al caos nato dopo la caduta del colonnello Gheddafi (…) Quando Giuseppe è morto pochi mesi fa, più di 30 migranti hanno partecipato al suo funerale, superando il numero dei suoi familiari. Dopo il servizio hanno raccontato le avventure libiche di Giuseppe ai suoi parenti, che sono rimasti sorpresi nell’ascoltare le storie della sua infanzia che aveva sempre tenuto per se stesso.” Questa storia è emozionante e triste. Emozionante per la sensibilità mostrata da questi migranti, triste per la solitudine di Giuseppe, sconosciuto nonno, padre, zio. Spiega ancora France24 che “come Caramo, centinaia di gambiani, nigeriani, siriani ed eritrei hanno fatto amicizia con anziani italiani ospiti delle case di riposo della zona di Catania. Fanno parte di un sistema di volontariato gestito dalla Comunità di Sant’Egidio. Il suo scopo è quello di portare conforto ai bisognosi e far si che i migranti entrino in contatto con la gente del posto e imparino l’italiano”. Sicuramente anche un deterrente alla microcriminalità che nasce dall’ozio e dalla noia e un modo per dare una percezione diversa dei migranti all’opinione pubblica.

John Follain e Ian Wishart riportano su Bloomberg Business le parole di Gentiloni che afferma che “gli accordi dell’Unione Europea sulla libera circolazione delle persone possono essere a rischio di collasso, a meno che il blocco non alleggerisca l’onere dei Paesi confinanti costretti a gestire I richiedenti asilo”. Spiegano che Gentiloni “il cui Paese si è fatto carico del flusso che arriva continuamente dall’Africa e dal Medio Oriente” è convinto che delle politiche comuni per condividere questo onere avrebbero posto l’UE in una posizione migliore per aiutare le persone in fuga dai conflitti e ha chiesto per questo “criteri chiari per definire i cosiddetti paesi sicuri dove rispedire i migranti. Il monito di Gentiloni è arrivato nello stesso momento in cui le Nazioni Unite hanno fatto sapere che l’afflusso dalla frangia sud-orientale dell’Europa è in crescita. “Nulla è stato fatto in maniera veramente adeguata”, ha detto Gentiloni, “forse non siamo ancora adeguati noi alla dimensione e alla prospettiva di questi flussi”. Molte le poste in gioco in Europa in questi giorni, dalla rinegoziazione di Cameron all’adesione all’Unione europea del suo Paese alla libertà di circolazione, dalla questione ‘turchia’ alle insofferenze delle ex repubbliche sovietiche oggi parte dell’Unione. Come ha detto il Primo Ministro sloveno Miro Cesar, “le cuciture dell’Unione Europea si stanno strappando”,  questa crisi ha fatto affiorare molti problemi, la mancanza di una sua regolamentazione rischia di portare ad una crisi più generale, ancora più difficile da gestire.

Ripresa degli investimenti. Si, ma non senza riforma del sistema giudiziario. Alberto Saravalle sul WSJ riprende un argomento già dibattuto dal Fondo Monetario Internazionale: “l’inefficienza del sistema giudiziario è una della cause maggiori della riduzione degli investimenti, della crescita lenta e di un contesto economico difficile. Scrive Saravalle: “All’inizio di quest’anno, la Banca Mondiale ha relegato l’Italia al 147° posto, su 189, Paesi per quanto riguarda l’applicazione dei contratti, una misurazione fatta in base al numero di giorni che trascorrono dal momento in cui una causa è depositata fino all’avvenuto pagamento. Secondo il Ministero della Giustizia, nel 2013 il contenzioso è durato, in media, 844 giorni in primo grado, 1066 giorni in appello e 1233 giorni davanti alla Corte di Cassazione”. Afferma Saravalle che Renzi con il Jobs Act ha fatto un passo avanti nello snellire il mercato del lavoro (…) ora il Governo ha come obbiettivo colpire l’inefficienza del sistema giudiziario (…) una misura che il Governo dovrebbe prendere seriamente in considerazione è la limitazione del numero di decisioni che possono essere impugnate davanti alla Corte di Cassazione, come già avviene in molte giurisdizioni. Questo sarebbe fare la reale differenza nel ridurre la durata dei procedimenti. Tuttavia, l’attuazione di queste misure è stata accolta con resistenza dai soliti interessi costituiti (…) I progressi sono ancora troppo lenti per rassicurare gli investitori stranieri” (…) anche se Renzi sta inviando loro un segnale forte, afferma l’autore. “E’ questa determinazione, più di ogni singola riforma, che offre il segno più positivo che l’Italia è sulla strada di un completo recupero”.

Scrive Eric Joszef: “In Italia, Matteo Renzi è messo a ferro e fuoco dalle critiche per aver deciso di rialzare i tetto dei pagamenti in contanti. Il Primo Ministro è accusato di allentare la pressione contro l’evasione fiscale.” Spiega il giornalista che l’obbiettivo del Premier è quello di sedurre parte dell’elettorato moderato, per contro, Mario Monti, “padre” del tetto a 1000 euro (il più basso d’Europa) denuncia una misura che non ha alcuna ‘giustificazione economica’ e il sindacato dei magistrati parla di ‘un cattivo segnale inviato alla popolazione nel quadro della lotta contro l’illegalità’. Conclude Joszef con le affermazioni di Renzi, “convinto che la lotta contro gli evasori deve ormai passare attraverso altri mezzi, soprattutto tecnologici”, l’innalzamento del tetto “no farà che incoraggiare i consumi”.

Caroline Bright su Mondafrique tira fuori la presunta esecuzione avvenuta un mese fa in Libia del trafficante di esseri umani Salah-al Makhtout. Le sue insinuazioni sono inquietanti, non tanto per quello che riporta, ma per come lo riporta. Il medico legale che ha fatto l’autopsia ha trovato dei proiettili Hydra-Shok praticamente introvabili in Libia, ma utilizzati dai servizi speciali occidentali. Il racconto è degno di una spy-story con tanti attori e colpi di scena. Quello che va sottolineato è la messa in evidenza nell’articolo del ruolo dell’Italia in Libia, la sua importanza per posizione geografica nell’esodo di uomini e donne in fuga, l’insinuazione di “presenze” italiane in luoghi strategici come l’aeroporto di Mitiga, controllato dall’islamista Belhadj “senza dubbio per facilitare una risoluzione della crisi dei migranti”,come scrive la Bright, gli importanti interessi petroliferi in gioco per il nostro Paese e un’altra insinuazione: le parole della Mogherini che a metà settembre aveva detto ‘che le operazioni militari per mettere fine al traffico di esseri umani sarebbero iniziate il 7 ottobre’ e che, rispondendo alle preoccupazioni degli operatori umanitari aveva detto ‘i trafficanti vanno fermati ad ogni costo’. Aberrante la conclusione della giornalista che scrive: “se il commando del Tripoli Medical Centre era italiano, questo vorrebbe dire che Roma avrebbe scavalcato le Nazioni Unite. Una sorpresa?. Non proprio.”. Un pezzo non proprio accattivante montato su insinuazioni senza vere motivazioni.

France24, The old man and the seaborne migrant: two worls meet in Italy, 27 Ottobre 2015; John Follain, Ian Wishart, Italy Says EU’s Response ‘Inadequate’ as Refugees Surge, Bloomber Business, 26 Ottobre 2015; Alberto Saravalle,  Italy Courts Investment, The Wall Street Journal, 21 Ottobre 2015; Eric Joszef, Matteo Renzi accuse de favoriser l’évasion fiscale, Rts.ch, 27 Ottobre 2015; Caroline Bright, L’Italie accusée d’éxécution extra judiciaire en Libye, Mondafrique, 26 Ottobre 2015.

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