Gabriele Gresta: Hyperloop, già nel futuro?
E’ esperto di media, tecnologia, finanza digitale, nel 1995 fonda Bibop, società di distribuzione di contenuti, nel 2003 Digital Magics, altra società fondata sui digital media, oggi lavora al progetto Hyperloop, il più avanzato sistema di trasporto mai concepito. Stiamo parlando di Gabriele Gresta che di tutto ciò ha parlato al TEDx Bologna 2015. Lo abbiamo intervistato.
Hai presentato un progetto rivoluzionario per il trasporto Hyperloop.
Semplice, i nostri trasporti non funzionano, è un problema globale. Ci si lamenta a Roma, Milano, Bologna, ma noi siamo dilettanti allo sbaraglio, ci sono città come Hong Kong, Giakart, Bejing, che sono al collasso con 17-20 milioni di abitanti e sono al tracollo con ingorghi che durano tre giorni. Noi pensiamo che questo deve finire, per cui abbiamo iniziato a lavorare ad un progetto rivoluzionario, complessissimo nella sua esecuzione, ma in realtà di una semplicità mostruosa. Immaginate una capsula con 28 persone che lievita all’interno di un tubo che viene evacuato dell’aria e portato a 60 pascal, portato al livello di rarefazione dell’aria pari a quella che trova un aereo mentre vola.
In pratica riproducete un aereo a livello del suolo?
Praticamente sì, raggiungiamo 1.223 kmh., quasi la velocità del suono, ma non solo, questo sistema è efficiente perché usa energie rinnovabili, e non sto parlando solo di solare, non usiamo una combinazione di varie tecnologie, solare, eolico, cinetica all’interno del tubo, freni rigenerativi tipo la Ferrari e la Tesla e nel caso in cui, come in Alaska la solare non è sufficiente, usiamo la geotermica. Questo ci permette di generare più energia di quella che ci serve, impatto devastante perché si ripaga in 7-8 anni poi non ha più costi di mantenimento al contrario dei sistemi ad alta velocità che sono finanziati dallo Stato.
Lo stato di avanzamento del progetto Hyperloop a che punto si trova?
Abbiamo finito lo studio di fattibilità ed ora iniziamo a costruire, la cosa fantastica è che c’è un costruttore che ci ha messo a disposizione un terreno su cui costruire. Si chiama Quay Valley, è ad 1,5 ore a nord di Los Angeles sulla I5, l’autostrada che collega Los Angeles a San Francisco, ed è la città del XXI secolo, completamente sostenibile con 20.000 case, parchi a tema, stiamo negoziando con Lego. L’unica cosa che non faremo è andare alla massima velocità, ma polverizzeremo il record del treno giapponese.
Per realizzare il progetto ci sono stati vari step immagino, come i finanziamenti?
No, io sono un veterano delle start-up, ho fatto 68 start-up di cui 3 in borsa, arrivato in America pensavo di sapere tutto ed ho scoperto di non sapere niente, lì ho trovato questo mio business partner, il tedesco Dirk Ahlborn, un tedesco trapiantato in California che in italiano perfetto, parla 4 lingue come me, ha messo tutto sul suo sito di crowdsourcing, dove invece che denaro come un crowdfunding metti a disposizione ore lavoro e competenze. Sono andato a vedere ed ho trovato ingegneri aero-spaziali, della Nasa, di questo livello insomma. Abbiamo impostato un sistema rivoluzionario, un’azienda di 500 scienziati in 21 paesi ed io non ho un ufifcio, 42 gruppi che lavorano in giro per il mondo, senza avere ancora tirato su un soldo, finora ho messo un poco di soldi io e qualche altro socio che avevo e Digital Magics, una società italiana quotata in borsa.
Hyperloop è sicuramente geniale, ma perché il pensiero di riprodurre un aereo a livello terra non è mai venuto a nessun altro?
In verità la prima idea è nata nel 1870 e si chiama Metropolitana di New York, lunga 1 miglio e presa da un’idea del 1823, allora c’erano problemi di costi e varie, se guardi le foto dell’epoca sono anche abbastanza buffe. Se guardiamo alla fine sono tutte cose già esistenti, un tubo, dei piloni, l’Hyperloop è lì.
La timeline futura?
Abbiamo un programma molto serrata, in poche settimane chiederemo i permessi per costruire alla Kings County, la contea dove stiamo costruendo le 5 miglia, poi abbiamo 32 mesi per finire il tracciato ed avere i primi passeggeri, quindi parliamo del 2019. Se sono qui al TEDx è per illustrare tutto quanto è fattibile ai nostri giovani e reclutare le migliori menti italiane, perché gli italiani hanno smesso di sognare.