Tasse, consueta stangata d’Autunno

Ogni occasione è buona per pagare le tasse. Mentre la Lega organizza una manifestazione in un distributore di benzina in provincia di Milano, dimostrando come le accise pesino per quasi un euro sul prezzo del greggio venduto al dettaglio, le casse del Tesoro si preparano per un gettito in entrata di tasse che i lavoratori e imprese italiane dovranno sborsare nel mese di novembre. In arrivo una stangata da 53 miliardi di euro tra Iva, acconti Irpef, Irap, Ires e addizionali Irpef e ritenute d’imposta per autonomi, imprese e lavoratori dipendenti.

I conti li ha fatti la Cgia di Mestre: tra lunedì 16 e lunedì 30 novembre gli autonomi, le imprese e i lavoratori dipendenti verseranno all’erario la bellezza di 53,5 miliardi di euro. Tanto per rendere l’idea, in Italia il gettito tributario supera i 480 miliardi di euro all’anno. Tasse, imposte, gabelle e chi più ne ha più ne metta. Secondo da Cgia l’imposta che svuoterà maggiormente le tasche dei lavoratori sarà l’Iva: autonomi e imprese contribuiranno con 12,3 miliardi di euro. Le società di capitali, inoltre, dovranno sborsare pure l’acconto Ires che si attesta attorno a 11,8 miliardi. Di poco più lieve il fardello dei lavoratori dipendenti che tramite i sostituti d’imposta, ossia i datori di lavoro, pagheranno le ritenute al fisco per 10,4 miliardi di euro.

Ogni anno è sempre la stessa storia. L’Italia è una sorta di pecora nera in Europa per tempo necessario a pagare le tasse. Per le imposte in Italia e Portogallo sfumano 34 giorni lavorativi tra code allo sportello, commercialisti, moduli da compilare, burocrazia che fa imprecare. Il tempo medio impiegato negli altri Stati di Eurolandia è 20 giorni; la soglia cala in Francia, scendendo a 17, solo 15 giorni in Olanda. Il posto dove le tasse si pagano più velocemente? Dove probabilmente ce ne sono meno da onorare e la burocrazia è più snella: in Europa è il Lussemburgo, con i suoi 7 giorni record su base annua. Al secondo posto Estonia e Irlanda con 10 giorni e al terzo la Finlandia con 12. Il tessuto produttivo italiano è, però, diverso rispetto a quello degli altri Stati europei, il nostro è costituito per il 99,9 per cento del totale da piccole e medie imprese. In termini assoluti la burocrazia costa alle Pmi quasi 31 miliardi di euro all’anno. Un’enormità.

Tra le tasse da versare in questo mese anche l’odiato acconto Irap che graverà sulle aziende per ben 8,4 miliardi di euro, mentre quello dell’Irpef svuoterà i portafogli dei lavoratori autonomi per 8 miliardi di euro. I costi per il pagamento delle tasse, insomma, hanno toccato valori insostenibili. “A causa di un sistema fiscale ancora troppo frammentato – commentano dall’ufficio studi della Cgia di Mestre – nel nostro Paese sono necessari 34 giorni lavorativi per pagare le tasse. In altre parole le imprese italiane impiegano 269 ore all’anno per tener fede alle scadenze imposte dal fisco”. Hai voglia a parlare di ripresa economica.

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

Turchia: dopo il trionfo dell’AKP l’opposizione fa autocritica

successivo

Italia delle Regioni

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *