Festival della Diplomazia 2015

Si è da poco conclusa anche quest’anno, come ormai dal 2009, il Festival della Diplomazia: “Crescita inclusiva, disuguaglianze e squilibri politici” svoltosi a Roma, sotto l’Alto Patronato del Presidente delle Repubblica e con il patrocinio del Ministero degli Esteri, della Rappresentanza in Italia della Commissione e del Parlamento Europeo ed il contributo di più di 70 Ambasciate, 7 Università e numerosi partner scientifici, che si conferma, come dice il Presidente del Senato Grasso nel suo indirizzo di saluto durante il: “VII Festival della Diplomazia. Quali soggetti e mezzi di intervento politico-diplomatici per contrastare l’aumento delle diseguaglianze”, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, “un luogo di incontro di alto valore culturale, scientifico e politico-internazionale”

E’ stata la VII edizione, quella di quest’anno, e si è articolata in incontri e lezioni (seminari, tavole rotonde, convegni) svoltisi in scenari istituzionali e accademici. Sei e sezioni in cui si è articolato: “Inside the Embassy”; “Diplomazia culturale”; “Diplomazia politica”; “Diplomazia Economica”; “Diplomazia tra Storia e Futuro”; “Diplomazia e Giovani”. “Diplomacy” è la rivista ufficiale del Festival distribuita presso Ambasciate, Ministeri, ONG, Uffici della P.A, le Università e i numerosi partner.

Un nome ambizioso per un evento che ha calamitato per una settimana il mondo diplomatico del terzo polo diplomatico delle Nazioni Unite: Roma. 424 rappresentanze permanenti a Roma, 139 presso la Repubblica Italiana, 78 presso San Marino e 14 presso la FAO, che funzionano verso i quattro diversi soggetti di diritto internazionale: Stato Italiano, Santa Sede, FAO, e il Sovrano Ordine di Malta, questi numeri che fanno di Roma la “Capitale delle Diplomazia”, che ospita le 26 maggiori Organizzazioni Internazionali nel campo delle politiche di cooperazione e sviluppo di cui 10 del sistema delle Nazioni Unite e le principali 25 Organizzazioni non governative del mondo tra cui: Wwf, Amnesty International e Save the Children.

Festival Diplomazia 2015I riflettori si sono accesi nei nove giorni di “Diplomacy 2015” sui diversi modi di intendere ed applicare le relazioni internazionali. Il Festival della Diplomazia è stato aperto dal Segretario generale del Festival, Giorgio Bartolomucci e dal Presidente del Comitato Scientifico, l’Ambasciatore Giampiero Massolo, direttore generale del “Dipartimento delle informazioni per la sicurezza”. Il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano e il Sottosegretario di Stato, Marco Minniti, il Direttore di FRONTEX, Fabrice Leggeri, dal mondo accademico l’astrofisico Hubert Reeves, la sociologa Saskia Sassen, l’economista Enrico Giovannini, la docente di Disciplina Internazionale e Public Affairs Yasmine Ergas, ambasciatori e rappresentanti della Commissione Europea si sono confrontati sul tema della crescita inclusiva e disuguaglianze, una ricca agenda di appuntamenti animata dai principali protagonisti del panorama nazionale ed internazionale.

“Crescita inclusiva, disuguaglianze e squilibri politici” questo, abbiamo detto il tema del Festival: “Strategia per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva” ricordiamo che è l’iniziativa faro di sostegno alla ricerca e all’innovazione del “Quadro strategico comune su ricerca e innovazione, 2014-2020” in linea a quanto definito dall’Europa in “Horizon 2020” e rientrante nel campo delle “sfide sociali” del Programma Quadro dell’Unione, e “squilibri politici” per prevenire i conflitti ed elaborare soluzioni, nel filo conduttore dei diversi modi di intendere ed applicare le relazioni internazionali messe alla prova su argomenti di stretta attualità, quali, ad esempio, le nuove tecnologie, i conflitti nel sistema delle questioni di geopolitica (Ucraina, Siria, Iraq, Striscia di Gaza) alla ricerca di nuovi equilibri e di nuovi risvolti economici planetari, la crisi economica, i diritti umani, l’economia globale, la lotta alla criminalità e al terrorismo internazionale, partendo dai flussi monetari: queste le principali questioni affrontate.

Il primo appuntamento del Festival è stato rivolto al pubblico dei più giovani, a un incontro con le scuole e con l’astrofisico Hubertus Reeves su “La responsabilità umana per il futuro della vita sulla terra” che apre l’incontro ponendosi e ponendo l’interrogativo retorico: “…e se l’intelligenza umana fosse un regalo avvelenato che la natura ha fatto alla nostra specie?”. Dando, così il via a un ragionamento sull’indomani della scomparsa dell’uomo e come si svilupperebbe l’evoluzione delle forma di vita sulla Terra, sull’Ecosistema in cui viviamo e sui danni all’Ambiente.

Ma neanche il prossimo “Giubileo della Misericordia” e sfuggito ai temi del dibattito che ha animato le giornate. A questo proposito l’Ambasciatore Massolo ha dichiarato che: “…la preoccupazione sicuramente è elevata, l’attenzione massima, il livello di preoccupazione assiduo e continuo, come il raccordo strettissimo con l’intelligence e le forze dell’ordine. Ma non c’è allarme, nel senso che noi non abbiamo indizio di progettualità specifiche che riguardino il nostro Paese” concludendo “…che nonostante la mancanza di allarmi particolari siamo impegnati a serrare le maglie del sistema. Nessuno deve pensare che nel mondo di oggi la sicurezza possa essere rappresentata da una saracinesca d’acciaio impenetrabile, ma non v’è dubbio che siamo impegnati a rendere queste maglie sempre più strette”.

Il Presidente onorario della VII edizione è stato Aurelio Regina, mentre tra i componenti del Comitato Scientifico i principali: Lucia Annunziata, Azzurra Caltagirone, Emma Mercegaglia, Sarah Varetto, Catia Tomasetti, Enzo Moavero Milanesi e Stefano Manservisi. Mai tema fu più esatto in un momento come quello che stiamo vivendo di forti tensioni e squilibri internazionali politici e le suggestioni richiamate, evocative delle più disparate e opposte situazioni economico-sociali, lo mostrano senza ombra di dubbio. “Oggi sono stato in Canada, in Russia, Stati Uniti e Gran Bretagna, mi manca la Turchia” queste le parole di Giorgio Bartolomucci. La sensazione, un po’ come quella vissuta all’EXPO, e di viaggiare nei diversi Paesi attraverso la vista questa alle Ambasciate invece che ai Padiglioni.

L’appuntamento ora alla fine del viaggio al prossimo anno, sempre ad ottobre per una nuova edizione del Festival a cavallo tra geopolitica, arte, cultura, nuovi e vecchi complessi equilibri, speriamo, in un più sereno scenario internazionale.

©Futuro Europa®

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