Bruciati da cocente passione (Film, 1976)

La pellicola racconta l’amore sfortunato di un romantico impiegato postale (Ponzoni) e di una timida dipendente dell’obitorio (Birkin), che si conoscono a bordo del treno che porta a Milano gli oprai pendolari. Al tempo stesso anche i rispettivi coniugi (Spaak e Maccione) si conoscono e finiscono per innamorarsi follemente, imbastendo una storia carnale, senza problemi e limiti romantico-sentimentali. Bruciati da cocente passione di Giorgio Capitani descrive un ambiente da basso sottoproletariato urbano e mette in scena una pochade attualizzata ai tempi del femminismo e della legge sul divorzio. Alla base di tutto abbiamo il tema del tradimento e un inconsapevole scambio di coppie che diventa effettivo quando i protagonisti decidono di seguire il cuore al posto dell’anagrafe. Salvo rendersi conto che stavano meglio prima. L’interrogativo del regista è se esista o meno una crisi della coppia. Basta trovare la persona giusta, forse.

Giorgio Capitani dirige una divertente commedia erotica interpretata da attori ben calati nelle rispettive interpretazioni. Cochi Ponzoni è un romantico idealista, Jean Birkin è una ragazza timida che parla come i protagonisti di sceneggiati tipo Anna Karenina e si immedesima nelle situazioni viste sullo schermo, Catherine Spaak è un’amante focosa e imprevedibile, Aldo Maccione è il macho sempre pronto a conquistare una donna, Daniele Formica è il perfido siciliano ricattatore ed Enrico Beruschi è un compassato collega di lavoro. Capitani inserisce nel cuore della pochade tematiche alte come il femminismo, il rapporto uomo – donna, l’amore e la crisi del matrimonio, il tutto inquadrato in uno scenario da finta inchiesta con voce fuori campo. Il quadro della classe operaia senza un paradiso è ben tracciato con punte di grottesco divertimento: la bicicletta nella nebbia, il treno pieno di pendolari, il freddo padano, gli scioperi per il salario, le riunioni presso la sezione del Partito Comunista e una difficile vita in famiglia senza nessuna comodità. Dialoghi come: “Basta con la donna oggetto!” e “Sarai mica diventata femminista anche te?”. Sono il sintomi dei tempi e di un cambiamento che sta sconvolgendo abitudini sociali. È l’Italia dei primi telefoni diffusi in ogni casa, una società ancora in sviluppo dove i diritti degli operai sono tutelati soltanto dal Partito Comunista e dal sindacato. È l’Italia del pranzo in trattoria la domenica, portandosi la pasta da casa e comprando solo il vino, perché di più non si può fare.

La commedia sexy è abbastanza castigata, anche se il film esce vietato ai minori di anni 14 per alcuni nudi integrali di Spaak e Birkin. Cochi e Jean Birkin non riescono a fare l’amore, non trovano l’occasione per colpa di orari diversi e soprattutto di remore interiori, perché lei si immedesima nel personaggio di Anna Karenina e crea troppe difficoltà morali. Nel frattempo nessuno dei due si concede al rispettivo coniuge, favorendo la loro reciproca conoscenza e il formarsi di una nuova coppia. Molto sexy la telefonata della Birkin al telefono del bar dove Cochi attende la chiamata per sentirsi dire come è fatto il suo corpo. Il problema è che all’altro capo del filo risponde il marito, che non la riconosce e resta allibito quando sente una sensuale voce femminile sussurrare: “Ho le tette a pera, piccole, come le nere…”. Il ballo sexy tra Maccione e la Spaak, travolti in un tango sfrenato è un altro momento erotico, così come sono intense (ma comiche) le sequenze d’amore sul furgone, in barca e in qualsiasi luogo disponibile. Cochi e la Birkin optano per andare a consumare il loro primo rapporto in albergo, Spaak e Maccione fanno la stessa scelta, ma per puro caso le due coppie non si incontrano. Maccione e Spaak a colpi di Kamasutra estremo, persino rinchiusi nell’armadio, mentre Cochi e Birkin riescono appena a vedersi nudi. Il primo è un erotismo carnale e sfacciato, mentre il secondo è un erotismo casto e romantico. Da notare i nudi quasi integrali della Spaak a seno scoperto e della Birkin che mostra con generosità il lato B e lunghe gambe fasciate da sexy calzettoni da lolita. Cochi e la Birkin fanno l’amore sul tavolo della cucina dopo che il primo ha scoperto Maccione a letto con la moglie, ma contemporaneamente si fanno scoprire. I matrimoni vanno in crisi, si parla di divorzio, anche se il parroco sconsiglia e dice che l’unione va mantenuta per il bene dei bambini e del paese. Il conseguente finto duello in piazza tra Maccione e Cochi ricorda i film western, così come è vissuto in maniera comica il reciproco tentativo di far saltare in aria il rivale. Molti elementi rimandano alla farsa in questa commedia all’italiana ricca di erotismo e di situazioni ammiccanti. Il finale presenta il tentativo dello scambio di coppie, allargato al sottoproletariato, ma quando i protagonisti si ritrovano i vecchi amori risorgono e tutto torna come prima.

Stefania Casini dà la voce a Jean Birkin, mentre Lia Tanzi doppia Catherine Spaak. Le due attrici sono molto belle e si contendono la scena a colpi di sorrisi e di nudità esibite con dovizia. Catherine Spaak non è giovanissima, ma la sua bellezza pare inattaccabile e regge bene il confronto con la più giovane rivale. Aggiungiamo qualche parola su Jane Birkin, vera  e propria icona della sensualità anni Settanta, sia al cinema che nella musica. Jean Birkin nasce a Londra nel 1946, ma lavora molto in Francia, resta nota la sua relazione scandalosa con il cantante e musicista Serge Gainsbourg, durata dal 1968 al 1980. Nel 1969 la coppia conquista la scena europea con la canzone Je t’aime… moi non plus, originariamente incisa dal cantante con Brigitte Bardot, che si trasforma in un film di successo (1976). La canzone fa scandalo a causa dei numerosi gemiti amorosi della Birkin a commento di un testo esplicito che la trasformano in un’icona erotica. Alla fine del rapporto con Gainsbourg (dal quale nasce la figlia Charlotte) la Birkin abbandona la propria versione sexy e interpreta film di diverso tenore con il nuovo compagno, il regista francese Jacques Doillon.

. . .

Regia di Giorgio Capitani. Interpreti: Cochi Ponzoni, Jane Birkin, Aldo Maccione, Catherine Spaak, Mario Maranzana, Daniele Formica ed Enrico Beruschi. Musiche di Piero Umiliani. Voce narrante di Oreste Lionello. Sceneggiatura di Nicola Badalucco.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

Condividi
precedente

Verso Milano 2016

successivo

Corridoi di Trasporto Paneuropei – 2

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *