Eccellenza

Antonio Meucci è l’inventore del telefono; quando tutti noi drogati senza speranza parliamo, messaggiamo e siamo in contatto in ogni momento della nostra esistenza, dovremmo ogni tanto rivolgere a lui un pensiero grato. Un uomo geniale ma sfortunato che si trovò a far combattere la sua genialità con un grande avversario, la povertà. Sfigato davvero Meucci, se si pensa che in America , almeno da come raccontano i film, è pieno di persone pronte a scommettere su un’idea; oppure di occasioni improvvise, la cosiddetta patria delle possibilità, delle opportunità, da straccione a milionario in pochi passi.

Con lui non fu così e dopo anni di diatribe, solo nel 2002 viene fatta giustizia quando il Congresso degli Stati Uniti finalmente riconosce Antonio Meucci come primo inventore del telefono e tutto il mondo poté riscoprire la storia e la genialità di uno dei più grandi inventori della storia dell’umanità. Certo un po’ tardi, ma meglio tardi che mai avranno pensato gli eredi.

Di storie geniali in Italia ne abbiamo altre. Per esempio, sapete che il primo personal computer è italiano? In questi giorni compie  50 anni il primo personal computer al mondo. Compie mezzo secolo un gioiello tecnologico  «Made in Canavese». Parlo della  «Programma 101», la prima macchina assimilabile a un personal computer, realizzata per diminuire le dimensioni dei computer dell’epoca che erano un po’ grandini e permettere a questi ultimi una rapida diffusione.

Una rivoluzione, stavolta fatta non dai soliti “sii pazzo sii affamato” ma molto più serenamente ed elegantemente dal Marchio Olivetti. Progettata dall’ingegner Pier Giorgio Perotto insieme a Giovanni De Sandre e Gastone Garziera, la P101 fu presentata per la prima volta nel 1965. La P101 è stato il primo calcolatore digitale e programmabile, piccolo ed economico: il primo personal computer, appunto. Un prodotto di largo consumo che fu una vera rivoluzione per l’epoca; capace di andare incontro alle necessità operative del più alto numero possibile di persone, fu un vero successo.

Prodotta inizialmente solo per gli Usa, la “Programma 101” ebbe talmente un impatto forte sulla tecnologia dell’epoca che alla fine del 1966 la Underwood, ditta statunitense controllata dalla Olivetti, chiese di poter fabbricare le macchine sul suolo degli Stati Uniti al fine di poter rifornire anche gli uffici delle amministrazioni federali.

Storie italiane di inventori di successo. Ne abbiamo  molti altri e tutti singolari. E non solo gli stranoti, ma anche quelli meno conosciuti ma sempre formidabili; quelli per intenderci che ci hanno permesso con le loro intuizioni di andare in macchina, di non fare le scale a piedi, di non morire di malattie idiote e di vivere più di trent’anni.

L’eccellenza italiana, quel colpo di genialità associato a una grande cultura e passione. Ormai roba da libri di storia, in quest’epoca di omuncoli e donnette, consoliamoci guardando al passato e sospirando mestamente.

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

Cronaca di un Ponte annunciato

successivo

La risposta UE agli attentati di Parigi

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *