Buoni a nulla (Film, 2014)
Gianni Di Gregorio non ripete la buona prova fornita con Pranzo di ferragosto, piccolo film di esordio, ispirata analisi sulla solitudine umana e sulla vecchiaia, ma neppure il divertente Gianni e le donne, perché si lascia prendere la mano da una commedia paratelevisiva di cui non si sentiva il bisogno. Buoni a nulla è un film incompiuto, parte da buone premesse, stigmatizza i problemi degli ultracinquantenni nel mondo del lavoro, alle prese con aziende che cambiano e pensioni che si allontanano, ma giunge a conclusioni da fiction televisiva.
Gianni è un impiegato colpito dalla riforma Fornero che non può andare in pensione ma deve cambiare abitudini e trasferirsi in una sede periferica, inoltre deve combattere con i figli che vorrebbero ereditare la casa e farlo trasferire in un appartamento in affitto, vicino al nuovo posto di lavoro. Frequenta un amico dentista (Messeri), nuovo compagno della sua insopportabile moglie, che dà buoni consigli di carattere psicologico; nella nuova sede stringe amicizia con il problematico Marco (Mazzocca), vessato da tutti perché troppo buono. Anna Bonaiuto è la direttrice, Ugo Gregoretti è presenza insolita nei panni di un condomino, Daniela Giordano è la sorella dell’amico della quale Gianni finisce per innamorarsi.
Un film che gode di una buona fotografia romana, coloratissima, pure troppo, dai toni accesi dominanti, e di una bella colonna sonora latinoamericana. Di Gregorio recita con gli sguardi e le smorfie del volto, con il corpo più che con le parole; Mazzocca è fin troppo caricaturale nella caratterizzazione del buono a nulla che non riesce ad avere un buon rapporto con il mondo. Finale irreale, oltre che mozzo, che sconfina nella farsa, con i due vecchi che decidono di ribellarsi e di reagire – seguendo il consiglio del medico – per farsi valere e non essere soggiogati dagli altri.
Una storia di vita quotidiana, piccola, dal tono lieve e cadenzato, ma indecisa tra il serio e il grottesco, tra il racconto morale e la farsa sguaiata. Da vedere, ma senza troppe aspettative.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]