Rassegna stampa estera

Difficile affrontare questa rassegna stampa dopo gli attacchi di Parigi. Quale peso dare alle notizie che ci riguardano, davanti all’incommensurabile dolore che vive la Francia oggi?  Nonostante tutto si è comunque parlato di noi (e non senza una punta di criticità nei confronti di alcuni atteggiamenti) ed è giusto render conto di quanto scritto.

Terrorismo ed economia sono le parole chiave di questa settimana. Molti media hanno rilevato giustamente che siamo un potenziale bersaglio, non tanto per la nostra politica estera, quanto per l’esistenza del Vaticano. La definizione migliore l’ha data il corrispondente da Roma per Le Monde, Philippe Ridet: “la minaccia è debole, ma il pericolo è grande”. Infatti, sebbene non ci sia nessuna informazione che permetta di arrivare a conclusioni certe su un rischio imminente di attacchi terroristici in Italia, il Governo ha deciso di porre un livello di sicurezza 2, appena sotto l’asticella di massima allerta. Nei suoi titoli la NDTV (televisione di New Delhi) parla di potenziali “attacchi sulla capitale attraverso droni durante l’Anno Santo” e Ben Ariel su Arutz Sheva scrive che “la minaccia di droni dell’Isis porterà alla chiusura dello spazio aereo sopra a Roma durante l’Anno Santo”.

E se la risposta del Governo ad un eventuale attacco terroristico sembra essere efficiente ed efficace, Philippe Ridet, attento osservatore della nostra politica, non si è fatto sfuggire le rivelazioni apparse su La Repubblica dello scorso 17 Novembre. Il giornalista francese le ha prontamente riportate ponendosi una grande domanda che fa nascere molti dubbi e crea molte incertezze: “L’Italia ha perso l’occasione di mettere, almeno temporaneamente, fuori gioco l’Imam fondamentalista franco-siriano di Molenbeeck (la discussa periferia belga vivaio di tanti jihadisti “europei”), Bassam Ayachi, sospettato di aver indottrinato alcuni tra gli assassini del 13 Novembre, così come altri loro complici?” Il titolo del pezzo è asaustivo: L’Italia aveva incarcerato, e poi rilasciato, l’imam fondamentalista di Molenbeek”. Ayachi era stato arrestato nel Novembre del 2008, insieme ad un franco-algerino, Raphael Gendron, tre siriani e un palestinese. Nel loro camper erano state trovate prove schiaccianti che li collegavano ad al-Qaeda, e materiale propagandistico islamista. Ayachi e Gendron vengono arrestati per aver messo in piedi una rete di immigrazione clandestina. Scrive ancora Ridet: “Grazie a delle microspie nascoste nella prigione di Bari, gli investigatori scoprono che Gendron e Ayachi parlano di attentati in Italia, Inghilterra e all’aeroporto Charles-de-Gaulle. Le loro imputazioni si appesantiscono, si parla di ‘partecipazione ad imprese terroristiche’.” Ridet prosegue il racconto  snocciolando sentenze (vere), “il 4 Giugno 2011, la corte d’assise di Bari condanna i due a 8 anni di prigione. Ma vengono liberati un anno dopo. La corte di appello di rilascia perché non ci sono prove che attestino l’organizzazione di un attentato sul suolo italiano. La Corte di Cassazione annullerà il verdetto, il processo va in appello, Gendron e Ayachi vengono nuovamente assolti nell’Aprile del 2012. Ma sono già lontani”.  Questa cronaca di una storia tutta italiana e pubblicata anche da nostri quotidiani è finita su Le Monde. Cosa ne può dedurre il lettore francese?

Un altro articolo che ha destato la nostra attenzione è quello apparso su El Watan. Nacera Benali nel suo titolo, riferendosi al nostro Paese, usa i termini “preoccupazione” e di“islamofobia”. Se il primo termine ci sta tutto, il secondo preoccupa veramente. Far si che si sviluppi un ondata crescente di islamofobia nei Paesi occidentali è proprio ciò che Daesh cerca. Destabilizzare le società occidentali per arrivare allo scontro di civiltà. E’ forse il pericolo più insidioso, ma è anche quello che possiamo  combattere con il semplice uso della ragione. La giornalista algerina non risparmia le sue critiche. Nella prima parte dell’articolo se la prende con Matteo Salvini che “non risparmia le parole per attaccare, senza discernimento, tutti i musulmani e istiga il Governo contro questi ultimi.” ed elogia le autorità italiane che da parte loro “ hanno rapidamente reagito agli eventi tragici che hanno colpito la capitale francese” e prosegue affermando che “i servizi di sicurezza italiani prendono sul serio le rivendicazioni pubblicate su internet e che minacciano che i prossimi obbiettivi saranno Londra, Washington e Roma”. Il momento più temuto è l’Anno Santo. “Tra le prime ripercussioni politiche registrate la Benali nota la mancata visita di Rohani (annullata a causa degli attentati di Parigi), che dopo le “arroganti” dichiarazioni dell’Ambasciatore israeliano in Italia che ha “preteso” una reazione del nostro Governo in risposta alle critiche di Rohani a Israele (riportate in un’intervista a un quotidiano italiano), quest’ultimo ha deciso che il rinvio si trasformava in cancellazione. Al di là delle considerazioni della giornalista su capi di Governo e Paesi terzi, l’ultima parte del suo pezzo non è gradevole neanche per noi. “Da parte sua la comunità musulmana italiana, che conta più di 800.000 persone, si vede stigmatizzata e presa nuovamente di mira dagli islamofobi e i razzisti di ogni provenienza. Un clima di diffidenza e pregiudizio pesa su di lei in questo Paese dove, nonostante rappresenti la seconda religione, non è ancora riconosciuta ufficialmente e non può contare sui finanziamenti pubblici per la costruzione di luoghi di culto; non ha di fatto alcun diritto.” Stilettate.

Romaric Godin su La Tribune si pone la seguente domanda: “Matteo Renzi può essere preso a modello?”. Godin riassume così la situazione: “L’economia Italiana non è cresciuta che dello 0,2% nel secondo trimestre, cioè meno di quello che ci si aspettava. Parallelamente, l’opposizione euroscettica è in forte ascesa. Matteo Renzi si trova in una situazione difficile”. Nella sua analisi vedremo che il  bilancio non è affatto positivo. Se è vero che Renzi è diventato per i sostenitori delle “riforme” un punto di riferimento in Europa, grazie a tutti i progetti portati a termine, è anche vero che “lo scenario di un’Italia che ripartiva e che aveva superato lo shock  dell’austerità, spesso utilizzato da alcuni politici francesi, sembra lontano dalla realtà”. In effetti, analizza il giornalista, la domanda interna è debole,  la produzione industriale nel Settembre 2015 è inferiore del 7,7% rispetto a quella del 2010, l’occupazione rimane ancora troppo legata alla congiuntura. Questa ripresa così debole ha ripercussioni politiche, crescono i Partiti euroscettici e xenofobi. Il braccio di ferro di Renzi con la Commissione “è per lui anche un mezzo per mobilitare un elettorato tentato dall’euroscetticismo. Prima di sanzionare quel bilancio, la Commissione farebbe bene di tener conto del contesto politico italiano” puntualizza il giornalista francese e conclude: “Sembra un po’ azzardato presentare l’Italia di Matteo Renzi come ‘modello’ per gli altri Paesi europei. L’Italia rimane economicamente e politicamente uno degli anelli deboli della zona euro. La politica violenta portata avanti da Mario Monti tra il 2011 e 2013 non smette di pesare sul suo futuro e le ‘riforme’ di Matteo Renzi non hanno permesso di risolvere la situazione.”  Tutto confermato dalle ultime dichiarazioni della Commissione Europea che ha dato solo il beneficio del dubbio alla Legge di Stabilità, rinviando il giudizio di merito in primavera, come riportano, tra tanti anche Wofgang Munchau e James Politi su Financial Times e Rebecca Christie con Lorenzo Totaro su Bloomberg Business.

Rebecca Christie, Lorenzo Totaro; Italy’s Debt Cut Not Needed If Full Flexibility Granted, EU Says; Bloomberg Business, 17 Novembre 2015; James Politi; Brussels warns Italy over violating EU budget rules, Financial Times, 17 Novembre 2015;  Wofgang Munchau, Italy’s economic recovery is not what it seems; Financial Times, 15 Novembre 2015; Philippe Ridet, L’Italie avait incarceré, puis relaché, l’Imam fondamentaliste de Monlebeek, Le Monde, 17 Novembre 2015; Reuters per NDTV; Italy Says Islamic State Could Attack Rome With Drones During Holy Year; 17 Novembre 2015; Ben Ariel;  ISIS drone threats prompt closure of Rome’s air space, Artuz Sheva, 17 Novembre 2015; Nacera Benali; Préoccupation sur un fond d’islamophobie en Italie;  El Watan, 15 Novembre 2015.

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