Gran Bretagna: Corbyn, ritorno al passato?

Pochi in Europa avevano sentito parlare di Jeremy Corbyn prima della sua elezione a sorpresa alla leadership del Partito laburista inglese, nel mese di settembre. Dopo 32 anni passati in Parlamento ai margini del suo partito, l’ultrasessantenne Corbyn ha ereditato il posto di Ed Miliband, sconfitto sanguinosamente alle ultime elezioni politiche. “L’elezione di Corbyn distruggerà il partito, riducendo a zero le sue possibilità di tornare al potere”, aveva ammonito Tony Blair, prima del voto dell’11 settembre.

In seguito alla sua vittoria, l’attenzione dei media inglesi si è focalizzata sull’insieme dei programmi per l’economia presentati durante la sua campagna elettorale, ribattezzato “Corbynomics”. Il suo pamphlet “L’economia nel 2020” è stato esaminato con attenzione. In definitiva, il leader propone un ritorno alle vecchie politiche del Labour, più volte respinte dall’elettorato. Il suo obiettivo? Un’espansione e ricostruzione dell’economia inglese generato dal sistema pubblico. In particolare, Corbyn ha promesso che il Partito laburista lotterà per il ritorno alla proprietà pubblica delle industrie più importanti, in particolar modo le ferrovie e le “big six” legate alla produzione di energia. Mentre l’Istituto per gli Affari Economici e vari osservatori concordano nel ritenere le nazionalizzazioni, oltre che costosissime per lo Stato, disastrose per i consumatori, in quanto verrebbe eliminata la competizione sulle tariffe.

Fra le promesse che hanno maggiori probabilità di piacere all’elettorato, c’è quella sull’aumento dei finanziamenti del sistema sanitario nazionale, attraverso il recupero dell’evasione fiscale. Molti osservatori ritengono che il grande favorito dell’elezione di Corbyn sia David Cameron: secondo i sondaggi, i conservatori hanno ottime possibilità di vincere di nuovo le elezioni del 2020.

La prima sfida per Corbyn sarà all’interno del suo partito. Mentre alcune vecchie leve laburiste si sono dimesse, il suo primo incontro con i “depurati” del partito, dei quali solo il 10% ha votato per la sua elezione, è stato riferito come “freddo” ed alcuni si chiedono se l’anziano leader sarà ancora in carica l’anno prossimo.

©Futuro Europa®

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