Dalla parte delle bambine
Penso che tutti o quasi sappiano cosa sono le mutilazioni genitali femminili. Una pratica barbara ma diffusissima, praticata essenzialmente in Africa su bambine tra i 4 e i 14 anni di età. Varie le motivazioni: dall’idea di alcune popolazioni che i genitali femminili siano brutti, al motivo religioso per impedire pratiche sessuali oppure al rispetto di tradizioni previste e tramandate da libri sacri. Insomma, fatto sta che una percentuale enorme, quasi il 90 per cento di queste poverette, viene sottoposta a questa barbarie.
In mezzo a tanto squallore, forse una luce in fondo al tunnel: proprio in questi giorni il Gambia ha vietato le mutilazioni genitali femminili. Il presidente Yahya Jammeh ha reso noto che la brutale pratica che colpisce almeno tre quarti delle donne nel continente africano, sarebbe fuorilegge. Ha detto che il divieto sarebbe entrato in vigore immediatamente, anche se non è chiaro quando il Governo dovrebbe elaborare una legislazione e farla rispettare.
Ma cos’è l’infibulazione? Un atto praticato spesso con una semplice lametta su ragazze ancora prima della pubertà; in pratica vengono loro tagliate le labbra e il clitoride, oppure chiuse in modo che ci sia solo spazio per far uscire urina e sangue del mestruo. Solo scriverlo è raccapricciante e la cosa ancora più orribile è che questa pratica è nelle mani sapienti di donne a loro volta infibulate. Come si può perpetrare ciò? Pensate che più di 100 milioni di donne in tutto il mondo sono sottoposte alla procedura diffusissima in molti paesi africani, tra cui proprio il Gambia, dove il 76% delle femmine sono state sottoposte ad questo, incluso il 56% di età inferiore ai 14 anni. Bambine, bambine che dovrebbero solo giocare ridere magari tirarsi i capelli per un piccolo bisticcio.
Il divieto prospettato dal Presidente Jammeh è uno sviluppo significativo su una questione che si è rivelata controversa e che divide il Gambia, con alcuni che sostengono che la mutilazione sia permessa dall’Islam, la religione principale del Paese. Infatti, soprattutto nei paesi islamici, l’infibulazione è realizzata per mantenere intatta la verginità della donna fino al matrimonio e per evitare che una donna possa raggiungere il piacere.
In molti casi, una donna non infibulata viene considerata impura: le è perciò difficile trovare marito e rischia di essere allontanata dalla società. Pensate un po’, quando la poveretta si sposa, viene “scucita” e poi ricucita dopo il parto. Tutto questo fa apparire quasi civile la cintura di castità utilizzata dai cavalieri che andavano in guerra. Roba da principianti. Ma non basta; questi interventi sull’organo genitale femminile hanno delle ripercussioni: le donne infibulate, oltre ad essere condannate a non provare mai piacere, incontrano problemi come cistiti, ritenzione urinaria e infezioni intime.
Molto si è battuta per combattere questa barbarie, la nostra Emma Bonino. Le dichiarazioni del Presidente del Gambia ci fanno sperare in un futuro migliore per queste donne; già la loro non è una vita facile, in paesi spesso in guerra, dove fame e povertà la fanno da padroni. Speriamo sia un buon inizio, speriamolo tutti.