Una poltrona per due
Rinvio a giudizio per la coppia d’oro della Federcalcio mondiale: Joseph Blatter, presidente della FIFA (Fédération Internationale de Football Association), e il suo vice Michel Platini, presidente dell’UEFA (Union of European Football Associations), restano nell’occhio del ciclone per il recente scandalo che ha funestato l’immagine della più potente istituzione sportiva del globo. Ai due dirigenti era già stata inflitta una sospensione di 90 giorni dalle rispettive cariche, segnale foriero di imminenti nuove disgrazie. Che sono, infatti, puntualmente arrivate. Respinti i ricorsi contro il provvedimento, la Commissione etica della Fifa annuncia la conclusione delle indagini sul conto dell’ex-colonnello svizzero e dell’ex-giocatore francese e, nel consegnare la relazione al tribunale arbitrale, cioè alla camera giudicante presieduta da Hans Joachim Eckert, propende per l’applicazione di forti penalità nei loro confronti. Blatter, a fine corsa a prescindere dagli esiti istruttori, è indagato per una somma di malefatte, fra le quali gestione fraudolenta e appropriazione indebita: in particolare, gli si contesta di aver erogato a Platini circa due milioni di franchi svizzeri, in funzione di consulenze rese dal transalpino alla FIFA, tra il 1999 e il 2002, non giustificate né regolate da copertura contrattuale alcuna. Platini, ovviamente, è sotto inchiesta per aver riscosso i denari.
Per questioni di privacy e d’osservanza al principio della presunzione d’innocenza fino a prova contraria, gli inquirenti federali non hanno diramato i dettagli del rapporto investigativo, né fatto trapelare natura ed entità delle sanzioni; tuttavia, voci di corridoio riferiscono sul rischio di robuste squalifiche con interdizione da ogni tipo di attività legata all’ambiente calcistico, se non addirittura di radiazione a vita. A oggi, dunque, la candidatura di Michel Platini alla presidenza del massimo organo di governo del calcio mondiale è quasi irreversibilmente compromessa: il provvedimento sospensivo si protrarrà sino al 6 gennaio prossimo, con possibilità di proroga per altri 45 giorni.
Le nuove elezioni per la presidenza avranno luogo il prossimo 26 febbraio e nel frattempo il francese, la cui candidatura è stata posta sub judice in attesa della conclusione definitiva delle indagini a suo carico, non potrà svolgere alcuna campagna elettorale per la raccolta dei voti, con grande soddisfazione degli altri sei concorrenti, il principe di Giordania Alì Bin al Hussein in testa. Blatter e Platini si sono scontrati per la poltrona, è il classico scenario da lotta alla successione, in cui il vetusto, logoro, ma mai domo reggente rivendica il proprio diritto al trono e risponde all’attacco dello scalpitante e ambizioso delfino; fra colpi bassi, azioni e reazioni, la partita si è trasformata in un gioco al massacro, con scheletri che saltano fuori da ogni parte, in cui il coinvolgimento in fatti poco edificanti non ricade solo sui due diretti contendenti, ma si allarga anche ad altri dirigenti, tutti – chi più, chi meno – allegramente inseriti e attivi in una trama che ha assunto architetture decisamente sistemiche. Ora, per non affondare insieme, Sepp e Michel devono darsi manforte loro malgrado, mostrando di essere “quasi amici”, ma la posizione dei due è oggettivamente complicata.
In pratica, potremmo a breve assistere alla decapitazione dei vertici e alla possibilità di nuove alternative nel board federale, nonostante Platini si appelli alla fallacia delle “apparenze giuridiche” e all’estraneità ai presunti illeciti, proclamandosi talmente innocente da precisare agli investigatori di Zurigo d’aver regolarmente dichiarato al fisco la ghiotta retribuzione ricevuta da Blatter per le proprie consulenze. “Le Roi” – che vuole essere il futuro del calcio, il faro che guiderà la nave verso porti tranquilli e sicuri – non rinuncia nemmeno per un momento alla candidatura alla cima dell’organigramma FIFA e qualcuno sostiene che, se uscirà senza troppe ammaccature da questa storia, potrebbe rientrare in gara in tempo e centrare l’obiettivo, sbaragliando gli altri colleghi con ogni mezzo disponibile. A’ la guerre comme à la guerre. Staremo a vedere.