Alta tensione PD

Il Presidente del Consiglio si appresta a passare le feste natalizie tutt’altro che sereno. A tormentare l’ex sindaco di Firenze non sono certo i problemi di sicurezza nazionale, o l’entrata o meno in guerra a fianco della coalizione internazionale. No, il grande problema si chiama Partito Democratico. Il movimento di cui è Segretario naviga in cattive acque ormai da mesi, con una fetta del Partito che ormai è giunta oltre alla sola insofferenza. Molti ex compagni hanno già lasciato le fila democratiche per fondare un movimento di sinistra radicale più vicina a SEL e che disconosce buona parte dell’operato del Governo.

Al di là delle future strategie, sulle quali aleggia ormai da mesi lo spettro del Partito della Nazione, soggetto ancora intangibile e informe, auspicato da molti e che ne spaventa altrettanti, al momento il PD è totalmente paralizzato. I punti aperti sono moltissimi, sia a livello locale che a livello nazionale. Sul territorio la partita più importante la si gioca sulle amministrative, soprattutto a Roma e Milano, dove la corsa al candidato Sindaco sta letteralmente spaccando il Partito, con l’ormai concreta possibilità che la sinistra radicale corra da sola e con il conseguente rischio di sconfitta. Senza poi contare il fastidio malcelato sulla possibilità che NCD partecipi alle primarie del PD, con conseguente deriva centrista, progenitrice di quel Partito della nazione già citato prima.

Ma come detto, la situazione è difficile anche a livello nazionale. La preoccupazione maggiore di Renzi sono gli attuali sondaggi: con la riforma della legge elettorale, al ballottaggio il PD perderebbe contro i 5 Stelle, lasciando il paese nelle loro mani. Ed è per questo che il Premier sta cercando di tenere unita la maggioranza, così da poter elaborare le future strategie per recuperare l’elettorato perso.

Ma al momento l’altra grande partita è la Legge di stabilità. Alcune proposte non sono piaciute alla minoranza che promette di dare battaglia in Parlamento, mettendo all’angolo Renzi per poter ottenere delle migliorie. L’accusa di un eccessivo liberalismo ha portato a mostrare anche pubblicamente l’insofferenza che ormai non si riesce più a nascondere nelle stanze del Partito. L’unica ancora di salvezza sono i gruppi di responsabili esuli dal centrodestra, il loro eventuale appoggio potrebbe dare ossigeno all’esecutivo, che però potrebbe perdere altri pezzi.

I prossimi mesi saranno fondamentali per definire le dinamiche del centrosinistra, partendo proprio dall’approvazione della Legge di stabilità per passare dalle Primarie fino ad arrivare alle Amministrative. I prossimi sei mesi potrebbero cambiare il futuro di tutto il Paese e il filo di lana sul quale corre Renzi è sul punto di spezzarsi. Le sorti del Paese sono in mano all’ex Sindaco di Firenze.

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