Italia, scade a fine mese la possibilità di impiegare i Fondi UE
Uno degli scandali italiani è la scarsa capacità di utilizzare i fondi europei, una vecchia storia che si intreccia con la “favoletta” dell’Europa che non ci ama o che è solo un costo se non un peso. Resta il fatto che per il periodo 2007-2013 all’Italia sono stati assegnati 27,8 miliardi di euro, che vanno spesi o mobilitati entro il 31 dicembre di quest’anno. Questi provengono per 20,9 miliardi dal FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo) e 6,9 miliardi dal FSE (Fondo Sociale Europe), non proprio spiccioli insomma. A parte il solito balletto delle cifre che porta l’Italia a dichiarare di averne impegnato l’81% e la UE a sostenere che si tratti solo del 77,3%, resta il fatto che a poca distanza dal traguardo siamo ben lontani dall’avere adempiuto agli impieghi totali. In particolare si tratta di circa 5,4 miliardi cui siamo arrivati grazie ad uno sprint della Campania che ha permesso di passare da 8,8 miliardi agli attuali.
Secondo la CGIA di Mestre, nel suo ultimo rapporto del maggio scorso, l’Italia era ben lontana dall’avere raggiunto l’obiettivo di spendere il totale entro dicembre 2015. Il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi, dichiarava che “Alla luce del fatto che nel 2013 abbiamo rendicontato 5,7 miliardi e nel 2014 attorno ai 7,5 appare difficile che nei pochi mesi che rimangono alla fine di quest’anno riusciremo a spendere e a contabilizzare tutta questa dozzina di miliardi”.
Il maggior contributore della UE è la Germania, con 83,5 miliardi di euro, a distanza il Regno Unito con 48,8 miliardi, la Francia con 46,5 miliardi e l’Italia con 37,8. Il contributo pro-capite ci porta invece a scoprire che il maggior sostenitore dell’UE è il Belgio con 1.714 euro, poi Paesi Bassi con 1.569 euro, la Danimarca a quota 1.346 euro, la Svezia che ne versa 1.195 euro, la Germania 1.034 euro, il Lussemburgo 997 euro, il Regno Unito 759 euro, la Francia 707 euro, la Finlandia 689 euro, l’Austria 674 euro, l’Italia 623 euro e Cipro 197 euro. I restanti 17 hanno incassato invece più di quanto versato, gli spagnoli hanno ricevuto 355 euro, i polacchi 1.522 euro, i portoghesi 2.100 euro e i greci 2.960 euro.
Il punto di maggiore criticità si concentra secondo la Commissaria per le Politiche Regionali Corinna Cretu sui 3 programmi regionali per Campania, Sicilia, Calabria e sul programma nazionale per i trasporti, anche se la stessa ha riconosciuto che “la situazione è significativamente migliorata e le autorità nazionali e regionali italiane possono riuscire ad evitare lo spreco di fondi”. In particolare ha sbloccato la situazione l’adozione del programma per le infrastrutture ferroviarie che migliorerà il collegamento tra Napoli e Bari. La stessa Commissaria Cretu ricorda anche i problemi riguardo l’approvazione del programma della Campania per il periodo 2014-2020 la regione non aveva rispettato le scadenze, ma anche se ultima tra i 205 POR Europei, infine anche il Por-Fesr della Campania 2014-2020 è stato adottato.
Riguardo alla programmazione 2014-2020, sono previsti tra FESR e FSE ben 31,2 miliari di euro, dei 50 programmi previsti 49 sono stati già approvati dalla Commissione europea , manca all’appello solo quello della Campania. Ciò non toglie che ad oggi l’Italia è con Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria, uno degli 8 paesi per cui la Commissione ha attivano una “task force o cabina di regia” per migliorare la situazione, e che ci è stato indicato di ridurre gli oneri amministrativi a carico dei beneficiari oltre che migliorare la qualità dei progetti presentati.