Lombardia vieta il velo, psicosi Islam?

È l’asse leghista del Nord a muoversi per primo, e dopo Maroni anche Zaia si appresta a vietare il burqa in tutti i luoghi pubblici. In Lombardia, da giovedì scorso, è entrato in vigore il regolamento che vieta in tutti gli ospedali e uffici pubblici regionali di entrarvi con volto coperto.

Questa norma non sarebbe altro che un rafforzativo di una legge del 1975 che vieta di coprire il volto in qualsiasi posto pubblico per questioni di sicurezza. Allora l’esigenza fu figlia dei cosiddetti “anni di piombo”, quella tragica pagina di storia italiana contraddistinta da stragi e guerriglie urbane. Oggi la situazione è diversa. A terrorizzare l’intera Europa c’è l’estremismo islamico, che dopo gli attentati di Parigi ha condotto l’intero continente in una sorta di psicosi anti islam senza precedenti.

In Lombardia le reazioni sono state per la maggior parte di favore all’iniziativa del governatore e da più parti si è ritenuto un provvedimento doveroso. Anche l’opinione pubblica, più nella provincia che in città, si è mostrata favorevole all’iniziativa, sottolineando le motivazioni di sicurezza del provvedimento.

Però l’azione propagandistica è enorme, con il rischio di creare una vera e propria psicosi, se non una vera e propria tensione sociale. In Francia, patria del multiculturalismo e della laicità, il burqa è vietato da tempo, ma l’obiettivo sicurezza ne è venuto meno. Gli attentatori di Parigi vestivano occidentale, le donne non portavano nemmeno il velo e vivevano in sostanziale integrazione nella comunità di Bruxelles. Integralisti di fatto, integrati nell’aspetto. La ricerca spasmodica di sicurezza non deve cadere, come sta accadendo in Francia, nella restrizione della libertà, in nome della sicurezza, ma deve trovare forme di monitoraggio e controllo che mantengano la pace sociale. Benché il provvedimento lombardo non specifichi la natura religiosa degli indumenti che potrebbero coprire il volto, va da sé che intervenire in questo contesto storico presuppone una chiara volontà politica.

La tendenza, soprattutto in quei contesti amministrati dal Centrodestra, dove la Lega ha una forte valenza, si incorrerà in questi provvedimenti in maniera  sempre più forte, contribuendo di fatto ad alimentare quel sentimento di dubbio ed incertezza generalizzato verso la popolazione islamica.

Che sia necessario capillarizzare i controlli, anche alla luce delle notizie di cronaca che hanno visto oggi ed in passato il nostro paese come base importante per il terrorismo islamico, anche in difesa di quei cittadini che pur appartenenti alla religione islamica si sono pienamente integrati nella nostra società, è indispensabile che non ci si faccia prendere da una psicosi che alimenti paura e risentimento. Questo è il loro obiettivo, è il loro vero scopo e la battaglia di libertà non la si compie ricambiando col terrore, ma mostrando sì fermezza, ma che la nostra storia non può essere cancellata.

©Futuro Europa®

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