Europa, le infrazioni a carico dell’Italia

Diritti e doveri è una massima che viene spesso ripetuta nell’ambito sociale e che è diventato uno dei luoghi comuni della politica, quando però si parla di politica europea passa sempre il messaggio che l’Europa ci imponga molti doveri, riconoscendoci invece pochi diritti, ma le cose stanno veramente così?

Ogni tassa o imposizione che viene calata sui cittadini trova origine e giustificazione nel mantra “ce lo chiede l’Europa”, cosa spesso falsa e fuorviante, è altrettanto vero però che l’Europa ci chiede di adeguarci ai diritti di cui già godono gli altri cittadini europei, e qui l’Italia cede drammaticamente sotto il peso delle sue inadempienze. Al 31 dicembre 2013 le procedure d’infrazione a carico del nostro paese erano 104, 80 per violazioni normative e 24 per mancato recepimento delle direttive UE. L’ultima posizione così guadagnata dall’Italia nella classifica dei paese più inadempienti non è migliorata nel corso del tempo arrivando a contare 119 procedimenti a carico. Le condanne della Corte di Strasburgo all’Italia per violazione dei diritti dei cittadini italiani sono costate nel 2012 la bellezza di 120 milioni di euro in indennizzi versati, mai uno stato aveva dovuto versare un tale importo.

L’ambiente è il campo dove maggiori sono le procedure a nostro carico, ben 22, di queste 6 riguardano i rifiuti. L’antica querelle sulla Campania si trascina dal 27 giugno 2007 senza risultati tangibili, la direttiva 2006/12/CE recita inutilmente il dettato che devono essere prese “tutte le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente”, non avere ottemperato a questo obbligo ha comportato il congelamento di 500 milioni di fondi comunitari. Di fronte alla richiesta di una multa di 25 milioni di euro e di una ulteriore sanzione di 250.000 euro al giorno fino ad avvenuto adeguamento, il serafico, allora Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, affermò “credo che in un paio di mesi si possa dare una risposta organica. I tempi devono essere rapidi”, come si suol dire, risultato tuttora non pervenuto.

Ma tutta l’Italia è Campania, la procedura 2011/4021 riguarda la discarica di Malagrotta a Roma, sempre in tema ambientale risulta fuorilegge europea anche l’Ilva di Taranto, benchè sempre al centro di salvataggi di natura politica, le autorità europee si sono dimostrate più attente di quelle italiane rispetto la salute dei lavoratori pugliesi e dei cittadini della zona, sferzante fu il Commissario Europeo per l’Ambiente Janez Potocnik, “Le autorità italiane hanno avuto molto tempo per garantire che le disposizioni ambientali fossero rispettate. Quello dell’Ilva è un chiaro esempio del fallimento nell’adottare misure adeguate per proteggere la salute umana e l’ambiente”.

Le altre infrazioni? La gamma è ampia: sia va dal mancato adeguamento alle norme Ue in tema di gestione di “inquinanti gassosi e particolato inquinante prodotti dai motori a combustione interna”, rifiuti di imballaggio, emissioni industriali, fino al mancato recepimento della direttiva 2011/70/Euratom, che istituisce “un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi”.

La casistica delle procedure di infrazione è varia e copiosa, si va dai Debiti della P.A. che ci hanno fatto guadagnare il primo posto nella classifica dei peggiori pagatori della UE, ai Rimborsi IVA alle Imprese troppo lunghi (procedura 2013/4080) che vanno da 2 a 4 anni. Dall’Ambiente alla Giustizia il Ministro Orlando non evita le procedure di infrazione, la serie delle condanne sullo stato delle carceri italiane è infinito, 47.000 posti disponibili, 64.000 detenuti, in questo caso i numeri dicono tutto, 7 detenuti ricorrenti ospiti delle carceri di Busto Arsizio e Piacenza riceveranno per questo 100.000 euro a testa.

Non viene rispettata la direttiva 2007/78 sui Disabili, la procedura 2013/4122 ci imputa la mancata azione sulla tutela dei consumatori quando acquistano pacchetti vacanza, perfino la salute è finita nel mirino della UE per il mancato recepimento della Direttiva 2012/26/UE sulla farmacovigilanza.

La situazione è, ovviamente, in continua evoluzione, lo scorso 19 novembre 2015 la Commissione Europea ha deciso 7 archiviazioni di procedure di infrazione, una messa in mora complementare e un deferimento alla Corte di Giustizia dell’UE. Con questo provvedimento il numero delle procedure d’infrazione a carico del nostro Paese scende a 90, di cui 68 per violazione del diritto dell’Unione e 22 per mancato recepimento di direttive. Il primato resta al settore Ambiente con 19 procedure, seguito dai Trasporti con 10, passando per i 6 delle Concorrenza e Aiuti di Stato per trovare in fondo alla poco edificante graduatori la Libera circolazione dei capitali e la Pesca con 1 procedura a testa.

©Futuro Europa®

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Un Commento

  • Se le procedure di infrazione sono tante, è evidente che qualcosa non funziona nel nostro rapporto con l’Europa: Esiste un’analisi severa su queste infrazioni e sui provvedimenti per evitarle?

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