Rassegna stampa estera

La Conferenza internazionale sulla Libia, un salvataggio banche che vira all’incubo, la chiusura di Renzi alla conferma automatica per le sanzioni alla Russia per “colpa” della pipeline tedesca e infine la Mafia che in Italia uccide meno ma corrompe di più. Tanto parlare di noi questa settimana sulla stampa estera, ma ancora con la percezione che non siamo, per ora, protagonisti “maturi”.

Della Conferenza sulla Libia se e è abbondantemente discusso anche sui nostri media. Il risalto mediatico ci ha resi per qualche ora dei “protagonisti” con la P maiuscola sulla scena internazionale, anche se viene da chiedersi quanto di “nostro” ci sia in tutto questo e quanto sia stato “pilotato” dagli americani. La più polemica, ancora una volta, è Nacèra Benali. Sulle pagine di El Watan scrive che la riunione avvenuta a Tunisi il giorno prima, che ha sancito una base di accordo tra le parti “ha in qualche modo fatto mancare il terreno sotto i piedi ” agli organizzatori e puntualizza che “co-presieduta dagli Usa attraverso il Segretario di Stato John Kerry, l’incontro si è posto degli obbiettivi al ribasso, visto che le delegazioni libiche presenti non avevano più il compito di negoziare, missione già conclusa dalle fazioni politiche nella capitale tunisina, ma semplicemente reiterare la loro propensione per una soluzione politica”. Ma la Benali non ha finito nel minimizzare l’evento. La giornalista puntualizza che al di là dei due Paesi ospiti, le altre capitali non hanno inviato che dei rappresentanti di secondo piano”(…) Ciliegina sulla torta, ricorda ai suoi lettori che “il Paese di Enrico Mattei rimane il solo cliente europeo ad aver mantenuto e fatto proliferare le sue multinazionali in Libia dopo l’assassinio di Gheddafi. Nel 2013, 120 imprese italiane sono nate in Libia”.

Molti media arabi e africani hanno dato voce a questa Conferenza, e con toni meno…polemici. Nestor N’Gampoula attraverso l’Agence d’Information d’Afrique Centrale punta sul peso politico della riunione che avea come obbiettivo di “accompagnare i protagonisti della guerra civile in Libia a formare un governo di unione nazionale e mettere fine all’avanzata dell’Isis nel loro Paese (…) In poche parole, è stato deciso di sostenere, attraverso mezzi finanziari, logistici e diplomatici, il governo di unione nazionale che potrebbe nascere sotto l’egida della nazioni Unite entro 40 giorni dalla firma dell’accordo”. Sull’algerino El Moudjahid, Mohmmed Koursi ricorda che Algeri è sempre stata favorevole alla mediazione politica e alla procedura attivata dalle Nazioni Unite.  E questa Conferenza non fa che “confermare la posizione da sempre difesa dall’Algeria”, mentre l’Agenzia iraniana Tasnim riporta semplicemente la notizia, ricordando a grandi linee la situazione libica e riportandole parole del Ministro degli esteri Gentiloni a loro volta riprese dalla conferenza stampa citata dalla russa Sputnik News. La Saudi Gazette oltre a sottolineare la partecipazione dei Paesi Arabi e il loro sostegno ad un governo di unità nazionale in Libia, riporta le parole di Emma Bonino e Jean Marie Guehenno che su Politico (versione europea) mettono in guardia sugli effetti negativi di un “accordo affrettato e non condiviso che rischia di rimanere sulla carta”, ricordando che sono molte le forze locali che non vedono di buon occhio le trattative di questi giorni e per loro sarebbe “facile sabotare un accordo non gradito e imposto dall’occidente”. L’impressione è che, al di là di quello che si è deciso il 16 Dicembre, la strada sia molto, molto in salita.

“L’incubo” salvataggio banche. Olivier Tosseri  su Les Echos spiega come il “salvataggio, avvenuto il mese scorso, di quattro banche italiane – Banca Marche, Banca dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Chieti e la Cassa di Risparmio di Ferrara – abbia penalizzato numerosi piccoli risparmiatori” e che il Governo ha deciso di lanciare un “fondo di solidarietà per aiutare i clienti rovinati”, inoltre torna sul rimpallo di accuse e responsabilità che si lanciano Commissione Europea e Governo italiano per ciò che è successo, e sul “non possiamo escluderlo” del Ministro dell’Economia Padoan, durante un’audizione parlamentare. Eric Jozsef su Libération parla di risparmiatori “annientati” dai titoli tossici. “Almeno 800 milioni di euro sono andati in fumo nel fallimento di quattro banche regionali con pochi scrupoli. Di fronte alla rivolta dei clienti rovinati, il Governo ha lanciato un piano di salvataggio. Senza scampare alle polemiche”. Romaric Godi nsu La Tribune , tra le altre cose ricorda la piega tragica che ha preso questa brutta storia quando, lo scorso 28 Novembre “Luigino D’Angelo, un pensionato di 70 anni, si è impiccato a Civitavecchia, dopo aver perso 110.000 euro a causa del salvataggio delle banche (…) Il suicidio ha messo sotto shock l’Italia”. RTL per voce di François Langlet e Loic Farage oltre a ricordare la storia e il risentimento popolare (il jobs act non piace a molti), affermano che questo ultimo “imprevisto”, fa si che la stella di Renzi stia impallidendo, nonostante la sua gioventù, la sua eloquenza e il suo fisico aitante. “Non ci saranno elezioni politiche entro il 2018, ma in molte città tra sei mesi si eleggeranno i nuovi sindaci. Sarà un test politico.” Il giornalista  riporta i dati dei sondaggi che vedono in testa M5S e Lega Nord, e conclude che “alla fine dei conti, una buon metà degli elettori italiani dovrebbe votare per uno di questi due movimenti populisti”. Sotto il fuco incrociato non c’è solo il Premier, ma anche la sua “pupilla”, quella che John Follain e Sergio Di Pasquale su Bloomberg Business chiamano la sua “Star”: la Ministra Maria Elena Boschi. “La Ministra del Governo Renzi , stella del Premier,  è stata trascinata nello scandalo bancario che coinvolge suo padre, e il più grande Partito di opposizione chiede le sue dimissioni per un presunto conflitto di interessi”.

Braccio di ferro UE-Russia. James Kanter sul New York Times scrive che lunedì scorso “l’Unione Europea ha posticipato la decisione sull’opportunità di rinnovare le sanzioni contro la Russia dopo che l’Italia aveva insistito affinché vi fosse qualche discussione in più in merito”. Prosegue il  giornalista sottolineando che “il fallimento nel rinnovare le sanzioni per altri sei mesi mostra delle crepe nella presa di posizione del blocco contro l’aggressione russa in Ucraina.” Kanter spiega che per quanto riguarda l’Italia, oltre a questioni economiche che la legano profondamente alla Russia, ci sono importanti questioni geopolitiche che ne fanno un partner fondamentale. “L’Italia, la Francia e altri Paesi europei vogliono l’aiuto della Russia per fermare la guerra civile in Siria, che oltre ad aver incrementato il terrorismo ha fatto si che migliaia di profughi arrivassero in Europa”. Molto interessante la lunga analisi di Gevorg Mirzayan, Dmitry Ofitserov Belsky e Andrey Sushenstov apparsa su Russia Direct, che scrivono, tra le tante altre cose, “e’ chiaro, questo non è che un posticipo. Le sanzioni verranno sicuramente riconfermate. Ciò non toglie che la protesta italiana introduce un numero importante di nuove variabili nella guerra delle sanzioni tra la Russia e l’Occidente”. (…) Peter Spiegel e James Politi sul Financial Times aggiungono altro pepe alla storia: il “controverso” accordo che la Germania ha firmato con la Russia per la costruzione di un gasdotto, il Nord Stream 2. “Il controverso accordo (…) ha attirato un nuovo avversario, il Primo Ministro italiano Matteo Renzi , la cui frustrazione nei confronti del progetto (Bruxelles ha deciso di non portare avanti il South Stream che avrebbe portato gas attraverso l’Italia) sta complicando gli sforzi per estendere le sanzioni economiche dell’Ue contro il Cremlino”.

“In Italia le mafie uccidono meno, ma corrompono di più”. France TV info non fa certo un favore alla nostra immagine, ma questa è la realtà: “Meno omicidi, più corruzione. In Italia le mafie tradizionali preferiscono ormai la corruzione alla violenza, rinunciando al controllo ‘militare’ del loro territorio per concentrarsi su di una ‘strategia d’infiltrazione’ negli ambienti economici, politici e istituzionali. Questo è il bilancio redatto il 15 Dicembre dai responsabili della lotta antimafia”. Chi vorrà investire nel nostro Paese, se prima aveva dei dubbi  per via delle lungaggini burocratiche e una giustizia lumaca, ora come non dargli torto se “rinuncia” definitvamente?

AFP per Saudi Gazette,  World, Arab power back Libya unity govt, 15 Dicembre 2015; Mohamed Koursi,Libye: Les parties libyennes exhortèes à former un gouvernement d’Union nationale, El Moudjahid, 15 Dicembre 2015; Nacera Benali, Le coup de pouce de Rome pour un accord, El Watan, 14 Dicembre 2015; Nestor N’Gampoula, Libye: un accord entre les parlements rivaux prévu le 16 Avril au Maroc, Agence d’Information d’Afrique Centrale, 14 Dicembre 2015;Tasnim News Agency, Rome MeetingParticipants Back Libya National Unit Gov’t Deal, 13 Dicembre 2015; Olivier Tosseri, Italie: le sauvetage de quatre banques vire au cauchemar pour Matteo Renzi, Les Echos, 13 Dicembre 2015; Eric Jozsef,  Des milliers d’épargants italiens lessivés par des placements toxiques,Libération, 13 Dicembre 2015; Romaric Godin,  Italie: le sauvetage de quatre banques fait scandale, La Tribune, 14 Dicembre 2015; John Follain, Tenzi’s Star MInister Under Fire for Family Tie in Banks Scandal, Bloomberg Business, 15 Dicembre 2015; François Langlet, Loic Farge, Italie: un plan de sauvetage bancaire vire au cauchemar,RTL, 16 Dicembre 2015; James Kanter, Italy Delays E.U.’s Renewal of Sanctions Against Russia,The New York Times, 14 Dicembre 2015; Gevorg Mirzayan, Latest in Russian policy: Lavrov in Italy and Moscow defies international courts,Russia Direct, 14 Dicembre 2015; Peter Spiegel, James Politi,  Italy’s Renzi joins opposition to Nord Stream 2 pipeline deal, Financial Times, 15 Dicembre 2015.

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