Perché non vedrò Star Wars
Non vi aspettate in questa rubrica una mia recensione a Star Wars – Il risveglio della forza perché non ci sarà. Ho deciso che non vedrò il film più atteso dell’anno, l’Harry Potter della fantascienza firmato J.J. Abrams, prodotto da Bad Robot e Lucas Film. La grande campagna pubblicitaria planetaria imbastita attorno a un evento che sarà tale soltanto per produttori e distributori (niente meno che Walt Disney) mi ha fatto passare la voglia, se mai ne avessi avuta.
Sono stati tutti molto bravi. Persino mia figlia – nove anni e del tutto inconsapevole della vecchia saga Star Wars – mi sta chiedendo di andare a vedere il film. Ne parlava persino Topolino, come per Il viaggio di Arlo (che è un gran bel lavoro originale). Non l’accontenterò. Ci penserà sua madre, fan di spettacoli imbanditi a colpi di effetti speciali, senza nessuna attenzione a trama e sceneggiatura. Magari al posto di Star Wars andrò a vedere Taxi Teheran di Jafar Panahi – Orso d’oro al Festival di Berlino – che si dovrà accontentare del Piccolo Cinema Tirreno di Follonica e di nessun battage pubblicitario.
Le sale di Prima Visione sono tutte occupate da cinepanettoni con De Sica, Ghini e Pieraccioni. Al posto di Star Wars mi farò bastare la comicità folle e strampalata di Greg e Lillo, che in Natale con il boss fan recitare persino Peppino Di Capri in un doppio ruolo (se stesso e il boss, appunto). Non sarà un capolavoro, ma Greg e Lillo sono due comici così originali e insoliti che riportano alla genuinità cinematografica degli anni Settanta. Imperdibili. Chi mi conosce sa che non sono un intellettuale e che non ho mai assunto pose snob nei confronti del cinema di genere. Tutt’altro. Sono un fan della commedia all’italiana, del sexy made in Italy, del pulp e del noir alla Fernando di Leo.
Per restare a Guerre Stellari dirò che ho visto tutta la saga ideata da George Lucas e persino i remake-prequel dei tempi moderni. Ma sei puntate sono sufficienti e non sento il bisogno di allungare il brodo con inutili sequel che riportano in auge vecchi personaggi della mia adolescenza. Il nuovo Star Wars non nasconde alcuna curiosità, non apre alcuna porta misteriosa, non è una caverna da penetrare a ogni costo. La forza non sarà con me, soprattutto in un 3D fracassone come pochi, ricco di scene d’azione e battaglie, come se fosse un perfido videogame. Infine l’idea di trovarmi in una sala-Luna Park piena di adolescenti e ragazzini delle medie che gridano, mangiano pop-corn e bevono coca-cola, non mi allieta per niente. Preferisco rivedere Terrore nello spazio di Mario Bava o Starcrash di Luigi Cozzi. Star Wars – Il risveglio della forza è soltanto l’inizio di una poco originale trilogia sequel. Bene, so cosa mi dovrò perdere per i prossimi anni.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]