Cronache dai Palazzi

Il premier italiano lo ha detto a porte chiuse, nell’incontro dei leader del Pse che ha preceduto il vertice europeo del 17 e 18 dicembre: “Mi sono stancato di questa Europa in cui comanda Berlino, non è possibile che alcune regole valgano per tutti o quasi, ma che alcuni siano un gradino sopra gli altri”. La denuncia di un “doppio standard” è in pratica la trama che ha contrassegnato il summit di Bruxelles, dove Matteo Renzi  ha criticato le politiche di “austerità” di fatto imposte dalla Germania, attraverso le istituzioni europee, sottolineando la necessità degli investimenti per stimolare la crescita e l’occupazione. Non sarebbe il “modello Ue” a guida tedesca il futuro dell’Europa. Quest’Europa “deve essere ripensata” e, soprattutto, ad essa “va data una strategia che per ora non c’è”.

Renzi ha condiviso questo pensiero con il premier inglese David Cameron. “Penso che l’Ue sia il futuro e non il passato – ha affermato il nostro presidente del Consiglio di fronte alle telecamere di una tv britannica -. È assolutamente importante che cambi. Possiamo discutere su singoli punti, ma deve cambiare”.

I “singoli punti” ovviamente sono tanti e Angela Merkel non ha mancato di sottolineare le criticità in materia di migranti, accusando l’Italia di non aver concretizzato un idoneo sistema di identificazioni e di centri di accoglienza, consentendo di fatto ai profughi di varcare i confini e proseguire indisturbati verso il Nord Europa. In questa prospettiva la Commissione di Jean- Claude Juncker ha avviato una specifica procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, ma anche nei confronti di Croazia e Grecia, ossia i Paesi più esposti su fronte di prima accoglienza.

Alle pressioni di Francia e Germania per quanto riguarda la gestione degli hotspot di identificazione dei migranti, Renzi ha risposto rimarcando le resistenze dei Ventotto a condividere la ripartizione dei profughi proposta a tempo debito dalla stessa Commissione Juncker: 1.160 mila rifugiati sbarcati sulle coste di Italia e Grecia. Palazzo Chigi non avrebbe poi dimostrato grande entusiasmo per la proposta di tre miliardi dell’Ue (su pressione di Merkel) al presidente turco Recep Erdogan funzionale al trattenimento dei profughi siriani e iracheni diretti verso la Germania o comunque verso il Nord Europa.

Tra le ultime proposte della Commissione Ue vi è inoltre la strutturazione di una guardia costiera e di frontiera europea da inviare negli Stati membri dove l’afflusso di migranti è cospicuo, anche contro la volontà dei singoli Stati. “In uno spazio di libera circolazione, senza frontiere interne, la gestione delle frontiere esterne dell’Europa deve essere una responsabilità condivisa”, ha affermato il vicepresidente dell’esecutivo europeo, Frans Timmermans. In pratica la libera circolazione di Schengen è in pericolo e diversi Paesi – tra cui Germania e Austria – hanno deciso di potenziare i controlli alle frontiere. Nel contempo la guardia-frontiera europea potrebbe non essere pienamente condivisa da alcuni governi nazionali maldisposti a cedere sovranità a Bruxelles.

In sostanza la proposta della Commissione Ue consiste nel trasformare Frontex in una nuova Agenzia di circa 1.000 funzionari supportati da una “squadra di riserva” di 1.500, la cosiddetta guardia-frontiera e costiera, pronta ad intervenire d’urgenza in un Paese nell’arco di tre giorni. Il monitoraggio e l’analisi dei rischi dei flussi migratori verso l’Ue sono i principali compiti dell’Agenzia che in caso di particolare vulnerabilità negli Stati membri dispiegherebbe le proprie forze supportando il singolo Paese alle prese con gli arrivi e le registrazioni dei migranti.

La nuova Agenzia potrà inoltre procedere autonomamente al rimpatrio di migranti illegali, mentre “uno schema volontario di ammissione umanitaria” predisposto dalla Commissione europea, indirizzato ai rifugiati siriani presenti in Turchia, prevede il trasferimento nell’Ue di non più di 80 mila richiedenti asilo. La Commissione ha infine accusato l’Italia per non aver registrato in modo sistematico i dati e le impronte digitali dei migranti sui database Ue che contengono le informazioni sui jihadisti. “Non credo sia un problema di solidarietà con l’Italia”, ha dichiarato Timmermans: “Il governo ha già fatto molto lavoro, ma c’è ancora un percorso da fare”, soprattutto per quanto riguarda hotspot e rimpatri.

I “punti” su cui discutere non si esauriscono con la questione migratoria e, in particolare, sono altri due i punti dolenti emersi nel corso dell’ultimo vertice europeo dell’anno 2015: la Garanzia europea sui depositi e il gasdotto del Nord Stream che Matteo Renzi ha additato proprio come “doppio standard”, dal quale trarrebbero benefici il sistema e le aziende tedesche, mentre noi italiani abbiamo subito lo stop al progetto in cui era capofila la nostra Eni. La Garanzia europea sui depositi bancari nella zona euro – che metterebbe in salvo anche i risparmi italiani – sarebbe invece il tassello mancante dell’unione bancaria. La Commissione europea avrebbe in pratica ideato un meccanismo in tre fasi. Nella prima fase, dal 2017 al 2019, nel caso in cui il fondo nazionale sia esaurito un istituto di credito potrà utilizzare la nuova liquidità per i rimborsi.

Sul fronte nazionale, dopo 31 fumate nere e vari compromessi, sono stati eletti i tre giudici della Corte Costituzionale mancanti. È passata la terna Augusto Barbera, Franco Modugno, Giulio Prosperetti. Il primo di area Pd, il secondo proposto dai pentastellati e il terzo di area centrista. I forzisti dopo il no definitivo a Sisto sono stati di fatto tagliati fuori. “Volevano eleggere un indagato – ha affermato il grillino Alessandro Di Battista – l’avvocato di Silvio Berlusconi e Denis Verdini. Grazie a noi la Corte Costituzionale ha tre giudici assolutamente degni”. La sinistra dem sfida comunque il Movimento Cinque Stelle ad andare oltre per trovare altri punti di incontro, come ad esempio sulle unioni civili. “Abbiamo già votato il ddl Cirinnà sulle unioni civili in Commissione. Se vengono presentati provvedimenti validi siamo sempre pronti a votarli. Ma qui ci fermiamo”, ha puntualizzato Di Battista. La Lega, con Roberto Calderoli, soffia a sua volta sul fuoco: “Con l’inciucio il M5S si è portato a casa un giudice costituzionale ma, così facendo, ha salvato il governo Renzi e impedito al Paese di tornare al voto”. I grillini comunque non ammettono l’inciucio e non riconoscono nemmeno un eventuale trattativa: “Non abbiamo mica trattato con il Pd – ha sottolineato Luigi Di Maio, il grillino dal volto istituzionale – ma solo preso atto che nella terna il nome di Sisto, di Forza Italia, non c’era più”.

Attraverso le telecamere del Tg5 Matteo Renzi si rivolge invece all’area di centrodestra, e in particolare a Forza Italia, lacerata dalle divisioni interne: “Più che discutere dei posti, si mettano d’accordo”. Ed ancora: “Se non scelgono la linea demagogica ed estremista di urlare contro tutti, siamo sempre pronti ad avere un dialogo, restando in alternativa”. Alla fine dei giochi e con l’amaro in bocca il leader dei forzisti, Silvio Berlusconi, ha comunque dichiarato: “È molto grave che la Corte non abbia neppure un giudice che appartiene al centrodestra”. Mentre per Pier Luigi Bersani “si ripristina l’elementare logica costituzionale che stabilisce che le istituzioni devono avere la cura di tutti”, per Berlusconi “questo governo è illegittimo” e il presidente della Repubblica dovrebbe sciogliere le Camere per andare a “nuove elezioni”.

La manovra finanziaria prosegue infine il suo iter e vengono messi a punto alcuni tasselli a partire dallo sconto del 50 per cento sull’Imu per la casa data in comodato d’uso ai figli i ai genitori. Ed ancora, tempi più lunghi per gli accertamenti fiscali, ma l’Agenzia delle Entrate non potrà far ricorso al cosiddetto “raddoppio” in caso di verifiche originate da indagini penali. Le aziende del Sud  che investono per 2,4 miliardi di euro potranno beneficiare di un credito d’imposta per quattro anni. Sul fronte sicurezza un miliardo di euro spetta all’anti-terrorismo e tra le novità anche i correttivi sulle multe stradali: potranno essere rilevate a distanza con autovelox anche le violazioni relative alla mancata revisione.

È caos infine nella sanità pubblica. L’approvazione nella legge di Stabilità dell’emendamento che renderà possibili fino a seimila assunzioni non basta. I medici non ci credono e, soprattutto, ritengono che in realtà non vi sia alcuna risorsa aggiuntiva. “Le risorse  dovrebbero venire da risparmi delle Regioni che non sappiamo come possano essere fatti”, ha ammonito Domenico Iscaro, presidente dell’Anaao, il sindacato dei dirigenti medici. Secondo le stime di Palazzo Chigi servirebbero 329 milioni di euro per sbloccare le seimila assunzioni ma “la stima è in eccesso”, ha sottolineato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. “Le Regioni dovranno presentare il loro reale fabbisogno entro febbraio, e a quel punto i numeri potrebbero essere rimodulati sulla base delle esigenze effettive”, ha rimarcato il ministro. Si inizierebbe con contratti flessibili a marzo per poi indire dei concorsi in cui il 50% dei posti sia finalizzato alla stabilizzazione dei precari.

A proposito di conti, il debito pubblico continua comunque a lievitare sfiorando i limiti storici, e ogni italiano si ritrova sul collo un debito di circa 37 mila euro. Non è quindi un’Italia che cresce. Secondo le stime di Confindustria, si pedala con il fiatone e nel 2016 il progresso si fermerà al +1,4%, contro il  +1,5% previsto precedentemente, per scendere ancora (+1,3%) nel 2017. Pur registrando un lieve miglioramento, la disoccupazione resterà poi ancora a due cifre: 12% nel 2015, 11,6% nel 2016, 11,1% nel 2017. Prima della Grande crisi era al 6,3%.

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