L’uomo e la montagna a Torino
La montagna, luogo affascinante e fucina di tante storie e leggende, è oggi protagonista di una mostra fotografica, inaugurata lo scorso mercoledì presso l’Auditorium della Biblioteca Nazionale Universitaria di Piazza Carlo Alberto di Torino.
La mostra, Sospensioni – Prove di decodificazione dell’Alta Valle di Susa contemporanea, è curata dal professor Antonio De Rossi e realizzata da CIPRA Italia con il sostegno del Programma Torino e le Alpi della Compagnia di San Paolo. CIPRA è un organizzazione non governativa fondata nel 1952, di cui fanno parte più di cento associazioni ed enti dei sette paesi alpini; il Programma Torino e le Alpi, in cui si inserisce la mostra, è stato avviato nel 2014 dalla Compagnia di San Paolo con lo scopo di avvicinare la città al suo arco montano e migliorare le opportunità di sviluppo dell’intero arco alpino, piemontese, ligure e valdostano.
La montagna, da sempre legata ad un immaginario collettivo spesso lontano dalla realtà, grazie al lavoro individuale dei fotografi Laura Cantarella, Antonio La Grotta e Simone Perolari, viene messa sotto la lente d’ingrandimento con lo scopo di raggiungere nuovi punti di vista, che possano allontanare lo sguardo del pubblico dalla semplicistica valutazione estetica del suo ambiente.
Lo scopo di questi scatti è quello di dare risalto e concretezza al vissuto che agisce su tutto il territorio, ponendo al centro della riflessione la mutabilità del luogo dettata dalla natura e dal passaggio dell’uomo. Secondo il curatore della mostra il comun denominatore dei fotografi è l’aver definito un paesaggio che è al contempo spazio contenitore e spazio delimitato, un luogo in continua dicotomia tra natura e artificio che rendere il paesaggio una sorta di ibrido, frutto di almeno due secoli e mezzo di modernizzazione del territorio.
Dalle fotografie esposte inoltre emerge un panorama fuori dal tempo, sospeso tra nuvole e aria rarefatta, lontano dalle piste da scii e dai percorsi che portano a fondovalle, un luogo inatteso volto a creare stupore nello spettatore ignaro. Dagli scatti emerge anche un paesaggio stravolto dal progresso; dove prima sorgeva il ghiacciaio Sommelier, meta dello scii di fondo estivo, oggi resta un grande vuoto che offre allo spettatore una inevitabile riflessione su quanto sia cambiato il sentimento verso la modernizzazione, vista inizialmente come fonte di progresso e libertà, mentre oggi viene vissuta con passività ed indifferenza.
Insomma questa mostra, che si concluderà il 30 Gennaio, pone l’individuo davanti allo specchio portandolo a confrontarsi con la progettualità del proprio futuro in modo critico e con maggiore consapevolezza verso l’ambiente esterno. L’esposizione si sposterà successivamente a Sestriere, Bardonecchia, Venaus e Oulx.