Più che un augurio un impegno
Che i francesi non siano mai stati simpatici a noi italiani è cosa arcinota. Mi riferisco alla differenza dei reciproci caratteri. Questo, però, non ci impedisce di giudicarli un gran popolo con una maturità politica a noi sconosciuta.
Prendiamo le ultime elezioni regionali svoltesi in Francia. Di fronte al pericolo incombente di una conquista prevedibile della maggioranza delle regioni da parte degli elettori lepenisti, Sarkozy ed Hollande, pur in presenza di un elettorato notoriamente alternativo, hanno avuto il coraggio e la lungimiranza di trovare una intesa per sconfiggere la deriva nazionalista del Paese. Gli elettori dell’uno e dell’altro hanno risposto all’appello, seppure con grande insofferenza, e la Le Pen ha perso.
Da noi, invece, pur in presenza di un comune giudizio negativo su Renzi e sul suo Governo, ritenuto pericoloso per la democrazia del nostro Paese in quanto dedito soprattutto a promuovere “istituzioni ad personam”, il Centro Destra stenta a decollare in modo compatto per evitare involuzioni autoritarie o populismi antisistema.
Purtroppo il nostro Paese, già caratterizzato nel “ventennio” da “fascisti, filofascisti, fifo-fascisti”, oggi corre il rischio di essere definito “renziano, filorenziano, fifo-renziano” con tutto ciò che ne consegue dentro e fuori i confini nazionali.
Fra pochi giorni tutti noi brinderemo alla fine del 2015 augurandoci un felice 2016. Ecco: aggiungiamo a questo augurio quello di vedere una Italia che sappia riprendere la strada del benessere sociale, che ponga fine a questo inconcludente e pericoloso Governo, che ristabilisca rispetto e autorevolezza delle Istituzioni democratiche oggi compresse.
Forse più che un augurio, sarebbe opportuno un impegno. Assumiamolo coralmente.
[NdR – L’autore dell’articolo è Membro Political Assembly PPE Bruxelles]